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Le sfilate di Milano ossia il grande circo. In passerella: “La mafia degli inviti”, “Il clientelismo e snobismo di P.R. ed Uffici Stampa”, “Il cattivo gusto”, “Gli imbucati”

Creato il 27 settembre 2011 da Glieventidelmarchese

 CABARET1-nwsltrQuello che sto per descrivervi non è il classico spettacolo circense fatto di artisti, elefanti, leoni, domatori, clown, ma è il resoconto vissuto di una settimana di moda a Milano: la famosa Fashion week. A dettarlo è il moto di nausea, la rabbia e l’orgoglio che fanno parte della mia persona che mal tollera e mai tollererà determinate situazioni che rasentano il trash e l’irreale. Non ci credete? Allora leggete fino in fondo o provate anche Voi questa esperienza sul campo.

La Sozzani ha scritto qualche giorno fa: basta uomini alle sfilate con la birkin. Non posso che concordare ma mi permetto di aggiungere, cara Franca, che forse questo è il minimo che dovrebbe evitarsi, c’è qualcosa di più marcio e abbietto a cui dire: basta! Basta uffici stampa privi di ogni elementare bon ton, basta accrediti ed inviti a sfilate ed eventi ad amici, parenti e conoscenti. Dico basta. Occorre dare voce e privilegiare chi chiede di svolgere il proprio lavoro, chi farà conoscere con la sua penna quella sfilata o quel nuovo stilista e no chi alle sfilate ci va solo per farsi vedere ed occupare un posto.

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Scriverò cose scontate per molti miei colleghi ma sono dell’avviso che tacere non serve a niente. Il si sa ma non si dice non va più bene, non va di moda neanche in Sicilia! Mi sento un po come la Fallaci dopo l’11 settembre, sono incazzato. Per me la moda è stata sempre una espressione d’arte, di raffinatezza, di sentimento dell’animo ma qualcuno è riuscito a far si che la mia passione si trasformi in odio, quelle piccole persone che si sentono Dio in terra solo perché gestiscono le liste degli inviti. No, non è affatto giusto sono incazzato. Come si permettono degli estranei a ferire il mio animo e ad annientare una parte della mia stessa essenza?

Già nella fase pre-sfilate mi ero accorto della estrema difficoltà nel ricevere risposte alle mie domande di accredito, seppur corredate da lettera di incarico ed articoli pubblicati, da parte di alcuni uffici stampa sia interni che esterni ai brands. Mi ero allora messo in discussione pensando giustamente che io da novello giornalista dovessi aspettare e cedere il posto ai grandi nomi della stampa nazionale ed internazionale. No mi sbagliavo. La mia cultura classica, la mia educazione familiare, la cortesia ed eleganza che mi contraddistinguono tutto ad un tratto mi sono reso conto che sono cose che non hanno ragione di esistere in questo settore.

Signori e Signore ecco a Voi il grande circo delle nefandezze.

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Propongo corsi universitari con stage sulle buone maniere per gli uffici stampa e per i p.r. Occorre rispondere alle email, anche solo per dire no, ma occorre rispondere, altrimenti vai a fare un altro lavoro. C’è una grande carenza di elettricisti, idraulici, agricoltori perché devi stare dietro ad un p.c. a leggere email alle quali non risponderai mai? Ecco l’agricoltura ti porterà a stare all’esterno, a farti accarezzare dal sole e dalla pioggia allontanandoti da quella tastiera che una strana forma di artrite reumatica alle mani ed al cervello ti impedisce di usare.

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Sono un fervente assertore che ogni brand deve avere un ufficio stampa interno o quanto meno occorre che quello esterno sia tenuto sotto controllo. Nessuno può curare gli interessi o l’immagine di una griffe come chi ci lavora all’interno e ne conosce bene il prodotto.

