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Libro:”Fuori dal buio, la mia vita con un padre gay”, di Dawn Stefanowicz

Creato il 18 settembre 2012 da Wally26

L’idea per questo post mi e’ venuta in mente dopo aver letto che Rupert Everett, attore inglese dichiaratosi omosessuale molti anni fa, ha detto in una recente intervista rilasciata al Sunday Times e riportata da The Telegraph che: “my mother Sara thinks children need a father and a mother and I agree with her, I can’t think of anything worse than being brought up by two gay dads.”

Puo’ anche darsi che la sua dichiarazione sia stata male interpretata e che Everett abbia voluto fare della semplice dell’ironia, fatto sta che il dibattito  sulla bonta’ o meno delle adozioni nelle coppie omosessuali andrebbe affrontato con serieta’ e soprattutto empiricamente, dati alla mano, partendo dalle esperienze vissute dai bambini cresciuti in queste famiglie. E’ a loro che bisognerebbe dare voce prima di tutto. Troppo poco sappiamo infatti sulle loro esperienze, esperienze che potrebbero introdurre nuovi spunti nel dibattito. La stampa si cura bene dal pubblicare tali ricerche preferendo limitare il dibattito al piu’ funzionale ambito ideologico e politico anziche’ scientifico. Studi scientifici che hanno studiato le problematiche dei bambini cresciuti all’interno di una relazione omosessuale pero’  esistono;

“Sono studi importanti in quanto riequilibrano le posizioni in campo: finora, infatti, le prime ricerche su questo tema hanno sostenuto la non-differenza, negando le diversità tra i bambini di coppie eterosessuali e omosessuali, successivamente ricerche promosse dalla lobby gay hanno tentato addirittura di sostenere una crescita migliore da parte dei figli di omosessuali. Ma, come ha spiegato Francesco Paravati, presidente della Società Italiana di Pediatria Ospedaliera (SIPO), «le problematiche delle “nuove famiglie” sono fenomeni recenti, tutti i risultati di qualunque organismo scientifico sono perciò preliminari e non definitivi». Anche Rosa Rosnati, docente di Psicologia sociale alla Cattolica di Milano, ha spiegato che attualmente le ricerche sul tema «sono su gruppi molto piccoli e condotte a breve termine. È ovvio che un bambino possa vi­vere con due genitori dello stesso sesso. Dal punto di vista biologico e psicologico, però, un figlio ha bisogno di un uomo e di una don­na per crescere. Poi, certo, ci possono essere figure sostitutive, che assicurano buone rela­zioni. Ma un conto è ciò che è preferibile e un altro è la capacità di adattamento dell’essere umano».

Nel 2012 e’ stato pubblicato un libro dalle edizioni Ares scritto da Dawn Stefanowicz dal titolo: “Fuori dal buio, la mia vita con un padre gay“. Dawn e’ una ragazza che e’ stata cresciuta da genitori omosesuali, ne ha sofferto ed ha deciso di scrivere per farsi:

portavoce di altri ‘figli’ di coppie gay con cui è entrata in contattoper difendere i bambini innocenti che non possono difendersi da soli, contro una nuova, inaudita forma di abusi sui minori, legalizzata e promossa dagli Stati che hanno abbracciato un’ideologia del tutto falsa, per la quale ogni tipo di vissuto e ogni forma di convivenza vengono considerati leciti ed equivalenti.”

Libro:”Fuori dal buio, la mia vita con un padre gay”, di Dawn Stefanowicz

Dal sito dell’ UCCR, 9 luglio 2012:

“Dawn è cresciuta tra gli omosessuali di Toronto, come scrive nel suo sito web, e suo padre è uno specchio di quel mondo: «Era una persona insicura», perché l’omosessuale, spiega l’autrice raccontando dei tantissimi incontrati nel mondo gay, è «narcisista, concentrato su se stesso e tanto bisognoso di conferme e di affetto da parte di altri uomini [...], lui portava dentro una grandissima rabbia irrisolta, che ribolliva e traboccava in scene spaventose [...]  lottava anche contro la depressione e qualche volta pensava al suicidio (…). Viveva una vita tormentata, il suo modo di affrontare il proprio disagio era seppellirsi negli straordinari di lavoro e poi la sera e nei fine settimana, fuggire verso attività sessuali compulsive»

