Magazine Satira

Le ultime strisce di Giacomo

Creato il 20 ottobre 2011 da Nictrecinque42 @LositoNicola

Tentare non nuocestriscia99a

 

Riconoscimenti

striscia100a

 

Preghiera

striscia101a

 

La frittata è fatta…

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Con questa striscia terminano “I pensieri e le divagazioni del Signor Giacomo” scritti e disegnati a matita nel 1968.

Per concludere, ecco la prefazione scritta nel 2002 da mia figlia Emanuela per la prima edizione elettronica e cartacea del libro realizzata in occasione del mio sessantesimo compleanno. Nel 2011 ho presentato le strisce del Signor Giacomo a puntate in questo blog e, in parte, nel sito letterario Neteditor.

Quando mi è stato chiesto di scrivere due parole di presentazione del libro a fumetti di mio padre, la mia prima reazione è stata di sorpresa. Come è possibile, mi sono detta, che NLosito desideri che a introdurlo sia proprio la persona che negli ultimi tempi sembra essere la fonte del suo scoramento esistenziale, la causa prima di ogni suo mal di pancia, la protagonista dei suoi peggiori incubi. Inizialmente ho pensato a una sorta di “effetto laurea”, a un improvviso moto di stima di NLosito nei miei confronti, ma, poiché simili moti, nel nostro, sono generalmente brevi e passeggeri, ho scartato tale ipotesi.

Alcune delle persone che conoscono l’autore, mi hanno suggerito che a spingerlo a rivolgersi a me potrebbero essere stati o il masochistico desiderio che parlassi pubblicamente male di lui o la vana speranza che gli dedicassi parole più gentili di quelle che, negli ultimi tempi, siamo soliti scambiarci, ma nemmeno queste ipotesi mi hanno convinto.

Mettendo temporaneamente da parte dubbi e perplessità, ho quindi deciso di rileggere I pensieri e le divagazioni del Signor Giacomo, cercando di trovarvi una risposta. Scorrendo le strisce del fumetto, nuovi interrogativi si sono a questo punto sovrapposti a quello di partenza: chi è il Signor Giacomo? Come è nato? Come è accaduto che un brillante ingegnere, agli inizi della sua carriera lavorativa, abbia deciso di dar sfogo ai suoi più intimi pensieri attraverso un buffo personaggio a passeggio per le strade di un surreale paesaggio animato da alberi di ogni specie?

Nonostante NLosito, nelle sue dichiarazioni ufficiali, neghi l’esistenza nel fumetto di ogni riferimento autobiografico, è chiaro non solo che il signor Giacomo nasca graficamente dalle lunghe ore spese dal suo disegnatore a contemplarsi davanti a uno specchio, ma anche che in molti dei suoi pensieri si rifletta lo stato d’animo di grande confusione in cui, fin dalla giovinezza, egli trascorreva le sue giornate.

È possibile inoltre cogliere nel protagonista del fumetto chiare tracce di ciò che il suo disegnatore è oggi, quarant’anni dopo il periodo d’oro della sua giovinezza da scapolo.

Giacomo ha il vizio monomaniaco del gioco, NLosito ha il vizio monomaniaco del computer, a cui, nel tempo, ha sacrificato gran parte delle sue cellule cerebrali.

Giacomo ama la mamma e fugge le donne che gli chiedono un impegno, NLosito ama la sua “moglie-mamma” e fugge le due fanciulle che, ahimè, ha generato in un momento di distrazione e che, crescendo, gli hanno creato, insieme al figlioletto ultimo nato, non poche noie.

Giacomo nasconde il suo credo politico per non perdere lettori, NLosito è costretto a nascondere le sue idee politiche (criticabili sotto molto punti di vista… eh eh!) di fronte ad amici e conoscenti di destra e di sinistra con cui è costretto ad avere a che fare.

Povero signor Giacomo, povero NLosito, nessuno sembra capirlo, neppure il suo disegnatore, neppure la sua famiglia…

Forse è questa la chiave di lettura del fumetto e della lunga esistenza del suo autore che, ora, per questo piccolo dono a parenti e amici, merita un affettuoso applauso, un applauso che, per una volta, anch’io mi sento di fare (naturalmente molto breve!) e che invito i futuri lettori a rivolgergli, insieme ai più sinceri auguri per il suo sessantesimo compleanno.

Con affetto.

Emanuela Losito



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