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Leonardo e la sensibilità nell'arte

Creato il 16 marzo 2013 da Artesplorando @artesplorando
Grandissimi doni si veggono piovere da gli influssi celesti ne' corpi umani molte volte naturalmente; e sopra naturali, talvolta, strabocchevolmente accozzarsi in un corpo solo bellezza, grazia e virtù, in una maniera, che dovunque si volge quel tale, ciascuna sua azzione è tanto divina, che lasciandosi dietro tutti gl'altri uomini, manifestamente si fa conoscere per cosa (come quella che è) largita da Dio e non acquistata per arte umana. Questo lo videro gli uomini in Lionardo da Vinci, nel quale oltra la bellezza del corpo, non lodata mai abbastanza, era la grazia più che infinita in qualunque sua azzione; e tanta e sì fatta poi la virtù, che dovunque l'animo volse nelle cose difficili, con facilità le rendeva assolute. La forza in lui fu molta e congiunta con la destrezza, l'animo e 'l valore sempre regio e magnanimo. [...] Veramente mirabile e celeste fu Lionardo. [...] Laonde volle la natura tanto favorirlo, che dovunque e' rivolse il pensiero, il cervello, e l'animo, mostrò tanta divinità nelle cose sue, che nel dare la perfezione di prontezza, vivacità, bontade, vaghezza e grazia nessun altro mai gli fu pari.

Giorgio Vasari, Le vite..., 1568

Questo diceva di lui Giorgio Vasari e mi sembra giusto partire dalle fonti, eliminando tutto quello che gli scrittori, i critici, i registi, l'opinione pubblica ha ricamato sulla sua figura e sulle sue opere, spesso purtroppo più per amor di gloria e profitto, che di verità.

Leonardo da Vinci, una figura non semplice da riassumere.

Certo è che quando si parla di lui non si parla di un semplice artista, ma di un capace ingegnere, scienziato, architetto, scrittore, inventore, insomma chi più ne ha più ne metta, ha personificato il genio rinascimentale che rivoluzionò sia le arti figurative sia la storia del pensiero e della scienza.

Ovviamente per semplificare qui parleremo del Leonardo pittore. Vasari lo pose risolutamente come iniziatore della "maniera" moderna, ossia dell'arte del Rinascimento maturo, in contrasto con la "secchezza" di tutta la pittura precedente.

Sicuramente a Leonardo dobbiamo la rappresentazione del naturale, dei moti dell'animo, come mai prima era stato fatto, con estrema precisione ed attenzione diede anima e fiato ai personaggi dei suoi dipinti: come un chirurgo che studia il corpo umano, così Leonardo studiò l'anatomia del corpo e dell'anima.


Nel 1469 Leonardo è a Firenze a bottega da Andrea Verrocchio. Col maestro collabora alla tavola del Battesimo di Cristo per San Salvi a Firenze dove mostra, nelle parti a lui riferite, una condotta pittorica più morbida e atmosferica rispetto allo stile asciutto del Verrocchio. La prima opera datata è il disegno con la Veduta della Val d'Arno (1473), un paesaggio dal vero che evidenzia gli interessi di Leonardo e anche la sua distanza rispetto ai modi della pittura fiorentina dell'epoca. In questi anni realizza il ritratto della nobildonna Ginevra de' Benci (Washington, National Gallery), la Madonna del garofano (1474-1478 circa) e l' Annunciazione degli Uffizi. Nel 1478 inizia la Madonna Benois, dove sperimenta un'inedita comunicazione gestuale ed espressiva tra i personaggi, e riceve il primo incarico per un'opera pubblica: la pala d'altare per la cappella di San Bernardo nel palazzo della Signoria a Firenze che però non porta a termine. Anche l'Adorazione dei magi, richiestagli nel 1481 dai monaci di San Donato a Scopeto e oggi conservata agli Uffizi, rimane incompiuta. Nel 1482 parte, infatti, per Milano dove Ludovico il Moro gli commissiona il monumento equestre per il padre, Francesco Sforza. Presso la corte sforzesca Leonardo si occupa di ingegneria idraulica, crea apparati effimeri per feste e spettacoli, e decora la Sala delle Asse del Castello sforzesco. Nel 1483 stipula il contratto per la Vergine delle rocce da collocare nella chiesa di San Francesco Grande a Milano. Realizza un altro splendido ritratto, la Dama con ermellino, e tra il 1495 e il 1498 lavora all' Ultima cena per il refettorio di Santa Maria delle Grazie, condotta con una tecnica insolita.

Nel 1499 lascia Milano e intraprende un viaggio che lo porta a Mantova, Venezia e Firenze. Qui, nel 1501 esegue il primo grande cartone per Sant'Anna, la Madonna, il Bambino e san Giovannino (Londra, National Gallery) e lavora alla Madonna dei fusi (1501 circa). Nel 1503, secondo Vasari, inizia La Gioconda per Giuliano de' Medici e riceve la commissione della Battaglia di Anghiari per la sala del Maggior Consiglio nel palazzo della Signoria, distrutta nel 1563. Comincia un nuovo viaggio, prima a Milano, quindi a Roma dove esegue l'ultimo dipinto conosciuto, il San Giovanni Battista (1513-1516 circa). Nel 1517 si reca in Francia, invitato da Francesco I, e alloggia al castello di Cloux vicino ad Amboise, attendendo ai suoi studi scientifici e partecipando, l'anno prima della morte, alla realizzazione degli apparati per il battesimo del Delfino.


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