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Lezioni di inciviltà diffusa

Creato il 24 agosto 2011 da Cultura Salentina
Lezioni di inciviltà diffusa

San Cataldo: il faro

Si fa presto a dire marketing territoriale, a parlare di oculata gestione del territorio, a usare parole come sostenibilità economica e ambientale.

Troppo spesso siamo costretti a fare i conti con l’inciviltà di turisti e cittadini che amano guardare al nostro territorio come a un’immensa discarica dove abbandonare ogni genere di rifiuto. Su questo fronte occorre annotare la sostanziale incapacità sul fronte della repressione, del controllo e della pulizia di numerosi amministratori comunali, molto intenti a far cassa e poco inclini a restituire il frutto di quell’esazione in giusta ricompensa di servizi al cittadino. E’ appena il caso di citare alcuni esempi, sotto forma di annotazioni riprese casualmente quest’estate in giro per la penisola salentina.

Pagheremo anche l’aria

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Esazione per parcheggio al mare

Magari fosse solo l’aria, qui ci fanno pagare anche i liquami; vi racconto questa storia che ha dell’incredibile.

Qualche giorno fa, non volendo fare molti chilometri per un’oretta di mare mi reco di buon’ora a San Cataldo, nella zona ricadente nel comune di Vernole. Ricordavo un parcheggio a pagamento a pochi metri dal mare, e così mi sono fermato, ho fatto lo scontrino che si badi bene è richiesto sin dalle 8:00 del mattino, e mi reco sulla spiaggia.

La prima impressione è nefasta, ovunque rifiuti di ogni genere e tipo: una ruota completa di pneumatico e cerchione, un frigorifero, mucchi di sacchetti della spazzatura, immancabili bottiglie di plastica in ordine sparso.

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Strisce blu ovunque!

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Divieto di balneazione

Come se non bastasse dopo un po’ un cattivo odore sospinto dalla leggera brezza che spinge da sud mi invade le narici, capisco di essere in un luogo non propriamente adatto alla balneazione e decido di andare via.

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Discariche: Ma qui si paga solamente? E quel muro di cemento?

Giusto il tempo di percorrere i pochi metri che mi separano dal parcheggio e mi accorgo di un cartello che non avevo visto prima: avverte gli avventori che non è il caso di bagnarsi in quelle acque data la vicinanza al “collettore”. Che sarà mai il collettore, uno scarico fognario? Mi sa di sì!

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Rifiuti di vario genere

Vado via disgustato, il comune di Vernole, quello famoso per aver disseminato tutte le provinciali che lo sfiorano di simpatici congegni per megamulte, fa pagare per questo schifo? Vergogna!

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Ruote sulla spiaggia

Torno a casa questo è veramente troppo.

Decoro leccese

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Lecce: Bici porta rifiuti, ma guardate a terra sono appena le nove del mattino ed è già sporco?

Ancora un parcheggio, siamo in centro a Lecce, premo il telecomando, mi avvio verso casa e mi cade l’occhio su quelle bellissime bici che un illuminato amministratore (che non conosco… ipotizzo) ha voluto; non so chi sia ma ogni tanto occorre dare anche le buone notizie; la cattiva notizia è che orde di incivili hanno pensato bene di utilizzare i cesti di queste bici come “porta rifiuti”, il colmo se si pensa che Lecce è letteralmente disseminata di bidoni dell’immondizia: uno sfregio alla civiltà di molti cittadini.

Verde pubblico

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Lecce: decoro urbano e "verde" pubblico

Ancora qualche passo e davanti a me appare un chiaro esempio di come la mancata pulizia delle aree urbane non sia esclusiva solo di alcuni comuni: erbacce e rifiuti di ogni genere danno il benvenuto ai turisti che utilizzano questo accesso alla città; glisso sul writer che contribuisce a modo suo a dare il benvenuto a una città candidata «patrimonio dell’Unesco» e «città della cultura».

Effluvi

Ancora pochi, passi le scale che danno accesso al centro sono lì davanti e sono macchiate di scuro, un pesante odore di acido urico ammorba l’aria: siamo in “zona vespasiani”? Qui molti incivili si danno appuntamento giorno e notte per urinare. Numerose telefonate di protesta sono state effettuare dai residenti all’ufficio ambiente, che provvede a sporadiche, quanto inutili, pulizie. Nessuno controlla, nessuno reprime, i residenti della zona pagano in prima persona l’errore di aver creduto e investito nella rinascita del centro storico. I marmi che decorano le scale sono macchiati di scuro, vi risparmio la foto, anche perché per capire bene il disastro occorrerebbe sentire “l’odore”.


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