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Lincoln, a lezione dal prof. spielberg

Creato il 30 gennaio 2013 da Cannibal Kid
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LINCOLN, A LEZIONE DAL PROF. SPIELBERG

"Meno male che la foto l'hanno tagliata, perché mi
trovavo sulla tazza del cesso quando l'hanno scattata."

Lincoln (USA, India 2012) Regia: Steven Spielberg Cast: Daniel Day-Lewis, Tommy Lee Jones, Sally Field, Lee Pace, Joseph Gordon-Levitt, Jared Harris, James Spader, Hal Holbrook, Jackie Earle Haley, John Hawkes, Michael Stuhlbarg, Joseph Cross, David Strathairn, Tim Blake Nelson, Gulliver McGrath, Boris McGiver, Walton Goggins, Lukas Haas, Dane DeHaan, Stephen Spinella, David Costabile, Adam Driver, Gregory Itzin Genere: lezione di storia Se ti piace guarda anche: J. Edgar, Invictus, Schindler’s List, The Help
Lincoln è una gran bella lezione di storia americana? Sì. Lincoln è un gran bel film? No. Lo dico subito. Un film ben realizzato, sì. Un filmone da Oscar e da consegnare alla memoria, no.
Steven Spielberg negli anni ‘80 era come Elliott. Un bambino capace di credere nella magia delle cose. Poi il bambino è cresciuto, ha dimenticato cosa la fantasia è, si è preso troppo sul serio e ormai sforna solo film prevedibili. Lincoln è esattamente come me lo immaginavo prima di vederlo. È un filmone pieno di retorica, ricco di enfasi, moralmente anche condivisibile, ma nient’altro. Non c’è una sola sorpresa, non c’è una singola scena che mi abbia davvero colpito. Il classico prodotto impeccabile, senza sbavature, quanto allo stesso tempo privo di una vera anima. C’è una splendida storia, una delle più avvincenti della Storia americana, che ci racconta di un personaggio coraggioso come Abraham Lincoln. Paradossalmente, a mancare al film è proprio il coraggio. Lincoln il Presidente osava. Lincoln il film se la fa sotto.
In ogni sequenza la macchina da presa è messa al posto giusto, fa i movimenti giusti (di solito si avvicina lentamente al protagonista mentre parla, anch’egli molto ma molto lentamente) ed è girata con la fotografia giusta. Tutto bello, tutto preciso, tutto vuoto. Un film realizzato con in testa gli applausi dei giurati dell’Academy, pronti a incoronarlo con l’Oscar, ma sarebbe davvero ingiusto. Lincoln non è affatto un brutto film, però non sposta di una virgola il cinema così come lo conoscevamo. Non sposta nemmeno il cinema di Spielberg di una virgola. È un lavoro molto classico, per fortuna meno paraculo rispetto al precedente melenso War Horse, che ci racconta in maniera impeccabile una vicenda che tutti dovrebbero conoscere. Una pellicola necessaria, ma che nessuno parli di Capolavoro.

LINCOLN, A LEZIONE DAL PROF. SPIELBERG

"Il mio ultimo discorso era talmente interessante che mi sono annoiato da solo."

Per favore.
Ad impreziosire il lavoro da precisetti dello Spielberg c’è un’interpretazione anch’essa impeccabile di Daniel Day-Lewis. Eppure, pure in lui non c’è quasi mai un vero trasporto emotivo. Una grande performance attoriale, una fusione totale con il suo personaggio, ma io non c’ho visto la stessa intensità e passione messa ne Il petroliere o ne L’ultimo dei Mohicani. Riguardo ad Abraham Lincoln il personaggio è stato un grande, si è battuto per fare passare il XIII emendamento, però i suoi discorsi non si possono davvero reggere. Quando inizia a parlare lui non la finisce più. Grazie al film, comunque, ho finalmente capito perché Abraham Simpson si chiama così.

LINCOLN, A LEZIONE DAL PROF. SPIELBERG

"Hey, ma tu non sei il cavallo Joey di War Horse?
Chissà cos'hai fatto per diventare il nuovo pupillo di Spielberg, eh?"

