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Licantropia Evolution (Ginger snaps)

Da Lupokatttivo

lupe mannare al college

vamp

Cosa succede nel mondo: nel 2000 esce “Licantropia evolution” (che in originale si chiama Ginger snaps) nel 2004 esce il seguito “Licantropia apocalypse” (Ginger snaps unleashed) e di seguito il prequel “Licantropia” (Ginger snaps back).
Cosa succede in Italia: il primo film non lo caga nessuno a causa della distribuzione, piu’ o meno stessa sorte per il secondo, poi ci accorgiamo che la saga nel resto del cosmo piace e facciamo uscire al cinema il terzo episodio spacciandolo per il primo (tanto e’ un prequel) che ottiene successo misero essendo il peggiore dei tre. Gli cambiamo il titolo e ci inventiamo una trilogia al contrario. I due seguiti per noi italiani sono in realta’ ormai vecchi per il grande schermo e quindi li mettiamo su dvd con una bella scatolina di cartone che li racchiude tutti e tre. Come al solito i nostri geni del marketing non hanno capito un cazzo. Al di la del titolo (che comunque ammettiamolo anche nella sua versione italiana non e’ poi malaccio) rischiavamo di perderci uno dei pochi esempi di filmaccio, (onestamente un po’ teen) sui lupi mannari che a mio avviso (tolti i soliti stupendi, “Un lupo mannaro americano a Londra”, “L’ululato”, “Dog soldiers” ed “In compagnia dei lupi”) merita davvero di essere visto e goduto.
“Licantropia evolution” è un fulgido esempio di come si possa tradurre al giorno d’oggi una storia, sempre affascinante, pur con poco budget a disposizione. Le due protagoniste sono bravissime, si entra subito nella storia e non se ne esce piu’. Il college, lo scherno dei ragazzi, le due sorelline bruttine e, dopo, la rivincita…per modo di dire. In effetti una delle sorelle viene morsa da un licantropo e, prima di trasformarsi definitivamente, ne combina di cotte e di crude. Il messaggio arriva netto, forte e’ la voglia di rivalsa che pervade tutto il quadro, intermezzata da battute non stop, che in piu’ di un occasione strappano un sorriso.
Un po “Lupo mannaro americano a Londra”, un po “Ammazzavampiri”, il film convince fino all’ultima mezz’ora. Da li’ in avanti per godere appieno del finale bisogna sorvolare sulla creatura “lupo mannaro”, resa in maniera veramente poverissima.
Insomma manca la classica ciliegina, ma la torta è buona lo stesso.



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