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Leggete e scrivete i blog che vi pare!

Creato il 04 settembre 2011 da Marvigar4

mosè

   La parola blog è la contrazione del termine weblog e nasce nel 1999 ad opera di Peter Merholz, che ridusse il termine originale usato per la prima volta nel 1997 da Iorn Barger. L’idea principale deriva dal Log Book, il diario di bordo delle navi, intendendo così realizzare in rete ciò che anticamente veniva scritto giorno dopo giorno su un quaderno pubblico o privato (attività, notizie, riflessioni, ecc.). La diffusione dei blog ha raggiunto delle vette incredibili in poco più di un decennio, c’è chi stima che adesso siano quasi duecento milioni in tutto il mondo. Il dibattito sull’uso di questo strumento è aperto da sempre, da una parte abbiamo i sostenitori della libertà d’espressione (con le dovute distinzioni tra uso creativo e rispettoso e uso diffamatorio o ingiurioso), dall’altra i detrattori a priori che temono questa autonomia e vorrebbero una censura capillare. Nei paesi dove la libertà d’informazione è nulla o quasi i bloggers non hanno vita facile e si limitano a pubblicare brani innocui, salvo le eccezioni di quei coraggiosi che si oppongono a un regime autoritario attraverso l’uso di Internet, rischiando di finire in gattabuia in nome del diritto di esprimere la propria opinione. Questo è sempre successo, anche quando non c’era il web, di conseguenza nulla è mutato, se non nel mezzo utilizzato per propagare documenti scritti.

   In mezzo a chi sostiene la libertà dei blog e chi la nega troviamo numerosi punti di vista che di volta in volta si avvicinano o si distanziano rispetto a una delle due opzioni. C’è una tendenza, piuttosto diffusa, che non nega fondamentalmente l’uso di Internet e la scrittura di un “diario di bordo”, ma impartisce lezioni su come si deve pubblicare in rete. Lezioni di stile? Per gli autori di questi vademecum sembrerebbe di sì… Il limite notevole degli interventi volti a regolamentare e disciplinare i blog sta tutto nella mal celata intenzione di omologare gli altri e indurli a seguire delle regole considerate falsamente auree. Dubito che qualcuno abbia la verità in tasca, e non mi riferisco soltanto ai blog, e trovo un po’ arrogante l’atteggiamento di chi scende giù dal monte con il decalogo su come, cosa e quanto si deve scrivere. Penso a quella meravigliosa frase di Oscar Wilde, «tutti quelli incapaci di imparare si sono messi a insegnare»[1], e mi convinco sempre più che i “professori” sottovalutino la propria ignoranza a tal punto da farne un metodo d’insegnamento. Dire ad altri cosa fare e come farlo può significare spesso distrarsi da se stessi, illudersi di aver raggiunto una competenza definitiva, o nascondere i limiti intellettuali personali che meriterebbero d’essere affrontati per primi. In una parola, chi sale in cattedra è bene che ruzzoli giù e veda quanto gli resta da imparare per salirvi. D’altronde, questo è un paese dove frotte di non artisti creano dappertutto scuole di scrittura, recitazione ecc. per raccattare qualche soldino e vendere fumo…

   E poi, quanta ipocrisia! Ma perché certi personaggi non dicono chiaro e tondo che vogliono essere letti, che amano essere considerati? No, preferiscono pubblicare post spacciandosi per esperti e così attirare il gonzo di turno… Io amo essere letto e lo dico, ma non mi metto a elargire consigli e suggerimenti. Se non comprendo i post altrui cerco di rimediare alle mie carenze e non accuso lo scrittore per la sua incapacità di comunicare. Ricordate il borghese descritto da Leon Bloy?[2] È il tipico personaggio mediamente istruito che non capisce e aggiunge «Eppure non sono più stupido di altri»… Invece è più stupido proprio perché preferisce non ammettere le sue lacune e scarica il barile.

   Concludendo, basta con i presunti esperti che usano l’indicativo (abbiate la decenza di usare il condizionale), basta con gli ipocriti che vogliono mettersi in mostra facendo la ruota con post tipo “come si scrive un blog”, basta con i presuntuosi che credono di poter insegnare ad avere uno stile di scrittura (imparate a decostruire il vostro, se ce l’avete!).

   Ai miei lettori dico solo una cosa: leggete e scrivete i blog che vi pare!

© Marco Vignolo Gargini


[1] “…at least everybody who is incapable of learning has taken to teachin” Oscar Wilde, The Decay of Lying – An Observation, 1891.

[2] http://marteau7927.wordpress.com/2011/07/11/leon-bloy-exgse-des-lieux-communs-1902-1912/



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