Le più perfide in questo campo sono le donne, si sa che quando raggiungono un posto di potere diventano più cattive degli uomini, Salomè a confronto era una “bonacciona”, avrebbe da apprendere da loro. Perdono completamente la loro femminilità per trasformarsi in anaconde e strani esseri infernali a più teste per divorare con grande avidità vittime innocenti. Care Signore ritornate esseri umani, ristabilite quel grado di civiltà e grazia che avete perso indegnamente solo perché vi sentite superiori. Ma poi superiori a chi? A che cosa? Neanche vantassero secoli di storia familiare alle spalle, una nobiltà degna di nota, o una cultura da premio nobel. Il potere ve lo da quella lista? Ma chi cavolo pensate si debba sorbire quei noiosi e strani comunicati stampa sulle collezioni se non i giornalisti. Se una normale donna interessata ad acquistare un capo leggesse le Vs elucubrazioni mentali penso rinuncerebbe per sempre ad acquistare un abito e non capirebbe un bel niente. “Una collezione pensata per una donna al passo coi tempi, una donna che vive la sua libertà…” Ma cosa caspiterina significa? Forse conoscete donne che vogliono rimanere arretrate o serrate in una cella?

Andiamo alle sfilate. Difficilmente questi ti mandano un invito cartaceo, quando va bene in email e te lo devi anche stampare. Ok nessun problema, oltretutto gli inviti sono fatti con cartoncino spesso ed è davvero uno spreco. Ma quando arrivi all’ingresso ecco la meraviglia. L’invito cartaceo esiste ed indovina chi lo sventola in mano? Ecco strani personaggi che lo esibiscono orgogliosi come una corona nobiliare, donne che per una sfilata delle ore 15 sono vestite come per un galà, truccate abbondantemente, con una temperatura che supera i 28°. Donne dalle acconciature a mo di cofane, vedi queste faggianone che sgomitano e spingono per entrare. Ma chi sono? I primi a prendere posto all’interno sono loro, amici o parenti dei p.r. e degli uffici stampa. A parità seguono i cosiddetti vip e poi ecco avanzare delle strane creature che sulla carta di identità hanno un nome ed un sesso da uomo ma che per l’occasione si trasformano in esseri femminili.

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Non accessori rubati o presi in prestito dall’armadio della mamma o della sorella, qui si tratta di outfit da donna studiati appositamente per andare alle sfilate e per attrarre l’attenzione in modo da farsi fotografare da qualche giornalista straniero, soprattutto orientali, che trovano la cosa divertente. Io la trovo solo atroce. Ma entrate pure, entrate tutte strane creature, come vedete il circo sta prendendo forma, quasi completo, ed a breve inizierà lo spettacolo.

Mi è stato insegnato che quando due persone non si conoscono il bon ton prevede che si facciano le dovute presentazioni. Sbagliate amici miei, non lo fate vi guardano strano! Mi avvicino ad una p.r. presentandomi e facendo presente che avevo ricevuto invito in email. Risposta: “io non la conosco”. Tutto qui? Oddio amici miei ma tu sei una p.r., la socialità dovrebbe essere il tuo pane quotidiano non puoi rispondermi così! Ma sei impazzita o ti sei drogata? Forse avrei dovuto domandarle: “Scusi Lei come nasce?”. Dovrei iniziare ad essere snob con alcune persone, tanto l’antipatia la leggi già nel loro viso e riesci a fare selezione.

Ancora più eclatante e quando ricevi invito in email e confermi presenza, ma ti rechi al desk e tu non sei nella lista! Ma vi pagano davvero?

Ho trovato molto curioso che alcuni uffici stampa che nel corso dell’anno mi inviano comunicati da pubblicare al momento delle sfilate non abbiamo mai risposto ad una email di accredito. Sono tre in particolare, ne potrei fare anche i nomi, ma gli farei solo pubblicità gratuita che non meritano. Ai bambini si insegna l’educazione fin da piccoli, avete saltato qualche fase della crescita?

