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Le stelle di Giuseppe Ungaretti

Creato il 10 agosto 2012 da Nicola Nicodemo
Le stelle di Giuseppe Ungaretti La notte di San Lorenzo è un appuntamento imperdibile con il nostro universo. Forse una delle poche occasioni in cui ci soffermiamo a guardare il nostro cielo stellato. Alzando gli occhi verso l'alto, vedere un meteorite fuggire via un po' timido tra le stelle di una volta limpida e scura, ci riempie di meraviglia, come se si trattasse di uno di quei fenomeni misteriosi e inspiegabili, che certamente dovevano destare stupore nelle menti dei nostri antenati, qualche migliaio di anni fa. 
E oggi, quell'antico rituale di osservare il cielo per manifestare la volontà di un dio temuto o prevedere il futuro, o tracciare mappe celesti nei primi studi di astronomia, si ripete a cadenza annuale, in queste notti. Il fascino dell'universo si rianima. Attorno ai falò, sulle spiagge o sulle colline, astronomi dilettanti si armano di improvvisati telescopi, alla ricerca del loro meteorite (impropriamente confuso con "stella" cadente) per esprimere un desiderio.
Di fronte alla notte e all'immensità dell'universo, l'uomo ritorna bambino, come nella poesia di Ungaretti. Un bambino che si guarda intorno spaesato, ebbro della gioia e dell'energia che lo spazio gli trasmette.
La notte bella di Giuseppe Ungaretti Quale canto s'è levato stanotte
che intesse
di cristallina eco del cuore
le stelle

Quale festa sorgiva
di cuore a nozze
Sono stato
uno stagno di buio
Ora mordo
come un bambino la mammella
lo spazio
Ora sono ubriaco
d'universo.

Stella, mia unica stella di Giuseppe Ungaretti
Stella, mia unica stella.
Nella povertà della notte,sola,
Per me, solo, rifulgi, Nella mia solitudine rifulgi, Ma, per me, Stella Che mai non finirai d'illuminare Un tempo ti è concesso troppo breve, Mi elargisci una luce  Che la disperazione in me  Non fa che acuire.

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