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Leali......a tutti i costi?

Creato il 13 giugno 2010 da Manuel
LEALI......A TUTTI I COSTI?
UN MOMENTO DI RELAX IN UNA CALDA DOMENICA, SFOGLIANDO UN QUOTIDIANO SPORTIVO DOPO UNA MATTINATA IN SELLA. ECCO LA PAGINA SUL CICLISMO; MI RACCONTA CHE…
Per chi non lo sapesse, da pochi giorni è iniziato il Giro-Bio. Il vecchio Giro d’Italia dei dilettanti, simpaticamente soprannominato Giro-Baby. Corsa ciclistica lunga una decina di giorni da dove, solitamente, escono i campioni del domani. Che Dio li aiuti!
La squadra ciclistica Lucchini-Unidelta è stata espulsa dalla manifestazione perché, in un’operazione di controllo avviata dalla Procura di Padova, presso diverse sedi (tra queste l’abitazione di Bruno Leali, Team Manager), sono stati trovati medicinali, integratori, farmaci vietati e siringhe.
Bruno Leali ha detto (non posso copiare dalla Gazzetta Sportiva perché la riproduzione è riservata) che queste porcherie le teneva nello zaino pronte all’uso, ma che aveva intenzione di usarle solo dopo essersi fatto fare una ricetta dal medico sociale. Leali era consapevole anche di non poter tenere queste medicine, ma l’ho ha fatto per poter “intervenire rapidamente.” Capirete che queste ultime due parole, sono inaccettabili (come se il resto fosse acqua di rose).
Il Giro-Bio è un’idea pensata per far diventare la carovana un’enorme carrozzone controllabile su diversi aspetti. I ragazzi mangiano insieme, dormono insieme in caserme dimesse oppure collegi ora vuoti perché chiuse molte scuole, fanno i massaggi assieme, ecc… Che i controlli nell’ambiente dei dilettanti siano troppo pochi, è storia che va avanti da anni. Come nel ciclismo amatoriale, sembra che il doping esista solo tra i professionisti. Ora che si è aperta questa ennesima fogna, la speranza è che i controlli vengano moltiplicati a velocità del fulmine, ma come capita di solito in occasioni come queste, chi aveva porcherie nascoste le avrà già fatte sparire nello scarico (e non penso sia solo un modo di dire!).
Tanti ex ciclisti del periodo ’80 e ’90 hanno convissuto con il doping, quando non fattone uso. Tanti si sono tappati le orecchie o il naso, cercando di farsi gli affari propri per non inguaiarsi in rogne più grandi di loro. Altri invece hanno deciso che il ciclismo di ieri, è l’unico modo di far andare avanti il carrozzone di oggi. Spremuti loro nel ciclismo di 20 anni fa, spremiamo i ragazzi di oggi. Se oggi un genitore decidesse di bucar le gomme alla bici di suo figlio dodicenne per non fargli frequentare l’ambiente ciclistico, chi gli darebbe torto? La colpa è di tutti? Per il doping proprio per niente, perché il generalizzare vuol dire alzare quel polverone di frasi fatte che permette ai falsi di nascondervisi dentro; la colpa è di persone false e disoneste, degli ancora troppi “Leali” che spargono marciume tra i giovani. Troppi ex degli anni ’80 e ’90 sono riusciti a salire sulle ammiraglie in questi anni.
La gente che ha vera passione per lo sport od il ciclismo sa apprezzare anche chi pedala a 25 di media, e non che viaggiano come motorini a 18 anni. Se credono che noi appassionati vogliamo ogni anno il record per salire sull’Alpe d’Huez o sul Croce d’Aune, sui 200 stile libero, sui 400 metri ad ostacoli, non è così. Lo sport continua ad ammazzarsi da solo; continuerà così o si stancherà?

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