James Lawton ha pubblicato un bell'articolo sull'Independent, dal titolo "NFL could teach the Premier League a great deal about financial fair play".
Ve ne proponiamo un paio di passaggi, rimandandovi all'articolo per la lettura completa:
"Ad essere onesti", ha detto il funzionario della NFL intervistato, "la maggior parte dei proprietari NFL semplicemente non sarebbe interessato a questo dibattito. Il loro concetto di campionato non include la possibilità che una squadra possa essere incoronata campione mentre produce perdite di oltre 100 milioni di sterline.
"L'intera base della NFL politica è quello di creare una concorrenza reale e ogni regolamentazione campionato è progettato per supportare questa affermazione."
Ci sono molte norme in tal senso, ovviamente, in ordine di importanza sono generalmente indicati come segue.
- La squadra che ha realizzato il risultato peggiore della stagione ha diritto alla prima scelta del miglior giocatore disponibile.
- Esiste un salary cap, in cui ogni squadra NFL deve operare con un budget di circa USD 120m.
- I ricavi vengono messi in comune: i diritti TV (sia che le partite appaiono in tutta la nazione una dozzina di volte o non una sola volta), il 40 per cento di tutte le vendite di biglietti e il 60 per cento delle vendite delle maglie al di fuori dei confini della città e dello Stato di appartenenza della squadra.
Ma c'è un altro aspetto che Lawton evidenzia: il controllo della proprietà delle squadre:
In base alla normativa NFL, i proprietari di Chelsea, Manchester City, Manchester United e il tragicomico Venky di Blackburn avrebbero avuto un compito faticoso nel tentativo di conquistare il controllo dei loro famosi club vecchi. Ironia della sorte, Glazers è riuscito a comprare il Tampa Bay Buccaneers, ma la tipologia di offerta fatta per lo United (debito) sarebbe stata derisa nella riunione di proprietari che richiede una maggioranza di tre quarti dei votanti per approvare l'operazione.
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