Magazine Diario personale

Le storie che non conosci

Creato il 10 aprile 2015 da Povna @povna

Rientro col botto, questa settimana, per la ‘povna. La tabella excell che sta diventando allo stato attuale la sua vita non perdona, e recita impegni millimetrici, tutti, e tanti, che basta un niente per mandare il calendario a gambe all’aria.
Tempo di gita di Appennino con le Giovani Marmotte – che se ne andranno nella (quasi) totale unanimità a scoprire il loro proprio specchio di Galadriel a partire da lunedì prossimo. Sarà una storia ignota, come sempre quelle che regala in Appennino; e, se i segni dicono il vero, sarà bella. La ‘povna insieme a Mickey Mouse è pronta alla partenza, e non vede l’ora, insieme a loro, di saggiare.
Tempo di riscossa per gli Extraterrestri, che, dopo essere stati bacchiati comme il faut all’ultimo consiglio, stanno provando a impegnarsi per non passare tutta l’estate sui libri (o anche da ripetenti): e per la prima volta la ‘povna vede i segni di un miglioramento sensibile e fattivo.
Tempo di #ioleggoperché, come si diceva, su tutti i fronti; e la ‘povna organizza, spiega, coordina, e – grazie all’aiuto dei Merry Men – durante la compresenza a Scrittura del territorio, con il plotter, stampa pure le sue brave locandine. Per l’occasione, prima Cirillo Skizzo le presta il suo personale cordino per legarle e portarle a casa in un bel rotolo (“Te lo ridò domani, se non lo perdo”; “Prof., non dica così, se no, non glielo presto mica!”), poi il bidello FacTotum le trova e le regala un bel tubo portaprogetti. E la ‘povna si sente sempre più assimilata agli ingegneri che popolano la scuola dove insegna (“Chissà se una maturità con il minimo riesco a prenderla, quest’anno” – scrive all’Ingegnera Tosta; “Certo che sì”, ribatte lei, “oramai lo sei ad honorem”).
Tempo di secondo giro di simulazioni per gli esami di Stato, coi Merry Men, mentre al primo la ‘povna si ritrova a dare il suo secondo 10 della sua carriera, a Orlando (“Se penso che rischi l’ammissione, ti prenderei a sberle” – e lui pian piano impara a uscire dal suo dolore grande, e le sorride).
Tempo del grande torneo di calcio che si avvicina (il prossimo 24), dove la ‘povna e i Merry Men dovranno difendere il titolo con una squadra e una sezione mutilata.
E tempo di insulti, anche, come non capitavano da quasi due anni, per la ‘povna e per Esagono. Questa mattina, infatti, per il loro ricevimento (che un caso assoluto ha voluto in contemporanea, stessa ora, stesso giorno), si presenta la mamma di Jago. Jago è un elemento aggiunto alla classe dei Merry Men da quest’anno. Viene da una scuola molto costosa e privatissima, dove ha recuperato, in un anno solo (e al modico costo di circa quindicimila euro) ben tre anni. Per l’ultimo ha deciso, bontà sua, di ritornare alla scuola pubblica, che ha però continuato a frequentare modello albergo e/o ristorante: che si traduce nel nobile e molto maturo atteggiamento: “faccio i fatti i miei se sono in classe, questo quando ovviamente non rispondo, e a scuola vengo quando mi pare”. Per questo la ‘povna ed Esagono, insieme a tutto il consiglio, hanno mandato una serie di lettere e convocazioni alla famiglia, che però, per lungo tempo, si è fatta di nebbia. Poi, a marzo, improvvisamente, la mamma di Jago si è resa conto che all’esame mancherebbero tre mesi scarsi, e ha iniziato, settimana per settimana, a venire a scuola a tampinare. All’inizio, chiedendo scusa e anche consigli; poi, con storie sempre più lacrimevoli da condividere. La ‘povna e il suo amato vicepreside hanno, di volta in volta, spiegato, consolato, fatto la voce ferma, parlato con lei, con lui, insieme e separatamente; hanno fatto risottoscrivere il patto educativo, chiesto e ricevuto milioni di promesse. Nei fatti però Jago ha continuato a fare i propri comodi, e la situazione non ha di certo cominciato a migliorare.
Oggi, nuovo round del dopo pasqua. La mamma di Jago parte con la ‘povna, racconta l’ennesima storia lacrimevole (nella quale prima si ammalano, poi muoiono, poi risorgono nella confusione del racconto, lei stessa, lui, una nonna e un nonno); poi, al momento di chiamare Esagono, la metamorfosi. Se prima la cifra del colloquio era stata la pietas, adesso i toni, all’improvviso, si infiammano: accuse alla scuola, a loro due, a tutti di “non capire, non impegnarsi, pensare solo allo stipendio”; minacce sparate variamente (avvocati, carabinieri, medici, e chi più ne ha, ne metta) in un crescendo di violenza che è difficile raccontare. Sono queste le situazioni nelle quali la ‘povna (che coi genitori in quindici anni ha avuto non pochi problemi, ma pochissimi) si congratula con se stessa per aver chiesto a Esagono di guidare la baracca, perché lui è un incassatore formidabile; resta pacato, come un foglio excell, ma non accomodante. E, dopo aver ascoltato, replica parole serie, giuste, e incontrovertibili, che sono difficili da smontare.
La mamma di Jago infatti ribatte, ma pochissimo. E alla fine la tempesta si placa (anche perché non ha appigli). La ‘povna corre in laboratorio per Scrittura del Territorio con un’ora di ritardo: “Eccola, prof., iniziavamo a preoccuparci!” – la accoglie Soldino col suo sorriso storto. “Scusatemi, ragazzi” – ma gli occhi cercano l’Ingegnera Tosta, telegrafandole, di lì a due ore, sulla strada delle vasche, una lunga storia da narrare.
Così si arriva alle 12 (due ore dopo la fine del suo orario di servizio) in sala professori, quasi volando. Esagono è lì anche lui, ma sa che non può disturbarle. Ma c’è il tempo per uno scambio rapido: “Ho detto all’Ingegnera del nostro istruttivo colloquio” -abbozza la ‘povna. Lui alza le spalle mesto. “Ma che cosa è la storia che raccontavi alla mamma di Jago, che uno dei nostri ragazzi ha avuto un attacco di panico? Chi, tra i Merry Men? Possibile che non mi sia accorta di nulla?”.
Esagono sorride, sornione, il suo sorriso largo: “Ma no, ‘povna, in un’altra classe”. Pausa. “Per i Merry Men, tranquilla, di qui a giugno, di panico, basta il tuo caso”.
La ‘povna ride, di rimando, e poi si ferma per via a comprare camomilla. L’arrivo a casa è all’alba delle quattro, con svariate incombenze ancora da portare a termine. Il tempo per il venerdì del libro, questa settimana, non esiste. Ci sono troppe storie nella vita di carne, in questa fine di pentamestre, da vivere, scoprire e raccontare.


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