Magazine Diario personale

Lessico specifico

Creato il 28 novembre 2015 da Povna @povna

Giovedì, prima ora, Italiano con gli Extra-terrestri. La ‘povna, appena tornata dal viaggio a Cipro (che ha aperto per lei e Scovolino mondi nuovi, entusiasmanti e terribilmente complicati), coordina la lezione di approfondimento sul libro del mese, propedeutica alla verifica che ci sarà di lì a una settimana. Si tratta di Extraterrestre alla pari, un piccolo classico in parte datato ma di approccio terribilmente facile, che la ‘povna ha scelto in parte, lo confessa, per un che di civetteria nominalistica, in parte per attinenza tematica con la giornata contro la violenza sulle donne, in parte perché investe, da sempre, del tempo a parlare degli stereotipi di genere, e con questa classe un approccio semplice è il migliore da tentare.
Con l’aiuto del sito dell’autrice, in sé ben fatto, aggiunge materiali al loro classico modo di procedere: percorsi narrativi, esemplarità dei personaggi, la rete tematica che collega alle letture precedenti, attraversamento del sistema dei generi. Ai quali, in questo caso, si aggiunge un bel discorso di contestualizzazione culturale. Si parla degli anni Settanta in Italia, del femminismo, del libro classico da cui Extraterrestre ha preso il largo; e, proprio partendo da Dalla parte delle bambine, la ‘povna introduce, e approfondisce, il concetto di “soffitto di cristallo“.
Come mai è stato definito così? Domanda ai suoi Alieni, che la ascoltano come sempre fin troppo silenziosi. Così, piano piano, ci provano.
“Perché è invisibile, ma esiste sempre” – ci prova Elliott, che è sempre il primo a osare (se non l’unico).
“Perché con la scusa di proteggerti ti tappa” – aggiunge Prima della Classe, con l’aria di chi sa di cosa parla.
“Perché per romperlo, visto che è di vetro, ci si taglia” – aggiunge Bravo Ragazzo.
La ‘povna sorride entusiasta: “Molto bene! Vedete che quando vi va poi sapete discutere proprio a modino, come tutti?!”.
E mentre loro sorridono e annuiscono, le teste chine a prendere anche questi ultimi appunti, si slancia la mano di Precisetti.
“Professoressa, però, volevo dirle… Da come lo descrive, però questo non è un soffitto, direi piuttosto un solaio…”.
E di fronte a tanta ingegneristica coerenza la ‘povna non sa se scoppiare a ridere o mettersi le mani nei capelli. Nel dubbio, resta muta.


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