Joselyn Elliot, sabato, è giunta a Niamey, capitale del Niger, ed è stata subito ricevuta dal presidente nigerino Mahamoudou Issoufou.
La donna era stata rapita assieme a suo marito, Ken (foto in alto), medico chirurgo, australiano come lei, il quale dirige da oltre quarant'anni una clinica a Djibo, nel Burkina Faso, la notte tra il 15 e il 16 gennaio, proprio quando ci fu l'attacco all'hotel Splendid a Ouagadougou, capitale del Paese burkinabé, che causò ben trenta morti.
Il rilascio di Joselyn, dicono fonti attendibili, è avvenuto senza il pagamento di alcun riscatto.
La rivendicazione del sequestro è di Al Mourabitoune, una cellula jihadista di AQMI, ossia Al Qaida del Maghreb islamico.
Ken, il marito della donna, è tuttavia ancora nelle mani dei rapitori in quanto essi chiedono non denaro bensì uno scambio di jihadisti detenuti nelle carceri in Burkina Faso.
Joselyn è stata liberata solo in quanto donna, perché gli uomini di Al Mourabitoune hanno riferito di non voler coinvolgere donne nella loro guerra.
Marianna Micheluzzi (Ukundimana)