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Lealtà

Creato il 13 aprile 2011 da Malacarne_nonconunlamento

LealtàSegnali di fumo articoli

a cura di Dale Zaccaria

A prima vista gode di buonissima fama. Cosa c’è di meglio della lealtà ? Di Massimo Fini sulla rivista Linus Anno XXXI

Cosa c’è di più rispettabile di un uomo leale cioè di chi, come dice il Palazzi “mantiene le promesse fatte?” Lo stesso Palazzi dà i seguenti sinonimi di leale: fedele. fido, retto, sincero, giusto, onesto, galantuomo, probo, integro. E sinonimi di lealtà sono: fidatezza, galantomismo, onestà, rettitudine, onoratezza. Ma già quest’ultimo termine, onoratezza, fa scattare un campanello d’allarme. Il mafioso è infatti chiamato uomo d’onore e la mafia onorata società. Del resto anch’io, all’inizio, ho abbinato l’uomo leale a quello rispettabile ma nel codice di Cosa Nostra il mafioso è detto anche uomo di rispetto. Ci accorgiamo allora che il termine lealtà è ambiguissimo. Perché sta al crocevia fra l’uomo e la legge. Lealtà indica infatti un tipo di rapporto fra gli uomini che si crea al di sotto, al di sopra, o comunque fuori dalla legge. Non è un caso in cui l’epoca in cui il concetto di lealtà ebbe maggior corso è quello feudale quando, caduto l’Impero romano e il suo ordinamento giuridico, gli uomini si radunano in gruppi relativamente piccoli (i feudi) per motivi di autodifesa in assenza di una legge generale o di chi possa farla rispettare, “essere l’uomo di un altro uomo” dice Marc Bloch, esprime l’essenza del rapporto feudale, cioè un vincolo personale che si sostanzia di lealtà e fedeltà. Infatti per gruppi di uomini che vivono nell’assenza di leggi, certe, come avviene, nella sostanza, nel mondo feudale, la lealtà e la fedeltà reciproche sono essenziali, pena la scomparsa del gruppo. Questo è lo stesso motivo per cui lealtà e fedeltà sono basilari in tutti quei gruppi che all’interno di un ordinamento costituito e stabile si muovono al di fuori della legge: malavita, tangentocrati, camorra, mafia (non a caso la mafia, non è che inizialmente, il rifiuto da parte dello mondo feudale dello Stato unitario e delle sue leggi). Chi nella malavita, nella camorra, nella mafia viola il codice di lealtà e fedeltà tradisce e tradendo mette a rischio la sopravvivenza dell’intero gruppo, è perciò bollato col più sprezzante dei nomi: infame. La lealtà si trasforma quindi in omertà mafiosa quando questo vincolo personale è utilizzato contro l’ordine costituito. Di questo si era ben reso conto Dante che nel Convivio dà, invertendo i termini, una definizione capovolta della lealtà: “lealtà è seguire… quello che le leggi dicono”. (…)”



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