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Letturine per l’inverno

Creato il 26 dicembre 2014 da Salone Del Lutto @salonedellutto

Siore e siori, non è che in questi giorni abbia letto molto. O meglio, dopo la folgorazione per Dormono sulla collina di Giacomo di Girolamo (di cui vi parlerò prestissimo) non ho più affrontato letture impegnative. Ci sono due librini, però, di cui vorrei parlarvi, perché è il momento giusto per leggerli o semplicemente sfogliarli (anche perché uno di essi di parole non ne ha).

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Il primo si chiama Tutti i miei amici sono morti di Avery Monsen – attore, artista e scrittore – e Jory John – scrittore, editor e giornalista. Un libro che va bene per tutti – piccoli adulti ed eterni bambini – e che affida a scritte cicciute e disegni rassicuranti il racconto di una delle condizioni più tristi dell’esistenza o, semplicemente, più vere e ineluttabili. La morte. Quella delle persone, come gli amici di un vecchietto che guarda un po’ desolato lo spazio bianco davanti a sé; ma anche quella degli animali che si sono estinti, come il dinosauro verde che presta il volto per la copertina di questo prezioso libretto, o che sono continuamente “sacrificati” sulle nostre tavole. E poi quella di alberi, borsette passate di moda, calzini scoppiati (un grande classico), musicassette obsolete, pupazzi di neve disciolti al sole. La morte è una condizione che accomuna tutti gli esseri viventi ma anche le cose e, mi vien da aggiungere, i sentimenti… L’importante è esserne consapevoli, accettarla e sorriderne. E i due autori ci insegnano a farlo benissimo.

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Pubblicato in Italia quattro anni dopo l’uscita in lingua inglese, Tutti i miei amici sono morti ha già un seguito, che potete assaporare sul computer, dal sito No more friends (http://nomorefriends.net/). Prendete in considerazione l’idea di infilarlo nella calza della Befana, di regalarlo a qualcuno a cui volete molto bene, di leggerlo accovacciati su qualcun altro – perché ridere in due è sempre meglio.

Tutti-i-miei-amici-sono-morti-Cover
Avery Monsen e Jory John
Tutti i miei amici sono morti
Baldini e Castoldi, 2014

Vi è mai capitato di ridere e piangere allo stesso tempo? Tutti i miei amici sono morti è il libro divertente più triste e il libro triste più divertente che mai leggerete. Una graffiante raccolta di ironici dilemmi esistenziali di clown, dinosauri, zombie, pupazzi di neve, piante d’appartamento e molti altri personaggi di fronte all’inevitabile.

Il secondo librino, invece, ve l’ho già citato nell’elenco dei 10 libri di illustrazioni e fumetti da regalare a Natale, ma mi piace tornarci su un po’ meglio. Una premessa è d’obbligo: non è un libro adatto per bambini, nonostante il colore pop e l’immagine invitante della copertina. Sto parlando di Mox Nox di Joan Cornellà, autore catalano che sta spopolando sul web: la sua pagina facebook ha quasi un milione e mezzo di fan, ed è lì che potrete vedere le sue tavole, anche inedite.

Mox-Nox

Moxnox-2

Se la caratteristica di Tutti i miei amici sono morti è un’ironia garbata e sottile, di Mox Nox non si può davvero dire lo stesso. Gli omini sono spesso sorridenti e il mondo di Cornellà è popolato di orsacchiotti, cagnoloni e pollastre. Tuttavia, le situazioni assurde che l’autore ricrea sono il più delle volte di una ferocia inaudita. E toccano il tema della morte, della diversità, del razzismo, della pedofilia ma senza mai darne un’interpretazione etica. Le cose stanno semplicemente, assurdamente così, sembra dirci l’autore: siamo violenti, egoisti, cattivi, marci. E il fatto che lo siamo e che contemporaneamente ne ridiamo non fa altro che aggravare le cose.

Mox Nox_cover
Joan Cornellà
Mox Nox
Eris Edizioni, 2014

«È con grande gioia e un brivido di ribrezzo che salutiamo l’arrivo in Italia dell’umorismo malato e disturbante di Joan Cornellà. Il lettore italiano, dopo anni di immeritata serenità, può finalmente, può finalmente passeggiare sul labile confine tra il divertente e l’inappropriato, dove la risata va a braccetto con il raccapriccio, in una vertigine continua di coltellate, smaglianti dentature, corpi allegramente liquefatti e deformi e facce che spuntano in parti del corpo dove non dovrebbero stare. E se, a lettura ultimata, chiudendo il libro doveste trovare la vostra faccia in quarta di copertina, mostruosamente congelata in un sorriso inquietante, non ci sarebbe troppo da stupirsi». Tuono Pettinato

Allora, che aspettate? Andate, e leggetene tutti.

di Silvia Ceriani


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