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Legge sul prezzo del libro & obiezioni varie

Creato il 27 luglio 2011 da Abo

E alla fine ecco la tanto discussa legge sul prezzo del libro, qui. Ed ecco anche il mio (non richiesto) punto di vista su alcune delle obiezioni che si leggono in giro.

Questa legge è fatta per colpire Amazon (al nome Amazon, scatta una musica celestiale).
Oltre ad Amazon, sarebbe il caso di espandere il discorso anche ai grandi retailer online che si affacciano sul mercato: Apple e Google.
Ora, sono un soddisfattissimo possessore di Kindle, nonché un mac user della prima ora, e la mail di questo blog è su Gmail: tutti e tre questi colossi offrono prodotti e servizi che apprezzo. Però da questo a vederli come benefattori della cultura ce ne passa. Bezos ha scelto il libro come mercato perché ha intuito che fosse un settore dai grandi margini, NON per una lacerante passione culturale. Goggle sta scannerizzando milioni di libri per poi vendere più pubblicità, NON perché è preoccupata di conservare lo scibile umano.
Vorrei anche ricordare, come avevo già postato tempo fa, che Amazon non è propriamente un bengodi, soprattutto per i piccoli editori.
Se domani tutti questi grandi player scoprissero che con la carta igienica si fanno affari d’oro, bye bye cultura.
Ci andrei molto cauto con l’agiografia di Amazon e company, insomma.

La legge è frutto dei soliti grandi gruppi di potere editoriale.
Curioso, visto che decine e decine di piccoli e medi editori si sono espressi a favore, e quando l’hanno criticata, lo hanno fatto chiedendo che fosse ancora più restrittiva. Si veda ad esempio questa pagina, che raccoglie un gran numero di editori indipendenti italiani, e che da tempo chiedevano una regolamentazione degli sconti. Qui invece un’intervista a Sandro Ferri di e/o.

Nella legge e nel dibattito parlamentare, il riferimento alla sopravvivenza dei piccoli librai è pura ipocrisia.
Già, peccato che i librai la pensino esattamente all’opposto.
Provate a uscire di casa e a chiedere a un libraio indipendente che ne pensa della nuova legge: è assai probabile ce vi dica che si poteva fare di più, limitare ulteriormente gli sconti, ma certo non sarà contrario.
Al di là delle motivazioni della legge, guardiamo agli effetti: aiuta i piccoli librai a sopravvivere? Forse non basta, ma credo che almeno aiuti.

Con questa legge, a prendersela in culo sono i lettori.
Sul breve periodo, il ragionamento non fa una grinza. Il lettore gioisce se può mettere le mani su un libro a metà prezzo, e si incazza se glielo impediscono (fermo restando il fatto che con la legge gli sconti non scompaiono, vengono solo regolamentati). Quello che però mi fa pensare sono gli effetti sul lungo termine. Non credo all’ingenua dicotomia piccolo=buono e grande=cattivo, credo però fermamente che varietà=bene.
Chi si fa accecare dal risparmio oggi dovrebbe secondo me valutarne anche gli effetti domani: il rischio, imho, è che mantenere sconti selvaggi inneschi una spietata selezione, e che questa inasprisca il già ben avviato meccanismo delle grandi concentrazioni editoriali. Dalla selezione, come è noto, escono vivi quelli che hanno maggiori capacità di adattamento (nel caso specifico, quelli che hanno anche giornali, tv, periodici eccetera). L’editore piccolo/medio di qualità (qualità data dal catalogo, non dalle dimensioni, è bene ripeterlo) può chiudere i battenti.
Apocalittico come sono, temo insomma che ci possano essere tonnellate di Dan Brown prezzi irrisori, e poco altro; e non vorrei trovarmi un domani a rimpiangere la varietà a prezzo pieno.
Per  tutelare la libertà del lettore, mi sembra invece assai sensato iniziare a lavorare sul sistema bibliotecario, come proposto qui da Giuseppe Laterza.

Per seguire su Twitter l’intenso dibattito di questi giorni sula legge, l’hashtag è #leggelevi

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Tagged: Amazon, Critiche, Legge sul prezzo del libro

§ 4 Risposte a Legge sul prezzo del libro & obiezioni varie"

  • Legge sul prezzo del libro & obiezioni varie
    Re Ratto scrive: 27 luglio, 2011 alle 3:05 pm

    Un paio di provocazioni buttate lì al volo, poi ne riparliamo con calma: è giusto aiutare i piccoli librai a sopravvivere? In un mondo in cui sul web è possibile trovare e acquistare qualunque cosa, davvero limitando gli sconti si salvaguarda la varietà della proposta editoriale?

  • Legge sul prezzo del libro & obiezioni varie
    abo scrive: 27 luglio, 2011 alle 3:16 pm

    È giusto aiutare i piccoli librai a sopravvivere?
    Se l’alternativa è un multicenter con pile di roba che non hai nessun interesse a leggere, forse sì. A meno che tu non preferisca comprare tutto online (scelta valida, eh, ma che non dovrebbe essere obbligatoria a priori).

    Davvero limitando gli sconti si salvaguarda la varietà della proposta editoriale?
    Non lo so, ma credo sia per lo meno un primo passo.

  • Legge sul prezzo del libro & obiezioni varie
    Re Ratto scrive: 27 luglio, 2011 alle 3:23 pm

    Mah, secondo me è un discorso valido per i supermercati o le librerie ultra mass-market tipo Giunti al Punto, ma nelle catene come le Feltrinelli si trova di tutto e di più, anzi, spesso MOLTO di più rispetto alla vecchia libreria di quartiere. Per tutto il resto ci sono le biblioteche e, soprattutto, il web.
    So che non è molto politically correct dirlo, ma se le piccole librerie “generaliste” non sono in grado di sopravvivere se non grazie a leggine pseudoprotezionistiche, beh, allora significa che non sanno adattarsi al mercato ed è normale che chiudano.
    Che si specializzino. Che si inventino qualcosa. Ma non è certo limitando gli sconti che sopravviveranno.

  • Legge sul prezzo del libro & obiezioni varie
    abo scrive: 27 luglio, 2011 alle 3:49 pm

    Le piccole librerie non sanno adattarsi al mercato ed è normale che chiudano.
    Questa è un’altra delle obiezioni che si leggono spesso in giro, ed è secondo me molto “furba” retoricamente.
    Non è che non SANNO adattarsi al mercato, il che presuppone una qualche carenza loro, è che non possono, perché non ottengono gli stessi sconti di un multicenter dal distributore, e quindi non possono proporli di conseguenza al lettore.
    Mi sembra una asimmetria che va corretta in qualche modo.
    Si può sempre chiuderla dicendo “è la legge del mercato, baby…” ma personalmente non sono un gran tifoso del liberismo estremo.

    Sull’assortimento, quel che dici è ovviamente vero: una Feltrinelli tiene 50mila titoli, una piccola libreria molti meno. Però occhio, che la Feltrinelli privilegia i titoli Feltrinelli, e quelli che hanno il suo stesso distributore. Se cerchi qualcosa di un po’ diverso, non è detto che sia più facile trovarlo lì che altrove.
    Adesso sto leggendo “Il Cristo elettrico” di Lello Voce: dalla Feltrinelli fisica non si trova, online lo puoi ordinare da Feltrinelli.it e riceverlo in 5 giorni.
    Il mio libraio sotto casa ce l’aveva.

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