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Le ultimarie del PD

Creato il 24 ottobre 2012 da Tnepd

Le ultimarie del PD

Le ultimarie del PD Per fortuna non ho il problema di votare alle primarie del PD, ma a chi intendesse spendere due euro per il partito e dilaniarsi nel dilemma Matte/oRenzi o PierluigiBersani o ParaVendola o Kittammuort, suggerirei di leggersi prima qualche brano della Carta d’Intenti, dei dieci piani di scelleratezza della coalizione di presunto centrosinistra. Ovvero del contratto capestro che chi oserà votare per le primarie del Partito Bestemmia dovrà sottoscrivere con una goccia di sangue, l’amputazione del mignolo e la promessa futura della cessione del secondo canale ad vitam e ad libitum. Riprendo da Piovonorane di Alessandro Gilioli, al quale rimando per i condivisibili e fin troppo urbani commenti a questa boiata infame:

«Le forze della coalizione [PD, SeL e PSI, ndr], in un quadro di lealtà e civiltà dei rapporti, si dovranno impegnare ad assicurare la lealtà istituzionale agli impegni internazionali e ai trattati sottoscritti dal nostro Paese, fino alla verifica operativa e all’eventuale rinegoziazione degli stessi in accordo con gli altri governi; (…) ad appoggiare l’esecutivo in tutte le misure di ordine economico e istituzionale che nei prossimi anni si renderanno necessarie per difendere la moneta unica».

A me basterebbe questo paragrafo per rovesciargli il tavolino e mandarli tutti affangala. Per chi non avesse capito bene, questi disgraziati, che hanno firmato l’unconditional surrender a bordo della portaerei Europa, ci obbligano ad ingoiare a cucchiaiate il fiscal compact, ovvero la nostra condanna a morte come paese avanzato. Il fiscal compact che vieta per legge qualsiasi politica economica diversa dal liberismo menemiano dei Chicago boys, ed è un atto di sottomissione alla globalizzazione, l’adesione allo shibari dell’euro, al legame a nodi scorsoi alla moneta unica. E per farlo sono disposti ad allearsi con chiunque, anche con il Diavolo, se occorre. Con la destra, non ne parliamo. Ma c’è dell’altro nella Magnamagna Carta. Ci sono le solite supercazzore prematurate con scappellamento di Sistina come fosse Fanfani sui diritti civili – volute dalla preta Bindi, e alcuni colpi ben assestati alla Costituzione e alla democrazia (rimando sempre a Gilioli per il dettaglio).
Curioso, ma non troppo; la Bindi si appella alla Costituzione (a sproposito) quando vuole impedire la legalizzazione delle unioni gay ma se ne dimentica quando si tratta di questioni ancor più fondamentali come le regole democratiche e di rappresentatività del popolo. Basti vedere come verrà aggirato, pulendosi con la Carta, il vincolo di mandato. Questa coalizione non ha un programma perché il programma è quello di Monti, il salvataggio dell’Italia dalle grinfie di J. Maynard Keynes. Visto che si tratta solo di eseguire gli ordini, qualunque scherano andrebbe bene, anche l’autista della Finocchiaro o lo stesso Mario Monti. Eppure i piddini grigi, che non sono per niente choosy visto che si litigano a borsettate un posto da boia, sono indecisi da morire se la mannaia la debba impugnare il segretario allo gnocco fritto o il Bischerenzi o qualcun’altro purchessia. L’avete udito il Matte/oRenzi parlare delle regole delle primarie ed appellarsi al garante della privacy minacciando le carte bollate. Ha paura di perdere i voti dei bimbiminkia. Ha paura che il bottegone faccia vincere il segretario. (Ma quando mai!)
Mica si scandalizza per i contenuti ultraliberisti da tea party della Carta degli intenti. Lui e Bersani condividono lo stesso programma, quindi di quali primarie, di quale competizione, di quali differenze stiamo parlando?  Termino con Pietro Ichino, grande consigliere di Renzi.

“Considerare la finanza come cattiva, come la responsabile della crisi economica globale equivale a dimenticare che senza finanza lo stato non avrebbe neppure potuto prendere il denaro a prestito nei mercati internazionali, e che quindi non avrebbe potuto praticare quelle politiche keynesiane (??!) che gli stessi Bersani e D’Alema indicano come necessarie e salutari. Perciò mi chiedo se in questa polemica contro la ‘finanza cattiva’ non torni fuori  quell’antica concezione manichea della sinistra che da una parte mette la operosa e buona classe operaia, mentre dall’altra la classe borghese rapace e sempre a caccia di rendite. Una polemica che, se fosse in questi termini, trasformerebbe il Pd in una creatura politica più antica di quello stesso Pci che aveva tentato di mandare in soffitta queste differenze.”

(Non ho bisogno di ricordare che i prestiti dai mercati internazionali non sono a fondo perduto, come i bonifici alle Olgettine).
Insomma, che la sinistra la smetta di essere sinistra così sarà perfetta. Non è meraviglioso tutto ciò?


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