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Letture “strategiche”

Creato il 19 novembre 2010 da Tnepd


Letture “strategiche” Riporto due articoli dal blog Conflitti & Strategie. Il primo consiste in una nitida analisi western del panorama politico italiano in questo momento che si presume essere pre-elettorale; il secondo e’ un enciclopedico e condivisibile inno alla diffidenza, approccio che quando si pondera la propria partecipazione alle urne non fa mai male.
La sfida all’OK Corral
O anche “Sfida infernale” secondo la versione capolavoro (1946) di John Ford del famoso regolamento di conti a Tombstone (1881) tra lo sceriffo Earp, spalleggiato da Doc (medico alcolizzato e tisico), e i “cattivi” Clanton.
Si spera che anche in questo paese si arrivi infine all’ultimo atto della lurida vicenda iniziata in sordina con la riunione sul “Panfilo Britannia” e poi continuata, contestualmente, con il colpo di mano (quasi di Stato) in salsa giudiziaria, e con l’accordo – pur se è soltanto possibile presupporlo, non provarlo – tra ambienti statunitensi e la Confindustria (i suoi vertici), che utilizzarono come sicari i politicanti salvati dal “crollo del muro” dopo il loro finalmente aperto rinnegamento di quanto avevano già iniziato a tradire molti anni prima, da vili e miserabili opportunisti quali sono sempre stati.
Da 17 anni abbiamo dovuto subire il totale degrado della politica a semplice scontro intorno ad un uomo, indicato demenzialmente come il Male del mondo, per abbattere il quale ci si può alleare pure con il diavolo, si possono commettere le più infami azioni di servilismo e di progressiva distruzione delle basi indispensabili a mantenere un minimo di autonomia nazionale. Si è mentito spudoratamente su tutto, ci si è consegnati ad una Europa che era soltanto cassa di risonanza degli Usa e della sedicente Alleanza atlantica, la Nato, organismo di pura sudditanza alle imprese aggressive e imperiali d’oltreoceano. I golpisti di ieri, che sono quelli di oggi, ci hanno portato in una Unione Europea, esclusivamente monetaria o quasi, accettando un cambio euro/lira pressoché doppio rispetto a ciò che doveva essere accordato, con impoverimento dei salariati, divaricazione crescente dei livelli di reddito, ecc.
Per quello che penso sia stato il classico “far di necessità virtù”, si sono contrastati i golpisti – situati in una solo sedicente sinistra, comicamente autodefinitasi progressista – affidandosi ad un personaggio, che certamente (almeno per me) non era affatto il più indicato. Non semplicemente per ciò che ne dicevano i golpisti – questo sarebbe stato anzi un argomento a suo favore – ma per reale debolezza. Malgrado i suoi fan l’abbiano ingigantito, con demenzialità eguale e contraria all’atteggiamento di politicanti e media al servizio degli ambienti statunitensi e confindustriali, si tratta di individuo di non eccezionali “prestazioni”. E’ durato molto, e forse durerà ancora malgrado tutto, a causa dell’indubbia degenerazione sociale e politica apportata dalle forze di sovversione, in lotta fra di loro. In un paese così devastato dalla guerra per bande, perfino un Berlusconi ha potuto fare la sua figura.
Si è tentato, con la malafede scoperta di chi grida “al ladro” mentre è lui il ladro, di farlo passare per fascista. Un fascista che si è fatto buttare giù da complotti delinquenziali per ben due volte, che quando è stato al governo ha sempre subito tradimenti e ribaltoni per impedirgli di governare, che è stato costantemente sputtanato e vilipeso dal 90% dei media da 17 anni a questa parte, che ha avuto addosso una magistratura di parte e ultrafaziosa, che non ha alcun controllo dei Servizi e dei corpi militari, ecc. Il vero fatto è che in Italia non abbiamo né una destra né una sinistra, sia pure come semplici correnti differenziate solo per quanto concerne le modalità di riproduzione dei rapporti, che assegnano la supremazia a questi o quei gruppi dominanti. Nulla di tutto ciò. Semplicemente una società devastata e spezzettata da chi pretende di vivere di pura assistenza – a vari livelli: da quella fornita a industria e finanza incapaci di fare profitti con metodi capitalistici “normali” a quella con cui sono stati mantenuti e gonfiati in modo abnorme ceti sociali di produttività nulla e di scarsa utilità, solo per costituire la base elettorale dei sicari dell’industria e finanza suddette – e quindi alle spalle dei ceti effettivamente capaci di attività utili e produttive.
