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Lettera aperta da una mamma

Creato il 18 febbraio 2016 da Annalisa1979

Mi scrive Roberta. Una mail privata, traboccante di indignazione e di fastidio. “Sono alla 24^ settimana, una gravidanza monocoriale-biamniotica. Finora tutto bene, se non fosse per il clima in casa. Non ho un aiuto nei compiti domestici, i miei genitori latitano, i miei suoceri pure, devo fare tutto da sola. Il mio compagno fa un lavoro di scrivania, ma quando rientra a casa la sera sembra che abbia trascorso la giornata a spostare montagne. E io sono stanca, ho il reflusso, dormo male, le gambe sono gonfie, ho la nausea che mi accompagna giorno dopo giorno. Sto male al mattino, dopo pranzo, alla sera. Come devo fare?”.

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Cara Roberta, prima di tutto, calma! Calma gli animi e prendi un bel respiro. Per le faccende domestiche, fatti aiutare da qualcuno. Una gravidanza come la nostra è sempre a rischio. Non puoi permetterti di mettere a repentaglio i tuoi bambini per una lustrata di pavimenti in più. Prendi qualcuno che lo faccia per te. Farai più sacrifici in termini di soldi, ma per lo meno sarai sicura di aver protetto come si deve le piccole creaturine che dici di “non veder l’ora di abbracciare”. Se finora i dati dei flussi e delle crescite dei piccoli sono nella norma, ritieniti fortunata. La nostra gravidanza nasconde, insieme a tante gioie ed emozioni, anche tante insidie nascoste, che si palesano all’improvviso e che noi possiamo fare ben poco per evitare. Stai a riposo. Se la casa non brilla come uno specchio, se in qualche angolo riposa sonnacchioso un ragnetto, se per terra trovi ogni tanto dei gomitolini di polvere, capisco che possa darti fastidio. Ma ora il tuo compito, permettimi di dirtelo, è un altro! Ora devi pensare solo ed esclusivamente ai due cuoricini che battono dentro di te. Ora devi trasmettere loro tutta la tranquillità, la serenità e la gioia che meritano. E te lo dice una che, dall’alto della sua esperienza, ha sempre fatto tutto il contrario di quello che ti suggerisce. E che se potesse tornare indietro, a Ludovica e Veronica passerebbe delle emozioni diametralmente opposte rispetto a quelle che ha vissuto sin dalla 20^ settimana.

I tuoi non ti aiutano? I tuoi suoceri si sono dati alla macchia? Goditi i momenti di solitudine, perché dopo non sarai più sola. Mai. Avrai sempre bisogno di qualcuno che ti dia una mano. Avrai sempre bisogno di qualcuno cui affibbiare i piccoli per avere un attimo di pace. Vorrai sempre avere qualcuno cui lasciare le piccole pesti urlanti, anche solo per mezz’ora, per poterti sentire di nuovo donna, oltre che mamma. Lascia che i tuoi genitori e i tuoi suoceri si godano questo periodo di latitanza. Dopo, complici i bambini e le mille cose da fare, si sentiranno compresi in un’impresa più grande di loro. Più grande di tutti.

Per quanto riguarda tuo marito, cara Roberta, la battaglia contro l’uomo che torna a casa stanco è una battaglia persa. Non scontrarti con lui. Non servirebbe a nulla, solo ad esacerbare gli animi. In fin dei conti, brutto a dirsi, ma vero, tutta la fatica ricade necessariamente su di te. Le tue gambe gonfie, la nausea costante, l’acidità di stomaco, le notti insonni. Sei tu che stai accompagnando queste due splendide creature nel loro nuovo mondo. Non lui. E pensa, quando sei presa dallo sconforto, che se i figli li dovessero partorire gli uomini il mondo sarebbe abitato da un quarto degli attuali abitanti. C’è un motivo se Dio ha dato questa fortuna alla donna! L’uomo si farebbe ricoverare al primo conato. E probabilmente siglerebbe immediatamente un testamento con le sue ultime volontà.

Tieni duro, cara Roberta. Il percorso è lungo, faticoso, stancante e, a tratti, deprimente. Ma la gioia che ti aspetta è dietro l’angolo. Ed è davvero infinita. In bocca al lupo!


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