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LGBT e discriminazioni nel mondo del lavoro

Da Psicologiagay
 

Secondo un dossier pubblicato dal sito Notiziegay.com in Italia e in Francia le persone LGBT hanno vita difficile al lavoro. Catherine Tripon, portavoce della associazione francese L’Autre Cercle ha recentemente diffuso i risultati di un’indagine sugli atteggiamenti discriminatori al lavoro in Francia, dove il 53% degli LGTB confessa di non poter parlare liberamente delle proprie preferenze sessuali.

Manifestanti al Gay Pride di Parigi

Manifestanti al Gay Pride di Parigi

Secondo l’indagine, l’industria e la scuola sono i settori dove è maggiormente compromessa la possibilità di lavorare per LGBT: nell’industria, sotto la pressione di una cultura essenzialmente “machista”, nella scuola per la tendenza ad accusare o sospettare gli insegnanti LGBT di pedofilia. Tripon osserva che il lavoratore discriminato è spostato in un reparto più “confortevole” mentre i discriminatori sono sanzionati con misure leggere. In questi casi, è difficile intervenire con leggi specifiche: i problemi variano in base all’ampiezza della città, al lavoro svolto e alla flessibilità dei contratti.

Inoltre, nella sigla LGBT sono raggruppate persone con difficoltà diverse: transessuali e omosessuali, ad esempio, non condividono gli stessi problemi.

In Italia mancano studi significativi in materia: l’ultima indagine sulla discriminazione di genere incaricata dal Dipartimento per le Pari Opportunità all’Istat (Istituto Italiano di Statistica) risale al 2008. I primi risultati sono stati diffusi nel 2010, mentre l’esito finale sarà diffuso nel corso dell’anno. Attualmente, secondo l’Eurispes:

  • il 35,5% degli italiani tollera l’omosessualità purché non sia ostentata;
  • il 15% dichiara una sensazione di disagio quando entra in contatto con gli omosessuali;
  • il 44,8% sostiene che l’amore omosessuale sia contro natura.

Per Salvatore Marra, responsabile dell’Ufficio Nuovi Diritti di Roma e del Lazio della CGIL, il coming out cresce nei luoghi di lavoro, mentre nelle grandi città e nelle aziende con contratto stabile è più facile vivere apertamente la propria sessualità.

Purtroppo, la cronaca italiana continua a raccontare episodi di violenza contro gli omosessuali o presunti tali, specialmente atti di bullismo omofobico, mentre la nostra legislazione – al contrario di quella di Francia, Spagna, Inghilterra, Belgio, Svezia, Danimarca e altri paesi europei – non prevede pene più severe per i colpevoli di violenze o offese a carattere omofobico.

Questi episodi di discriminazione,  inoltre, sono trattati dalla stampa con superficialità, mancando di studi adeguati. Oltretutto, non emergono casi di discriminazione trattati dai giudici nazionali, in quanto, secondo Marra, spesso si cerca la conciliazione senza ricorrere al tribunale.

Neanche la  direttiva europea 78/2000 contro le discriminazioni sul luogo di lavoro ha aiutato le persone LGBT discriminate: secondo Marra, questa direttiva è stata male applicata, imponendo al lavoratore l’obbligo di dimostrare la discriminazione a suo carico, difficile di per sé e specialmente per la popolazione LGBT, una minoranza invisibile rispetto ad altre categorie discriminate.

Secondo Eurobarometro, il servizio della Commissione Europea che analizza le tendenze dell’opinione pubblica, l’orientamento sessuale è l’ottava causa di potenziale discriminazione quando ci si candida per un lavoro nell’Unione europea. Gli operatori di settore denunciano l’omertà circa le pressioni ricevute per il proprio orientamento sessuale durante il colloquio di assunzione. Un altro rapporto del 2010 dell’Agenzia Europea per i Diritti Fondamentali denuncia l’invisibilità ed il silenzio in cui vivono le persone LGBT in Europa.

Generalmente più si conosce più si tende ad ammorbidire le proprie posizioni pregiudiziali e quindi ben vengano studi, ricerche, strumenti che possano favorire il miglioramento della qualità della vita.

A questo proposito vi segnaliamo, se non l’avete ancora vista, la ricerca promossa da ArcigayIo Sono Io Lavororivolta a tutte le persone LGBT in tutta Italia e maggiorenni. Il sito offre la possibilità di compilare un questionario on-line della durata di 20 minuti e anonimo e, anche, di inviare per email una propria storia di discriminazione che si voglia raccontare. Auguriamo al sito di diventare un punto di riferimento in materia in materia di discriminazioni LGBT nel mondo del lavoro, colmando le lacune oggi presenti.

La strada verso i diritti e l’equiparazione delle persone LGBT alla maggioranza eterosessuale è ancora lunga, ma per fortuna si cammina già da un pò…

A cura delle dott.sse Ilaria Peter Patrioli e Paola Biondi


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