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“Le Tigri di Mompracem” – Emilio Salgari

Creato il 21 agosto 2012 da Temperamente

“Le Tigri di Mompracem” – Emilio SalgariOggi, 21 agosto 2012, ricorre il 150° anniversario della nascita di Emilio Salgari, che vogliamo ricordare con Le Tigri di Mompracem, primo romanzo della saga del suo eroe più famoso, Sandokan.

È un onore parlarne, perché “la Tigre della Malesia”, in verità, non è un principe del Borneo, ma un veronese, proprio come me: Sandokan è nato a puntate su un quotidiano di Verona, La Nuova Arena, nel 1883, è cresciuto in 150 puntate di feuilleton ed è arrivato, dopo vari rimaneggiamenti, alla versione che conosciamo, per i tipi dell’editore Donath (1901).

Anche chi non ha mai letto una riga di Salgari conosce la leggendaria storia di Sandokan, principe spodestato dagli inglesi che diventa il terrore del mare della Malesia. Affiancato dai suoi pirati, i “tigrotti”, Sandokan è protagonista di leggendarie avventure tra i flutti, finché si innamora della bellissima Marianna, che a sua volta lo riama ma che, ahimè, è inglese e appartiene perciò al popolo dei suoi nemici.

Salgari, nei suoi romanzi, parla di luoghi esotici conosciuti solo attraverso resoconti di viaggi, incorrendo talvolta in inesattezze o errori storici.  È uno scrittore-artigiano, che impara a scrivere sui quotidiani, privo di raffinatezze sintattiche. Tuttavia, da questo imperfetto lavoro di bricolage letterario e storico-geografico scaturisce la capacità di accendere il sogno. Le tinte rosa, il noir e le ricche pennellate d’avventura costituiscono gli ingredienti di una miscela narrativa esplosiva, che ha avuto il potere di incantare e affascinare generazioni di lettori.

Salgari stesso si identifica con i suoi eroi. Il giovane Emilio crea Sandokan a soli ventun anni, dopo essere stato respinto alla scuola navale di Venezia:  le battaglie, le tempeste, i naufragi e gli arrembaggi, vissuti sulla carta, diventano allora la dimensione consolatoria  delle gratificazioni negate dalla realtà.

Non deve essere stata una vita facile, quella dell’uomo Salgari, quello che prima di scrivere tentò molti lavori (avviò una biblioteca circolante e un noleggio di bici) senza fortuna, quello che ebbe una figlia malata di tubercolosi e una moglie ricoverata in manicomio, con il rammarico di non avere sufficiente denaro per curarla.  È proprio lui che vogliamo ricordare oggi: l’uomo e lo scrittore, che prima di togliersi la vita, la mattina del 25 aprile 1991, a Torino, scrisse: “spezzo la penna”. Ma per tutti i lettori che l’hanno amato, lo amano e sono cresciuti con le sue storie, quella penna non si è mai spezzata.

Lara Cappellaro

Emilio Salgari, Le Tigri di Mompracem, Collana Acquerelli, Giunti Demetra, 2011 [edizione tratta dall'originale Donath del 1901, conservato presso la Biblioteca Civica di Verona]


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