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Una categoria di personaggi che popolano le sfilate ed eventi è quella degli imbucati. Li riconosci perché non si aggirano mai da soli, sono eleganti e camminano quasi sempre in numero pari. L’uomo lo riconosci perché ha la giacca blu, camicia bianca, jens, mocassino, capello tirato e lucente e..come must il cellulare sempre in mano e sempre illuminato. Ti accorgi subito che non hanno l’invito perché si guardano intorno con aria sospetta, mentre se tu li guardi sono spavaldi perché sanno che entreranno prima di te perché loro alla fine conoscono qualcuno che li farà entrare. Eccoli col telefono all’orecchio, chiamano, parlano ridono…e si imbucano, entrano anche loro. Sono dell’avviso che quando non si è invitati non ci si deve presentare in un posto perché se non si è ricevuto l’invito significa che non hanno il piacere di averti tra gli ospiti. Mi accorgo invece di essere antiquato e di vivere in questa confusione mentale, il mondo non funziona così, se non ti imbuchi sei out.

La voglia di vedere la sfilata è davvero enorme cerchiamo di inghiottire anche queste brutalità, dentro ci sarà qualcosa di straordinario ad attenderci.

Salve sono stampa. No qui non si può sedere deve mettersi da quella parte. Cazzo non si vede niente! Posso concepire che in prima fila i posti siano riservati alla Menkes, Wintour, Balestra. Ma la Ribas e Beppe Convertini no! Non ho nulla contro loro anzi mi sono anche simpatici, ma quali meriti hanno acquisito? Quali vanti possono dare alla sfilata? Cari uffici stampa ma vi siete resi conto che se volete fare pubblicità negativa ad un brand ci riuscite benissimo segnalando la presenza di questi che Voi chiamate Vip? Avete letto i commenti su yahoo alle foto della Gregoraci che sfila indossando i bikini? Un odio generale sia maschile che femminile. Complimenti vivissimi. La gente non è scema ed attualmente, visti i tempi, è proprio stufa di vedere che mentre uno lavora per il proprio mensile altri non fanno davvero nulla guadagnando alle spalle altrui. Mi inchino davanti a nomi del cinema, della musica o personaggi dello spettacolo, a persone che hanno segnalato la nostra esistenza regalandoci una emozione che conserveremo sempre con Noi. Ma loro che ci hanno regalato? Il vuoto assoluto, almeno per me. Caro ufficio stampa siccome mi hai fatto sedere in fondo e non ho visto niente della sfilata l’articolo fallo scrivere ai tuoi ospiti d’onore, naturalmente in italiano corretto e con le regole della sintassi e consecutio temporum. Questo meccanismo è errato non funziona più.

Mi è anche accaduto che una p.r. mi urlasse dicendo che la stampa doveva sedersi in un altro posto. Cosa cazzo ti urli brutta stronza? Ma con chi pensi di parlare con tuo figlio o con tuo marito che forse va la sera coi trans. Repressa ed acida che non sei altro non ti consento di urlarmi. L’avrei forse dovuta sputare ma sono un Signore a differenza sua. Forse anche Lei avrà sbagliato lavoro, la vedo bene come venditrice di broccoli in un lercio mercato rionale di un paese delle montagne. Non sei degna di stare in quel luogo quasi sacro dove dovrà andare in scena l’arte e la fantasia ed il lavoro di una intera squadra. Esci fuori cogliona!

Un famoso brand ogni anno mi scrive in email: “siamo spiacenti ma non possiamo accreditarla per questa sfilata per carenza di posti”. Sono due anni che scrivono la stessa email, potrebbero modificare il testo volendo, ma poi mi chiedo: ma chi vi ha chiesto che io voglio venire alla Vs sfilata!

Che delusione. Ed io che pensavo di trovare il gotha del giornalismo, dell’eleganza, della bellezza. Nulla. Il deserto. Questi nomi si trovano ormai incisi a carattere cubitali su lapidi cimiteriali attorniate da putti lacrimanti che ne piangono la scomparsa.

Restituite onore e dignità alla moda.

p.s. Denuncerò ogni abuso e sopruso sempre. Chi sbaglia deve accollarsi le proprie colpe facendo anche nomi.

Technorati Tag: fashion week milano,uffici stampa milano,p.r.milanesi,sfilate moda,agenzia di comunucazione milano

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COMMENTI (1)

Da vane_vent
Inviato il 24 febbraio a 15:51
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Ma che articolo meraviglioso!!! L'ho letto tutto, interessantissimo!

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