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Letture iconologiche (i parte) san giuseppe, custode del mistero. il riposo durante la fuga in egitto di caravaggio.

Creato il 02 marzo 2015 da Rodolfopapa
LETTURE ICONOLOGICHE (I PARTE) SAN GIUSEPPE, CUSTODE DEL MISTERO.  IL RIPOSO DURANTE LA FUGA IN EGITTO DI CARAVAGGIO.L’otto dicembre 1870, nel giorno «sacro all'Immacolata Vergine Madre di Dio e Sposa del castissimo Giuseppe» e in un anno «di tempi tristissimi la stessa Chiesa, da ogni parte attaccata da nemici» Pio IX proclamò San Giuseppe patrono della Chiesa Universale: «Nella stessa maniera che Dio aveva costituito quel Giuseppe, procreato dal patriarca Giacobbe, soprintendente a tutta la terra d'Egitto, per serbare i frumenti al popolo, così¬, imminendo la pienezza dei tempi, essendo per mandare sulla terra il suo Figlio Unigenito Salvatore del mondo, scelse un altro Giuseppe, di cui quello era figura, e lo fece Signore e Principe della casa e possessione sua e lo elesse Custode dei precipui suoi tesori»[1]. San Giuseppe è sempre stato nel cuore della Chiesa. Ricordiamo alcuni passaggi esemplari del Magistero recente. Pio XII lo ha proclamato Patrono degli operai e degli artigiani: «l'umile artigiano di Nazareth non solo impersona presso Dio e la S. Chiesa la dignità del lavoratore del braccio, ma è anche sempre il provvido custode vostro e delle vostre famiglie»[2]. Giovanni XXIII lo ha inserito nel Canone Romano e gli ha affidato il Concilio Vaticano II. Giovanni Paolo II ha dedicato a San Giuseppe l’Esortazione apostolica Redemptoris Custos (15 agosto 1989), emanata proprio un secolo dopo l’enciclica di Papa Leone XIII Quamquam Pluries (15 agosto 1889).Benedetto XVI, battezzato nel nome di Giuseppe, ha dedicato a San Giuseppe riflessioni profondissime. Ricordiamo, per esempio, le parole pronunciate durante l’Avvento del 2005:
«Lasciamoci "contagiare" dal silenzio di san Giuseppe» quel silenzio in cui risuona  « la pienezza di fede che egli porta nel cuore, e che guida ogni suo pensiero ed ogni sua azione. Un silenzio grazie al quale Giuseppe, all’unisono con Maria, custodisce la Parola di Dio, conosciuta attraverso le Sacre Scritture, confrontandola continuamente con gli avvenimenti della vita di Gesù; un silenzio intessuto di preghiera costante, preghiera di benedizione del Signore, di adorazione della sua santa volontà e di affidamento senza riserve alla sua provvidenza[3]»; ed anche la bellissima catechesi del 18 marzo 2009, in cui Benedetto XVI ricorda come «La vita di san Giuseppe, trascorsa nell’obbedienza alla Parola, è un segno eloquente per tutti i discepoli di Gesù che aspirano all’unità della Chiesa.   Egli ha quindi accolto in casa sua Maria. Ha accolto il mistero che era in lei ed il mistero che era lei stessa»[4].Gli artisti cristiani hanno spesso tentato di rappresentare la vita di San Giuseppe, trascorsa nell’accoglimento del mistero. Caravaggio dedica una bellissima riflessione su San Giuseppe, nella tela Riposo durante la fuga in Egitto, conservata nella Galleria Doria Pamphilij di Roma. Caravaggio mette a tema  il lungo viaggio verso l’Egitto intrapreso dalla Santa Famiglia per sfuggire al complotto di Erode il Grande, drammaticamente concluso con la strage degli innocenti di Betlemme.La tela appartiene al primo periodo romano di Caravaggio[5], in quanto fu commissionata con molta probabilità da Donna Olimpia Aldobrandini tra il 1595 e il 1596; passò poi al cardinale Pietro Aldobrandini, fratello di donna Olimpia, e poi a sua nipote Olimpia che nel 1647 la portò in dote nel matrimonio con il principe Camillo Pamphilij, il quale la inserì, insieme ad altre opere di Caravaggio, nella grande quadreria di famiglia, dove possiamo tuttora ammirarla. La fonte che ha ispirato Caravaggio è naturalmente il Vangelo: «I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: “Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo”» (Mt 2,13). Caravaggio sceglie di dipingere Giuseppe, Maria e il Bambino non durante  il loro cammino, ma in un momento di sosta. Il riposo della Santa Famiglia viene ambientato in un paesaggio molto significativo:  lungo il corso di un fiume o forse nei pressi di un’oasi lungo il tratturo irregolare di una via di comunicazione, che porta le carovane dalla Palestina fin verso la terra del Nilo. Guardando verso destra, nel lato dove si scorge l’orizzonte, si avverte che ormai sta per sorgere il sole.  Maria e il bambino riposano sul limitare della strada, attorniati da piante dotate tutte di significato simbolico. Per esempio scorgiamo un ramo di alloro, che allude alla perenne verginità di Maria, mentre la canna e le spine dei rovi sono segno della passione di Gesù; l’intreccio del cardo, ovvero il sylibum marianum, con il tasso barbasso, ovvero il verbascum thapsus, appare particolarmente significativo, perché il tasso barbasso è simbolo di resurrezione mentre il cardo è proprio narrativo della fuga in Egitto, infatti  fin dai tempi più antichi del Cristianesimo, si sono interpretate le sue macchie bianche come gocce di latte perse da Maria nella fuga.


[1] Sacra Congregazione dei Riti, Decreto proclamante San Giuseppe patrono della Chiesa Cattolica, 8 dicembre 1870. [2] Pio XII, Discorso in  occasione della Solennità di san Giuseppe artigiano, 1  maggio 1955. [3]Benedetto XVI, Angelus,  19 dicembre 2005. [4]Benedetto XVI, Discorso nei primi Vespri di San Giuseppe, 18 marzo 2009. [5] Su Caravaggio, rimando alle mie monografie: R. Papa,Caravaggio. Lo stupore dell’arte, Arsenale, Verona  2009; R. Papa,

Caravage

Imprimerie Nationale Éditions, Paris  2009 ; R. Papa,Caravaggio. L’arte e la natura Giunti, Firenze 2008; R. Papa,Caravaggio. Gli anni giovanili, “DossierArt” 2005; R. Papa,Caravaggio pittore di Maria, Ancora, Milano  2005; R. Papa,Caravaggio. Gli ultimi anni, “DossierArt” 2004; R. Papa,Caravaggio. Vita d’artista Giunti, Firenze  2002 (nuova edizione riveduta e corretta: 2007).

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