Letture “strategiche” La situazione è per noi molto chiara ed evidente, ma purtroppo la maggioranza della “gente”, diseducata dal nascondimento scandalistico e moralistico della politica, non si accorge di essere “sotto golpe”, che proviene da ambiti molto alti, sia interni che esteri. Per quanto mi riguarda, non ho difficoltà a credere all’articolo di Bechis. Aggiungo che si parla di Amato (l’uomo che ci “derubò” in una notte ben famosa), ma anche di un “altro Ciampi” (l’uomo che ci portò all’euro, accettando uno scandaloso cambio a 2000 lire). Poiché non credo si possa tirare fuori dalla manica un individuo di quella età, si capisce bene chi sarebbe l’“altro Ciampi”. I più furbacchioni vorrebbero poter utilizzare Tremonti, che garantirebbe un ribaltone mascherato e più morbido. Altrimenti può andare bene anche l’ex della Goldman Sachs (Mario Draghi, ndr).
E’ ora di finirla. Personalmente, non smetterò il mio atteggiamento astensionista, ma spero comunque si arrivi a nuove elezioni che, ne sono convinto, decreteranno la sconfitta dei cospiratori. Proprio per questo, si sta tramando a tutto spiano nei “Palazzi” al fine di impedirle; i golpisti sono alla disperazione. O riescono a mettere in piedi il governo del tradimento – un bel 25 luglio subito seguito dall’8 settembre – o sono “morti”. C’è solo da augurarsi che si giunga comunque presto alla sfida della “nuova Tombstone”; staremo a vedere se anche questa volta i novelli “Clanton” creperanno sotto il tiro delle Colt o se invece, come accade spesso, i “cattivi” vinceranno. In ogni caso, dopo la “sfida”, si dovrà ricominciare una ben diversa opposizione: politica e non lurida e verminosa come quella cui ha dato avvio la sedicente sinistra, cui la sedicente destra ha risposto con le stesse modalità. Basta pure con le ridicole reciproche accuse di essere fascisti o comunisti; dei fantasmi richiamati in vita per non affrontare il vero problema: un sovvertimento diretto dall’estero (ambienti Usa tramite altri della UE), coadiuvato dalle nostre quinte colonne industrial-finanziarie servendosi, quali sicari, dei rinnegati sia del comunismo che del fascismo (più scampoli del peggiore cattolicesimo e del laicismo), “tutti insieme appassionatamente” per spartirsi i “trenta denari”.
Se si arrivasse, come sarebbe augurabile, a nuove elezioni, si spera che, dopo il loro svolgimento, gli ambienti interessati a difendere i nostri “gioielli”, le basi essenziali di una nostra autonomia e potenzialità di rinascita, pensino infine alla sostituzione del personaggio che fu giocoforza scegliere nel 1993. Non è adeguato alla bisogna; ha avuto 17 anni per schiacciare i golpisti, ma si è ben guardato dal farlo. Non è alternativo a questi parassiti. Si è solo difeso, ma per il resto ha dedicato troppo tempo a divertirsi; mai si è messo a costruire gli strumenti indispensabili a demolire le basi cospirative dei traditori del paese. E sarebbe stato sufficiente colpire a fondo e con estrema durezza e determinazione i sicari, non immediatamente i mandanti. Quando hai prosciugato le “truppe”, anche gli “Stati Maggiori” chiedono quanto meno la tregua, durante la quale organizzi una efficace sorveglianza.
Il personaggio in questione ha invece continuato a circondarsi di gentucola molto dubbia, di una gran accozzaglia di quaquaraqua. Quanto alle donne, nessuno pretendeva che non gli piacessero; senza però dimenticare che “comandare è meglio che fottere”. Nel preciso senso che, quando comandi, fotti anche meglio, con più tranquillità; per il semplice motivo che “fotti” pure chi cerca di tramare contro di te.
Comunque, per il momento, attendiamo a breve la “nuova Tombstone”. G.L.G.