L’amore per il padre emerge nel libro, lui non ha voluto farle male in modo consapevole, ma purtroppo «ciò che desiderava più di ogni altra cosa era di essere accettato e appartenere a qualcuno. Cercava di ottenere quel tipo di compagnia e di amore maschile che da bambino non aveva mai conosciuto. Ma, cercando di soddisfare le sue esigenze affettive attraverso l’omosessualità, spesso ignorò le esigenze legittime dei suoi figli». L’omosessualità, dunque, come ricerca dell’affetto di un uomo, mancata nell’infanzia. Dawn racconta: «sono stata esposta a chat sessualmente esplicite, stili di vita edonistici, sottoculture GLBT e luoghi di vacanza gay. Sono stata esposta a manifestazioni della sessualità di tutti i tipi tra cui il sesso negli stabilimenti balneari, travestitismo, sodomia, pornografia, nudità gay, lesbismo, bisessualità, voyeurismo e sadomasochismo. Droga e alcol hanno spesso contribuito ad abbassare le inibizioni nelle relazioni di mio padre». Egli la vestita sempre in modo unisex, «non ho mai visto il valore delle differenze biologiche complementari tra uomini e donne, né mai ho pensato al matrimonio». Con papà, racconta, «non c’era scampo: se uscivo con le femmine diceva che ero lesbica (…), la promiscuità mi sembrava la cosa più normale». La cosa peggiore, racconta Dawn, era «l’audacia di papà nella sua condotta omosessuale sempre più evidente», dovuta al fatto che «non c’era più nessuno a cui sentiva di dover rendere conto (…) una nuova aria di permissivismo permeava la società». E ancora: «Ero indignata per la vita delle persone dello stesso sesso, i continui abusi domestici, le avances sessuali verso minori e la perdita di partner sessuali come se le persone fossero prodotti da utilizzare»

Due incontri hanno dato a Dawn la forza di venirne fuori, come recensisce Tempi.it: la sua vicina di casa, innanzitutto, da cui spesso si rifugiava da piccola e che a differenza di tutti gli adulti che «in nome dell’ideologia politically correct fingevano di non vedere (…), parlava delle cose così com’erano, non come apparivano», spiegando alla piccola che «il papà fa delle cose che non dovrebbe fare perché sono sbagliate». Grazie ad un altro vicino, «conoscendo i suoi genitori ebbi finalmente un’idea di quello che dovesse essere una famiglia»

Negli ultimi anni stampa, musica (Lady Gaga) e cinema di comune accordo e soprattutto motivate dal denaro che ricevono dalle lobby dei movimenti LGTB, hanno aumentato i loro sforzi per ‘sensibilizzare’ la societa’ sul delicato tema delle adozioni di bambini nelle coppie omosessuali. Film come “Beginners” dove un figlio scopre che il padre vedovo e’ diventato omosessuale, oppure il piu’ esplicito e introspettivo “The Kids Are All Right“, affrontano il tema secondo diverse sfaccettature mostrando ad esempio che le dinamiche in atto nella famiglia omosessuale non sono differenti da quelle della famiglia eterosessuale, che i figli cresciuti nelle famiglie omosessuali hanno “una marcia in piu’ “, sono piu’ sensibili e anche confusi come si capisce dagli atteggiamenti della figlia della coppia protagonista, che e’ ‘trendy’ (“e’ ok”) avere genitori omosessuali, come accenna l’unico figlio maschio della coppia verso la fine del film. Il tradimento della Moore consumato col donatore di sperma Ruffalo e la sua conseguente crisi e pentimento che la riportano fra le braccia dell’amata Bening, squotono forse per un breve tempo le convinzioni della Moore, ma questo tema e’ lasciato alle interpretazioni del pubblico. Forse il suo pentimento riguarda solo il tradimento in se’ per se’ piuttosto che l’aver tradito la moglie con un uomo. Se cosi’ fosse sarebbe un altro tentativo di mostrare che le dinamiche in atto nelle coppie etero e omosessuali, sono identiche;

Libro:”Fuori dal buio, la mia vita con un padre gay”, di Dawn Stefanowicz

Con il pretesto di rieducare un obsoleto senso civico rimasto ancorato a una visione considerata troppo conservatrice che vede alla base della societa’ la cellula-famiglia composta da unioni eterosessuali, la lobby LGBT finanzia le case cinematografiche e i partiti Democratici delle nazioni occidentali (in testa a tutti Stati Uniti e paesi nord Europei) affinche’ questi si impegnino nel nobile compito di correggere la malsana consuetudine. Dopotutto grazie alla scienza e alla tecnologia oggi e’ possibile concepire anche senza la presenza “obsoleta” dell’uomo (di cui si utilizza esclusivamente il seme) e secondo le teorie sociopolitiche postmoderne decostruzioniste e’ possibile anche ripensare e riprogettare la famiglia secondo nuovi e moderni criteri.

Il nocciolo del problema risiede quindi nel contemplare quale tipo di societa’ si vuole creare per le future generazioni.  Ovviamente ognuno e’ libero di vivere in coscienza propria la sessualita’ che preferisce, ma un conto e’ decidere della propria sessualita’ e un conto e’ avere la pretesa di modificare l’assetto sociale.

A ben vedere, queste idee non convenzionali di famiglia e societa’ sono proprio cosi’ nuove e progressiste ? La Chiesa e’ retrograda perche’ non approva le unioni omosessuali?

