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Lion pronto al salto nell’Olimpo del tennis in carrozzina

Creato il 20 giugno 2012 da Sportduepuntozero
Ivan Lion - Foto di Massimo Pinca

Ivan Lion – Foto di Massimo Pinca

Ivan Lion migliora rapidamente. In poco tempo il tennista piemontese ha compiuto dei passi da gigante ed ora è pronto a spiccare il salto nell’Olimpo del tennis in carrozzina. La svolta deve essere arrivata qualche mese fa, verso marzo, quando il CT azzurro lo chiamò per chiedergli di giocare qualche torneo internazionale in più. Ivan attaccò la cornetta ed accettò il suggerimento.

L’esperienza accumulata in questi mesi grazie a tornei di alto livello gli ha permesso di crescere molto e la convocazione ai Mondiali di Seul ne ha sancito la definitiva consacrazione. In Corea Lion si è confrontato con i migliori al mondo ed ha imparato tanto. Non c’è stata una lezione in particolare, ma semplicemente immergersi in quell’ambiente gli ha permesso di toccare con mano tante piccole differenza che poi scavano il solco tra il tennis in carrozzina nostrano e quello straniero.

“La differenza con l’Italia è abissale. All’estero supportano il tennis in carrozzina come il tennis per i normodotati”. Afferma lapidale e con un retrogusto di amarezza. Nel nostro paese i soldi in circolazione sono pochi e le Federazioni ne hanno ancora meno, mentre invece “gli inglesi in vista di Londra hanno stanziato 60 mila euro a testa per ogni atleta per allenarsi”.

Il gap economico sarà difficile da ricucire, ma intanto si può lavorare su quello tecnico e vincere i tornei è già un buon passo in avanti. L’ultimo conquistato da Lion è quello di Cecina. È arrivato un successo nel singolo ed un secondo posto nel doppio. Testa di serie numero1 nel singolo, Lion ha confermato le aspettative ed ha vinto senza troppe difficoltà. In coppia invece, insieme a Francesco Zola, si è dovuto arrendere in finale.

Ormai il tennis espresso dal piemontese (numero 2 in Italia) è superiore quasi a tutti. Già, perché c’è ancora un avversario contro cui Lion fatica. È il numero 1 e si chiama Fabian Mazzei. Chissà che presto non si riveli un dualismo alla Federer-Nadal…

di Edoardo Blandino

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