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Le sorelle Talmadge: quando l’avvento del sonoro vuol dire fine della carriera

Creato il 30 maggio 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Le sorelle Talmadge: quando l’avvento del sonoro vuol dire fine della carriera

(Norma Talmadge, Jersey City, 26 maggio 1893 – Las Vegas, 24 dicembre 1957)
(Constance Talmadge ,Brooklyn, 19 aprile 1897 – Los Angeles, 22 novembre 1973)
(Natalie Talmadge, Brooklyn, 29 aprile 1898 – Santa Monica, 19 giugno 1969)

Delle tre sorelle Talmadge, la cui infanzia è stata segnata dalla povertà e dell’abbandono del padre, Norma è stata quella che ha raggiunto maggior successo, specializzandosi nel melodramma e diventando cosi una delle dive più affascinanti del cinema degli anni ’20, sebbene il suo nome , oggi, ai più , non dice nulla. Figurarsi i nomi delle sue due sorelle (non di successo e di talento come lei).

E’ proprio la signora Peg Talmadge ad incoraggiare le figlie ad entrare nel mondo dello spettacolo attraverso alcune foto che venivano delle canzoni illustrate che a quei tempi venivano proiettate nelle sale prima dello spettacolo principale. Peg punta soprattutto sulla primogenita Norma, si recano insieme agli studi della Vitagraph; riescono a scavalcare i cancelli ma vengono buttate fuori dal direttore del casting. Tuttavia Norma viene notata da uno scenografo che le fa avere una parte nel film del 1909 “The Household Pest”riuscendo poi ad entrare definitivamente nella compagnia; nel 1910 recita nel suo primo vero film “Love of Chrysanthemum”, seguono “Neighboring Kingdom” del 1911 e il suo primo grande successo “Racconto di due città“ accanto alla stella dello studio Maurice Costello che venne fatto uscire a puntate. Delicata, raffinata, elegante , carismatica e piena di humour e di buona volontà la Talmadge non impiega molto tempo a diventare la più promettente attrice della Vitagraph. Nel 1915 la sua carriera prende una svolta importante grazie al film “The Battle Cry of Peace” di propaganda anti-tedesca ma soprattutto grazie all’ambizione della madre che le fa lasciare quello stesso anno la Vitagraph (per la quale aveva girato circa 250 film) per firmare un contratto di due anni con la National Pictures Company.

Ma l’esperienza presso la National si rivela un fallimento dopo il fiasco al botteghino del film “Captivating Mary Carstairs”. Niente panico, c’è la Triangle Film Corporation, di cui il supervisore delle produzioni è Griffith, ad offrire l’opportunità a Norma di mettere in mostra il suo talento e la sua bellezza particolare con la commedia di John Emerson “The Social Secretary” del 1916. Nello stesso anno sposa anche il ricchissimo impresario e produttore di Broadway Joseph Schenck con il quale fonda nel 1917 la “Norma Talmadge Film Corporation”, ed è proprio da questo momento in poi che definisce perfettamente i suoi personaggi che tanto affascineranno il grande pubblico: punta sul suo sguardo e sulla personalità di donna borghese che crede nei valori morali grazie ai quali riuscirà ad avere la meglio sulle difficoltà e sui tormenti dovuto alle vicissitudini delle vicende sentimentali. Lo dimostra nei film hollywoodiani “Within the Law” (1923), “Secrets (1924), “The Lady” (1925), “Kiki” (1926), “Camille” (1927) e “Du Barry, Woman of Passion” (1930).

Schenck fa di tutto per fare della moglie la più grande star vivente e ci riesce perchè tutte vorrebbero essere Norma Talmadge e vedere (o forse meglio dire vivere) i suoi romantici ma a volte stravaganti, nonché costosissimi film. Sistema anche le sue sorelle: al secondo piano dello studio di New York c’è la “Constance Talmadge Film Corporation” che realizza commedie mentre al piano superiore c’è Natalie che lavora sia come segretaria che come attrice (piccoli ruoli) nei film delle sorelle che qualche anno dopo sposerà il grande Buster Keaton che dirigeva la sezione dei film comici. In effetti Natalie è ricordata più per il suo matrimonio burrascoso con Keaton (dal 1921 al 1932) che per aver preso parte ad alcuni film tra i quali figurano “Intolerance” al quale partecipò anche Constance nell’episodio babilonese, “A country Hero”, “La casa stregata” e “La legge dell’ospitalità” insieme alla sorella Constance,questi ultimi due diretti da Keaton.