In realta’ no. L’omosessualita’ nel mondo pagano precristiano era la normalita’. Anche la pedofilia era la normalita’. (Attenzione, non sto equiparando l’omosessualita’ alla pedofilia). Entrambi gli atteggiamenti pero’ erano accettati dalla morale e dai costumi pagani. Certo non sappiamo se anche allora la morale naturale suggeriva ad alcuni considerazioni opposte. La condanna morale dell’omosessualita’ e della pedofilia fu codificata nell’Antico Testamento, ed e’ stata riaffermata in seguito dal cristianesimo. Questa nuova moralita’ si diffuse con la predicazione degli apostoli nel mondo romano impattando e scardinando pian piano come una meteora la civilta’ pagana. Con San Paolo e san Tommaso d’Aquino si attesta infatti che : “Nei peccati contro natura in cui viene violato l’ordine naturale, viene offeso Dio stesso in qualità di ordinatore della Natura” (Summa Teologica, II-II,q.154,a.12.). Piccola parentesi: se crediamo che il cristianesimo sia esageratamente ostile all’omosessualita’, riflettiamo allora sull’intransigenza radicale dell’ Islam, dove ancora oggi l’omosessualita’ puo’ essere causa di morte.

Allora se oggi ci scandalizziamo leggendo di casi di pedofilia, forse e’ a causa dell’influsso della morale e della filosofia cristiana sulla societa’ occidentale.

Tralascio qui di parlare dei casi di pedofilia che hanno interessato la chiesa cattolica perche’ andrei fuori tema: basti menzionare che i casi di pedofilia non riguardano esclusivamente il clero cattolico, ma sono fenomeni presenti anche nel mondo islamico e laico. Per questa sua presa di posizione sul tema, il cristianesimo e piu’ in generale la Chiesa come istituzione, e’ considerata spesso dai movimenti LGBT portatrice di una moralita’ retrograda e superata. A ben vedere pero’ e’ vero esattamente il contrario: sono essi stessi i portavoci di una moralita’ antica e pagana, quel tipo di moralita’ precristiana che secondo il cristianesimo e la morale naturale, avvilisce la dignita’ umana.

Perche’ tanto accanimento verso la famiglia tradizionale?

Azzardo una spiegazione allontanandomi per un attimo dal tema del post, cioe’ le adozioni e le coppie omosessuali, che pur fa parte di questa ampia visione. Platone nella Repubblica parlava della necessita’ di creare una societa’ nuova arrivando addirittura a teorizzare la distruzione dei legami famigliari e tribali togliendo i figli alle madri e affidandoli ad altre famiglie per creare un senso di appartenenza sociale nuovo, abolendo di conseguenza anche la proprieta’ privata per creare un’appertenenza ad un entita’ ‘super partes’, lo Stato, che tutto vede e tutto regola. A Sparta si porto’ avanti in qualche modo questa idea. I Romani e i turchi Ottomani erano soliti rapire i figli dei capi delle tribu’ e dei popoli conquistati per crescerli secondo i loro costumi, affidando loro posti di rilievo nell’esercito e nell’amministrazione per garantirsi la fedelta’ dei popoli sottomessi. Hitler, Stalin, Mao, Pol Pot, si sono mossi in tal senso arrivando a stravolgere gli assetti famigliari per creare l’uomo nuovo e un nuovo ordine sociale. La storia umana e’ piena di tentativi di stravolgere gli assetti famigliari e quindi sociali al fine di istaurare un nuovo ordine politico.

E’ accaduto in passato in maniera violenta, attraverso le dittature, oggi potrebbe avvenire in maniera defilata ma progressiva, magari al fine di creare anarchia e disordine anziche’ dittatura, passando sempre attraverso l’attacco alla famiglia grazie all’imposizione, a mezzo stampa e cinema ad esempio, di stili di vita diversi da quelli adottati sin’ora, promuovendo un clima di permissivismo e confusione, promuovendo volgarita’ e violenza o equiparando le unioni omosessuali con quelle eterosessuali. Tutto cio’ a insaputa e dietro le spalle di chi crede sinceramente che la resistenza di parte della societa’ alle unioni civili omosessuali e soprattutto alle adozioni da parte di coppie omosessuali, riguardi esclusivamente la sfera religiosa e politica, che sia un problema di dritti umani violati o di discriminazione. Purtroppo esiste anche questa, certo la discriminazione e la violenza contro gli omosessuali vanno combattute e arginate con la cultura del rispetto della liberta’ privata inviolabile del prossimo. Siamo tutti d’accordo su questo immagino. Ma di pari passo con la cultura del rispetto della sfera privata, andrebbe ribadito il concetto che esiste un ‘bene comune’, un’idea di societa’ che non e’ negoziabile perche’ modificando alcuni parametri fondamentali di questa equazione, si possono ottenere risultati imprevedibili a lungo termine.

Ricordiamo le parole di papa Giovanni Paolo II sulla famiglia;

Libro:”Fuori dal buio, la mia vita con un padre gay”, di Dawn Stefanowicz

Leggi anche: France’s most senior Catholic cleric says same-sex marriage will lead to incest e Rosy Bindi contestata dai gay alla festa dell’Unità


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