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LETTERA APERTA AL SINDACO DI BOLOGNA Egregio Signor Sinda...

Creato il 07 novembre 2015 da Vicmau
LETTERA APERTA AL SINDACO DI BOLOGNA Egregio Signor Sinda...

LETTERA APERTA AL SINDACO DI BOLOGNA

Egregio Signor Sindaco,da tempo l’Amministrazione comunale ha intrapreso un’intensa campagna di interventi nella città storica comprendenti mobilità, pedonalizzazione e conseguente arredo urbano. Sfugge però come tali interventi, riguardanti il nucleo più identitario di Bologna nel suo rapporto con il circondario, si inseriscano in un progetto di lungo periodo. In una prospettiva di città metropolitana occorre infatti avere le idee chiare su ciò che dovrà essere Bologna nei prossimi decenni e avviare al contempo scelte graduali ma conseguenti. Il fatto è che negli ultimi anni l’Amministrazione si è limitata a provvedimenti di emergenza dettati dalle esigenze predominanti del traffico veicolare, senza affrontare in modo deciso un diverso e più duttile modello di mobilità cittadina che preveda il passaggio dei grandi mezzi pubblici sui viali di circonvallazione e sui rettilinei ottocenteschi e l’alleggerimento dei flussi veicolari nelle vie del centro, come proposto da varie associazioni e anche da Italia Nostra
La carenza di progettazione sulla città antica - e insieme necessariamente moderna - è inversamente proporzionale all’ipertrofica progettazione del cosiddetto arredo urbano, consistente nell’inserimento indiscriminato e uniforme di oggetti (panchine, cassoni, alberelli, cubi ecc.) e nella risistemazione di piazze e slarghi secondo disegni che sembrano non tener conto della specificità dei contesti ormai storicizzati: prima piazza Minghetti, con l’alterazione del giardino di origine ottocentesca, ed ora i progettati interventi di piazza Malpighi, San Francesco e Aldrovandi. L’esempio più attuale e clamoroso è costituito dalla selva serrata di fittoni bianchi ai piedi delle Due Torri, determinata dal tracciato del futuro Crealis destinato a transitare attraverso il centro storico della città (e non, come è stato detto, per dare spazio ad una pedonalizzazione più ampia). Mentre si delimita una corsia per un mezzo pesante che non lascia varchi per le emergenze, si interviene sulla storica configurazione di piazza Ravegnana e del “trebbo” della Mercanzia, occultando parzialmente il ventaglio di strade che ne dipartono.
Italia Nostra ribadisce che l’arredo più autentico e genuino già esiste, ed è formato dalle quinte prospettiche, dai colori delle facciate, dalla nobiltà dei materiali usati per le tessiture pavimentali delle strade (clamorosamente distrutte quelle di via Rizzoli e via Ugo Bassi), dal parco uso di elementi accessori per la sosta: tutti elementi da rispettare nel costante impegno di una manutenzione della città da cui cancellare superfetazioni e inserimenti impropri. È tempo, Signor Sindaco, di provvedere a un nuovo piano per la città storica, come fecero i Suoi illuminati predecessori che anticiparono il futuro di Bologna salvaguardando la sua storica identità. Non è questione di gusto, ma di qualità e di rispetto delle normative in merito che già esistono. È il caso di citare il documento conclusivo che la Commissione “Qualità Urbana” del Settore Lavori Pubblici emanò nel 1999, col titolo “Bologna più bella. Manuale per la città” (approvato in Giunta il 27/04/1999. P.G. 57952/1999), che fissava criteri qualitativi e standard tecnici per gli elementi di arredo e apparecchiature di servizio nell’ambiente urbano.
A questo proposito, per le ragioni addotte, riteniamo che la spesa sostenuta per questi lavori denominati dall’Amministrazione di “abbellimento” sia sproporzionata, se non inutile e addirittura dannosa. Basti ricordare il caso della nuova Piazza San Francesco dove, per quanto si legge nel rendering, si prevede l’inserimento di quinte alberate assolutamente improprie e soprattutto l’eliminazione dell’attuale pregiato pavimento di cubetti in porfido, in ottimo stato di conservazione, per sostituirlo con un pavimento di diverso disegno, con una spesa valutabile di varie centinaia di migliaia di euro. E ciò a fronte della chiamata all’impegno finanziario dei cittadini per far rivivere la fontana del Nettuno, quello sì magnifico arredo storico della città, lasciato all’assalto quotidiano dei frequentatori della piazza e senza manutenzione per decenni.
Il 15 ottobre scorso, all'incontro sul tema "Nuovi mostri a Bologna: dibattito pubblico sull’arredo urbano", la sala concessaci dal Quartiere San Vitale era gremita di cittadini, a conferma di quanto essi siano sensibili all'argomento dell'arredo urbano e alla conservazione della bellezza storica del centro negli interventi urbanistici. 
Anche alla luce di ciò, in attesa di poterLa incontrare unitamente alle altre associazioni e comitati cittadini, Le chiediamo quanto segue:- rimozione degli interventi incongrui su vie e piazze ( parallelepipedi, sedute, fittoni, alberelli);- maggiore attenzione agli interventi che possono rivelarsi occasione di degrado (fontana a raso in Piazza Aldrovandi);- ripensamento delle modalità di intervento per i progetti futuri;- maggiore coordinamento con gli organi di tutela ministeriali;- maggiore confronto e apertura al dialogo con i cittadini su temi che interessano tutta la città.
Date le fragilità riscontrate nella più ampia carenza di una visione unitaria della città storica, si richiede poi l’immediato ripristino dell’Ufficio Centro Storico adeguato alle problematiche e necessità attuali, che, valorizzando l’esperienza dell’Ufficio negli anni ‘70/’99, costituisca uno strumento di verifica e di progettualità qualificata e un valido interlocutore nei rapporti con la città.
Italia Nostra, unitamente alle sottoscritte Associazioni e Comitati, Le richiede un incontro, lasciando a Lei, Signor Sindaco, valutare l’opportunità di coinvolgere i tecnici progettisti ai fini di maggiore concretezza di discussione.
Italia Nostra- Sezione di Bologna Comitato per Bologna Storico Artistica Associazione Dimore storiche Italiane Comitato via Broccaindosso Comitato via Capo di Lucca Comitato “i Borghigiani” Cittadini di via Torleone

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