Intanto Norma raggiunge un grandissimo successo con il film , oggi perduto, “Panthea”del 1917, facendo di lei un’attrice drammatica di assoluta grandezza. Gira quattro-cinque film all’anno tra cui meritano di essere menzionati : “Poppy” (1917), “The Moth e The Secret of the Storm Country” ed il seguito “Tess of the Storm Country”, “The Safety Curtain”, “Her Only Way”, “Forbidden City”, T”he Heart of Wetona” e “The Probation Wife”, tutti diretti da Franklin. Ancora film di successo negli anni ’20 : “Yes or No”, “Passion Flower” e “The Sign on the Door”. Nel 1922 mette il sigillo sul suo più grande successo, “Smilin’ Through”, diretto ancora una volta da Franklin; una delle più grandi storie d’amore mai portate sullo schermo nell’epoca del muto. Franklin dirige anche Constance nei film :”L’amante primitiva” e “La scuola delle mogli”.

Dopo aver chiuso gli studi a New York, Norma e sua sorella si trasferiscono ad Hollywood, lavorando a film molto diversi, più sfarzosi ed imponenti e con grandi registi, (uno su tutti Frank Borzage), ma non sempre di buona qualità. Diventa cosi anche una delle attrici più pagate degli anni ’20 e ammirata dai suoi fans. Dopo la separazione dal marito, perché innamoratasi sul set di “Camille” del collega Gilbert Roland, Norma Talmadge comincia ad intravedere il suo declino artistico che colpisce anche le sue sorelle, dovuto all’avvento del sonoro. I suoi ultimi film muti sono “The Dove” (1927) e “The Woman disputed“ (1928), insuccessi presso il botteghino.

Ma nonostante questo Norma non vuole farsi trovare troppo impreparata di fronte alla rivoluzione del sonoro e quindi prende lezioni di dizione; “New York Nights” del 1929 è il suo primo film sonoro. Non ha successo e il secondo “Madame du Barry” dell’anno successivo si rivela addirittura un fallimento. Constance le invia un telegramma che se da un lato potrebbe far pensare ad una mancanza di fiducia e di incoraggiamento, dall’altro trasuda di saggezza e concretezza: « Smettila di sfidare la fortuna, bimba! I critici non possono massacrare i fondi fiduciari che mamma ha organizzato per noi ! ».Cosi Norma, pian piano, si convince che ormai è diventata un’icona del passato e che il pubblico vuole nuovi eroi ed eroine con cui identificarsi; lascia definitivamente il cinema nonostante il suo contratto preveda altri due film.

Finalmente può liberarsi del peso dello status di diva che mal aveva sopportato per tutta la sua vita (stato d’animo abbastanza comune dei divi del cinema di ogni epoca, per la verità) e che si riassume perfettamente in una frase che pronuncia con dolcezza ai suoi fans che l’attendevano fuori da un ristorante: « Andatevene cari! Non ho più bisogno di voi! ». Nel 1934 Schenck le concede il divorzio e più tardi sposa il comico George Jessel, tutta via l’impresario continua ad aiutare le sorelle Talmadge, curando i loro affari e le loro finanze. Nel 1939 Norma divorzia anche da Jessel e nel 1946 sposa un medico di Beverly Hills, diventando sempre più solitaria e dipendente dagli antidolorifici per curare una invalidante forma di artrite. Come altre loro colleghe del muto, ed in particolare Norma, le sorelle Talmadge risentirono moltissimo i duri contraccolpi dei mutamenti del cinema, della tecnica e dei gusti degli spettatori.

Peg Talmadge aveva indirizzato le proprie figlie verso il successo e una solidissima situazione finanziaria come riscatto sociale, sebbene, soprattutto Constance e Natalie non abbiano mai avuto grande passione per questo lavoro. Lo dimostra anche il fatto che solo Norma, seppur involontariamente, è stata la prima diva a dare il via ad una celebre tradizione hollywoodiana , mettendo un piede nel cemento fresco di fronte al Grauman’s Chinese Theatre.

Constance Talmadge
Constance Talmadge
Natalie Talmadge
Natalie Talmadge
Norma Talmadge
Norma Talmadge
Le sorelle Talmadge: quando l’avvento del sonoro vuol dire fine della carriera
Le sorelle Talmadge: quando l’avvento del sonoro vuol dire fine della carriera

di A. Grasso


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