Tra le cose interessanti della vicenda va evidenziata l’apertura mentale di Lincoln, primo presidente Repubblicano nella storia degli Stati Uniti, nonostante promuova il XIII emendamento più per interessi politici che per altro, mentre il ruolo dei conservatori lo ricoprono i democratici. Curioso come poi la Storia abbia invertito i ruoli. La vicenda politica, tra un soporifero monologo di Lincoln e l’altro, funziona anche, almeno per chi è un minimo interessato alla Storia americana, altrimenti ciao, finirete dritti nel mondo dei sogni. Laddove la pellicola non trasporta del tutto è invece nel privato, nell’intimo dei personaggi. Che uomo era, davvero, Lincoln? Il film ci dice che era uno che parlava davvero un sacco, uno che sapevi quando iniziava un discorso ma non sapevi quando lo finiva. Il resto non ce lo dice. Da questo punto di vista, ho trovato più riuscito un film di per sé non del tutto riuscito come J. Edgar, che riusciva a scavare, almeno un pochino, all’interno della vita e della mente di un altro personaggio cruciale nella Storia americana, risultando invece troppo intricato e poco incisivo nella parte più storica. Non che adesso voglia a tutti i costi fare l’avvocato difensore di Clint Eastwood, ma non ho capito perché ad esempio un altro suo film come Invictus, vicino per spirito e per tipo di vicenda raccontata a questo però più intenso da un punto di vista emotivo, sia stato snobbato da Academy e critici americani, mentre Lincoln sia stato tanto lodato. Qualcuno me lo spieghi, per favore. Perché quello non era incentrato su un Presidente americano, forse?
Se Lincoln è una lagna, i personaggi di contorno rimangono sempre in secondo piano. Ed è un enorme peccato, perché possiamo soltanto intravedere le potenzialità di alcuni attori che offrono brevi ma notevoli interpretazioni. Su tutti Joseph Gordon-Levitt, il figlio di Abraham, ma anche un sorprendente James Spader (quello di Stargate), un valido ma comunque non da Oscar Tommy Lee Jones, e qualche interessante volto telefilmico, da Lee Pace (Pushing Daisies) al mad men Jared Harris, da Walton Goggins (The Shield) ad Adam Driver (Girls), senza dimenticare Michael Stuhlbarg (Boardwalk Empire) e David Costabile (Breaking Bad). Persino il personaggio della moglie di Abraham, interpretata da Sally Field, viene molto sacrificato e anche la storia umanamente più coinvolgente, quella della perdita di uno dei figli di Lincoln, rimane sullo sfondo come un’eco lontana.

LINCOLN, A LEZIONE DAL PROF. SPIELBERG

"Cannibal, se ti becco ti stronzo... volevo dire ti strozzo!
Scusa, non parlo tanto bene l'italiano..."

Volendo azzardare un rischioso discorso razziale, che uscirebbe meglio dalla penna di un blogger americano di colore, rispetto a quella di un fottuto muso pallido blogger piemontese, si parla tanto di XIII emendamento, di abolizione della schiavitù, di uguaglianza, ma dove sono i personaggi black? Li vediamo nella primissima inquadratura, poi via via nel corso della pellicola sono ben pochi, non si ritagliano altro che uno spazio molto marginale. L’intera pellicola sembra più che altro offrire uno sfoggio di alta moralità e uno sfoggio di uno dei cast più ricchi di strepitosi attori bianchi che la Storia del cinema ricordi. Però, Spielberg, i neri dove li hai nascosti nella tua storia? Sulla tematica razziale, ho trovato allora molto più convincente e intelligente, pur nella sua apparenza cazzona, un film dall’anima black come Django Unchained di Quentin Tarantino, naturalmente, e un altro film “da bianchi che parlano di neri” come The Help. Anch’esso registicamente molto classico e tradizionalista, anch’esso pensato con in testa gli Oscar, ma se non altro parecchio più intenso a livello emotivo. Non che Lincoln non ci provi a emozionare, con un evitabilissimo finale ricco di retorica o con le solite barbose banali musiche del solito barboso banale John Williams che sottolineano i momenti più enfatici. Quelli in cui ci si dovrebbe emozionare, quelli in cui mi sono quasi emozionato, quelli in cui non mi sono mai davvero emozionato.
Steven Spielberg era un bambino ricco di fantasia. Uno che credeva che le bici potessero levarsi in cielo e volare. Adesso è solo un bravissimo, preparatissimo quanto noioso professorone di Storia. Le cose cambiano e le persone invecchiano. E purtroppo spesso dimenticano cos’è la magia.
DRIIIN È suonata la campanella. La lezione di Storia è finita. Tutti via di corsa, prima che Lincoln attacchi di nuovo con un altro sermone dei suoi! (voto 6-/10)
Questo post è stato pubblicato anche su The Movie Shelter, nuovissimo rifugio per appassionati di cinema che ha aperto i battenti giusto ieri e che vi consiglio di leggere, seguire, aggiungere tra i Preferiti o almeno buttarci un'occhiata.

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