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Libia: non sarà guerra. ONU apre alla diplomazia

Creato il 19 febbraio 2015 da Retrò Online Magazine @retr_online

Non sarà guerra. Per ora.
Il vertice ONU del Consiglio di Sicurezza ha risposto con un secco “no” a iniziative volte ad offendere in Libia. Nessun bombardamento. Tantomeno nessuna invasione via terra o via mare.
La riunione del Consiglio di Sicurezza, tenutasi la scorsa notte – ore 14 locali – al Palazzo di Vetro di New York, era stata acclamata come un successo tutto italiano. “Finalmente l’Europa ha aperto gli occhi” aveva detto il premier Matteo Renzi “L’Italia è pronta a un ruolo guida”.

Unità nazionale e diplomazia: la ricetta per sconfiggere il jihadismo. Ma il tempo non è infinito

“Le divergenze tra i due governi della Libia non sono insormontabili” ha detto L’inviato delle Nazioni Unite per la Libia, Bernardino Leon. “Nella Libia post-Gheddafi” ha spiegato Leon “l’estremismo islamico ha trovato terreno fertile. Il Paese è spaccato in due – da un lato il governo di Tripoli guidato dal Congresso nazionale libico, a maggioranza islamista; a oriente il governo di Tobruk di Abdullah Al Thani, riconosciuto dalla comunità internazionale – e solo un’unione reale può porre un freno alla follia dell’Is”.
Si respira un cauto ottimismo, dopo i momenti di tensione tra Egitto e Qatar. Il governo del Qatar aveva infatti ritirato il proprio ambasciatore dallo Stato egiziano in seguito alla decisione dell’Egitto di bombardare la Libia. L’Egitto aveva cercato vendetta per i 21 cristiani copti – di cui 20 egiziani – brutalmente assassinati dall’Is. Secondo alcune fonti, avrebbero fino a ora ucciso più di 150 miliziani jihadisti, catturandone oltre 50.
“Stiamo compiendo dei passi avati” ha spiegato il Ministro italiano degli affari esteri Paolo Gentiloni “m il tempo non è infinito. Le prossime settimane saranno cruciali”.

Un vuoto riempito dall’Is: a Derna un governo che applica la Shari’a

L’Egitto chiede di rimuovere l’embargo sulle armi da Tobruk. La Russia si dichiara pronta a fornire un cordone navale attorno alla Libia. Ma l’ONU frena

Dopo la morte di Gheddafi, la Libia venne spaccata in due e già nell’ottobre del 2014 gruppi di estremisti islamici affiliati ad Al-Qaida avevano conquistato la città di Derna, creando forze di polizia a sfondo islamico. Subito erano iniziate le fustigazioni, le esecuzioni sommarie. E l’Egitto, oltre a bombardare, ha anche praticato alcune incursioni via terra, colpendo i jihadisti.
“Non basta colpirli con le armi” ha però detto il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry “l’Egitto chiede anche di rimuovere l’embargo che impedisce la vendita di armi alla Libia”. Shoukry ha anche richiesto un eventuale blocco navale per impedire l’arrivo di armi da eventuali fornitori stranieri per le zone libiche non riconosciute dall’ONU. Favorevole anche la Russia che ha detto di essere pronta a mettere a disposizione la propria flotta. Il rappresentante permanente russo all’Onu, Vitali Ciurkin si è detto favorevole a una coalizione anti-Is, soprattutto per bloccare la fornitura di armi ai terroristi.
Di altra idea l’ONU. La linea di azione è di concedere tempo a Bernardino Leon per avvicinare le due parti della Libia in modo contrastare i jihadisti. Secondo le Nazioni Unite, l’invio di armi in maniera unilaterale favorirebbe la crescita degli scontri interni alla Libia, una situazione da scongiurare assolutamente in quanto farebbe solo il gioco dell’Is che continuerebbe ad approfittare della confusione per fare nuovi proseliti.

L’ambasciatore egiziano a Londra, Nasser Kamel: “Rischio di terroristi tra gli immigrati in Italia”

Obama: “E’ una sfida a tutto il mondo. La religione non è la causa. I musulmani non sono terroristi” e invita i leader musulmani a schierarsi contro l’Is.
Dalla sua ambasciata londinese, Nasser Kamel avverte l’Italia: “C’è la volonta degli jihadisti di infiltrare dei lupi solitari tra i profughi in fuga dalla guerra”. Angelino Alfano intanto tranquillizza: “Non ci sono pericoli per il momento, ma non si può essere certi che non ve ne saranno. Il livello di attenzione è altissimo”.
Nel frattempo, l’ambasciatore italiano in Libia Giuseppe Buccino ha reso noto che i numeri degli italiani rimasti in Libia sono “molto bassi”, pur senza fornire una cifra esatta.
Barak Obama, intanto, ha lanciato un appello ai leader islamici moderati per contrastare “la follia dell’Isis” che non fa altro che “fare il lavaggio del cervello” alle persone. “I musulmani” ha detto Obama “non sono terroristi e la loro religione non è terrorista. Chiedo che tutti gli islamici moderati nel mondo si schierino con coscienza contro l’Is”.

Tags:Barak Obama,Derna,egitto,Gheddafi,IS,isis,jihadismo,Libia,musulmani,ONU,terrorismi,terroristi

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