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Lettere a Primo Levi: Ricordi sommersi e salvati

Creato il 01 luglio 2012 da Leragazze
Lettere a Primo Levi: Ricordi sommersi e salvati

Dante, Omero, Virgilio (da Raffaello)

Ancora una puntata della serie grazie a quel vulcano del nostro amico dhr. Grazie!

Caro Primo,

la pubblicità a tappeto che sto facendo ai tuoi racconti (segnatamente quelli di fantascienza) ha avuto un effetto boomerang. Un caro amico buddista ne è rimasto così colpito che ha sentito l’esigenza di leggere, per la prima volta, anche I sommersi e i salvati, rimanendone incantato. Il che mi ha fatto tornare in mente che erano troppi anni che non leggevo più la tua summa conclusiva.

Essendo il volume originario sparito in uno dei vari traslochi degli ultimi anni, ho ordinato la nuova edizione, e qui una nota di demerito nientemeno che a Einaudi per la scelta kitsch della copertina! Va bene, ciò che conta è il contenuto, però insomma. Anche il nuovo formato dà troppo l’idea di un romanzo.

I sommersi e i salvati… in un certo senso l’opera appare monca, perché “accà nun si salva nisciuno”. In compenso si salva la memoria, perché è incredibile il numero di dettagli che ricordavo, anzi che avevo fisicamente metabolizzato, diventati parte integrante del modo di vedere il mondo, l’esistenza, l’umanità. Anche i dettagli apparentemente finiti nel dimenticatoio hanno continuato ad agire in profondità, come un antibiotico. Senza esagerazioni, questo tuo libro ha inciso sulla mia vita anche più dei Vangeli. Quanto agli scritti buddisti, sono venuti quasi a conferma, a reinterpretazione delle medesime istanze. Non tanto a fornire (inesistenti) risposte, quanto ad arricchire il ventaglio delle domande.

Che bello notare, con più consapevolezza che in passato, il nome dei maestri da cui ti sei fatto condurre per mano nella tua pacata, inesorabile, serrata, impegnativissima disamina antropologica: il sommo Dante, il cattolico Manzoni, l’ateo Leopardi, e poi i vari inglesi Orwell, Aldous Huxley, Swift, e poi ancora Rabelais, e gli scrittori tedeschi, oltre ovviamente alla Bibbia.  A volte citati, a volte solo allusi. Peccato un certo residuo di pregiudizio ideologico nei confronti di Nietzsche, ma – ahem – comprensibile.

Tuttavia c’erano alcuni pochi spezzoni del libro che erano scivolati via senza lasciare traccia: quelli in cui sposti l’attenzione sulle problematiche della società dagli anni Sessanta ai primi anni Ottanta (e indirettamente a oggi). Lì, per cogliere le tue acute chiavi di lettura ho avuto bisogno di “prepararmi” studiando la tesi di dottorato di mia moglie, da poco conclusa.

Così la Sorte ha contribuito, in modo meraviglioso, a far leggere sempre meglio la vita alla luce della tua opera, e viceversa.

Tuo d



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