Io diffido Dopo gli elenchi delle storture italiane declamati da Fabio Fazio e dai suoi amici nella trasmissione “Vieni via con me”, andata in onda ieri  sera su Raitre, anch’io vorrei presentare il mio florilegio di doglianze, cercando di non ripetere i luoghi comuni (o almeno non proprio gli stessi) con cui questa presunta intellighenzia di sinistra s’innalza costantemente sopra il marciume nazionale che, in ogni caso, sarebbe da attribuire alle bassezze della parte politica concorrente. Ma io sono molto più sospettoso sul senso e sullo scopo di tali operazioni mediatiche e per questo diffido di tutto quello che costoro hanno affermato passandosi la parola come profeti consumati e dando lezioncine di etica trasognante ad ogni  telespettatore. Diffido, in generale, di ogni rete televisiva, pubblica e commerciale, diffido dell’informazione a mezzo etere e a mezzo stampa, diffido dei programmi di approfondimento e dei telegiornali, diffido dei giornalisti fintamente liberi e di quelli palesemente servili, diffido di tutto ciò perché ognuno tira l’acqua al suo mulino ideologico, ingrandendo le beghe altrui ed occultando o sminuendo quelle proprie, oltre ogni realtà ed ogni pudore. Diffido dei presentatori politicamente corretti come Fazio e di quelli presuntamente indipendenti come Floris, diffido dei lacchè patentati come Fede e di quelli morigerati e chiesastici come Vespa. Diffido dei loro amici comici che non fanno più ridere e la buttano in politica, dei loro affini cantautori che hanno smarrito la vena artistica e se la suonano e se la cantano in politica, dei loro compagni attori che i teatri non li riempiono e i film non li vendono ma si mettono ugualmente a recitare di politica. Diffido però, specialmente, dei politici, sempre sodali irrinunciabili di questi presentatori, comici e cantautori illuminati ed engagés, che per non saper fare politica s’improvvisano menestrelli, showman e artisti. Diffido dei moralisti, dei perbenisti, degli oracoli, dei saggi, dei misurati, degli infervorati, degli apocalittici, degli umanisti, dei comunitaristi, dei solidaristi, di quelli che dispensano amore per il prossimo a cazzo, nonché degli utopisti, dei sognatori, degli affabulatori sociali e di tutti coloro che blaterano su come dovrebbe andare il mondo e su come si dovrebbe stare su questa terra senza mai dare il buon esempio agli altri, né tentare di cambiare concretamente le cose. Diffido degli scrittori che pubblicano un buon libro contro la mafia ma poi si lanciano sul filone come se non esistesse altro, anche a costo di diventare patetici e di squalificare il loro precedente lavoro; diffido di quegli autori ipermoderni o postmoderni, sempre così culturalmente raffinati, che ogni volta che sposano una moda filosofica, letteraria, storica ecc. ecc. lo fanno, non per narcisismo conclamato (e ci mancherebbe!), ma per amore della Verità e del Sapere; diffido dei letterati che pubblicano con la Mondadori e dopo, ma solo dopo aver incassato gli assegni, si fanno prendere dai sensi di colpa. Diffido di chi parla del tradimento di principi  e virtù solo perché l’esistente non aderisce ai suoi valori di riferimento, diffido di chi si mette dalla parte dei più deboli ed ha un conto in banca a più zeri, diffido di chi decanta libertà e uguaglianza ma poi venderebbe pure la madre, per essere più libero e più uguale degli altri. Diffido di chi si mette dalla parte della giustizia e poi grida alla persecuzione se un giudice gli fa recapitare un avviso di garanzia. Diffido dei magistrati, della legge, della legalità  e di chi cerca il consenso elettorale basandosi su questi elementi nonostante abbia alle spalle un passato tutt’altro che trasparente. Diffido della politica, dei partiti e delle loro correnti, dei leader carismatici, dei ministri, dei sottosegretari, dei deputati e dei senatori e non perchè son tutti fatti della stessa pasta ma proprio in quanto, pur tentando di differenziarsi, riescono sempre a fare gli stessi danni. Diffido della borsa, delle banche, dei crediti cooperativi, dei banchieri, dei finanzieri, dei brokers, dei consulenti, dei piazzisti, ma, particolarmente, diffido di chi specula più dei primi nascondendosi dietro la cosiddetta finanza etica o il commercio equo e solidale. Diffido delle no profit, degli istituti benefici, delle società filantropiche e di chiunque altro dice di fare qualcosa per l'umanità a titolo gratuito perché ciò che ne ricava non è direttamente monetario. Diffido di chi pensa che il profitto sia la misura di ogni cosa ma anche di chi dice di non essersi mai fatto corrompere dal denaro. Diffido degli animalisti, degli ambientalisti, dei naturisti, dei venditori di cibi biologici e degli slow food. Diffido di loro perché non li si può mai criticare senza essere sommersi dallo sdegno sociale, senza passare per rozzi, reazionari, insensibili, antiumanitari. Allora diffido lo stesso, impipandomene delle accuse dei conformisti radicalchic, degli omosessuali che fanno baldoria senza pudore, delle coppie gay che vogliono sposarsi in chiesa, degli eterosessuali che sventolano il loro pene ai quattro venti, delle femministe e dei maschilisti, dei satiristi, di chi fa astinenza, dei sessuologi e delle escort, insomma, diffido ininterrottamente e comunque di chi deve per forza distinguersi senza averne un motivo valido. Per concludere, diffido di tutti coloro che in nome della collettività, del popolo, dello Stato, della Patria  svendono questo Paese al primo offerente per preservarsi come elite, come casta, come corporazione, come gruppo privilegiato. L’elenco potrebbe continuare ma ci siamo capiti! G.P.


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