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Leggere “Il Giornale” non solo è inutile, ma fa anche male

Creato il 09 settembre 2013 da Wondergianna @wondergianna

Leggere fa maleHo recentemente scoperto l’esistenza di una rubrica culturale nelle pagine de Il Giornale.
Per i maliziosi che hanno subito pensato all’ossimoro servito su un piatto d’argento: beh, è proprio così.
Il primo (nonché unico) articolo che ho letto era titolato Leggere non solo è inutile, ma fa anche male; io ingenuamente ho pensato a un titolo ricco di ironia per introdurre un articolo a favore della lettura, un pezzo impegnato per la lotta all’abbandono della lettura, grande problema del nostro Paese. Poi mi sono ricordato che dopotutto si trattava sempre de Il Giornale, quello con la G nera in campo giallo. Questo l’incipit dell’articolo:

La verità, contrariamente a quello che pensa la maggior parte della gente, è che i libri sono pericolosi. Non soltanto spesso sono inutili, ma addirittura possono fare danni, persino peggiori di quelli prodotti dall’ignoranza. Leggere fa male, molto male.

Luigi MascheroniQuest’affermazione è addirittura ripetuta due volte, come ad avvertire il lettore che non è uno scherzo: Luigi Mascheroni, autore dell’articolo (che non si merita una foto più grande di così), ci sta dicendo sul serio questa… cosa!

A questo punto voi potrete dire che mi sono inventato tutto (magari!), anche perché non inserirò certo un link verso quel portale ma, a suffragio di quanto sostengo, ecco una stampa dell’articolo con trafiletti vari e facce spaventose incluse:

Come se non bastasse, per argomentare il tema descritto dal fantasioso titolo, nell’articolo si citano fuori dal contesto queste due affermazioni di Arthur Schopenhauer:

Quando leggiamo, qualcun altro pensa per noi: noi ripetiamo solamente il suo processo mentale… quando si legge ci è sottratta la maggior parte dell’attività di pensare… quindi accade che chi legge molto e per quasi tutto il giorno, piano piano perde la facoltà di pensare. Questo è il caso di molti dotti: hanno letto fino a diventare sciocchi.

Tanto più si legge, tanto meno ciò che si è letto lascia tracce nello spirito: diventa come una lavagna su cui si è scritto troppo e in modo confuso.

Tralasciando la mia personale interpretazione delle due citazioni, che grida ai quattro venti teutonico sarcasmo, ritengo davvero subdolo questo uso… ah no, un momento! Dimenticavo ancora che sto parlando de Il Giornale… allora è tutto a posto, in perfetta armonia con l’usuale linea editoriale.
Lasciate solo che chiuda anch’io con una citazione e, tanto per evitare d’essere originale, disturberò un’ultima volta il caro vecchio Schopenhauer:

Che i vermi roderanno il mio corpo è un pensiero che posso sopportare; ma che i professori di filosofia rodano la mia filosofia, è un’idea che mi fa venire i brividi.


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