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Liquidazione “coatta”: storie di ONLUS

Creato il 19 aprile 2011 da Cren

Liquidazione “coatta”: storie di ONLUSCome per ogni attività economica (pubblica o privata, profit o no-profit) ciò che conta è la qualità del prodotto e degli amministratori se si vuole andare avanti. A meno che non si conti sulle prebende dello stato, nelle forme più diverse.

Abbiamo seguito come esempio di malpractices, le vicende della ONLUS CCS Italia (Centro Cooperazione Sviluppo), la progressiva distruzione delle attività verso i beneficiari, i licenziamenti del personale locale, lo spreco dei soldi che i donatori destinavano ai bambini, i deficit di bilancio (malgrado gli Oscar), e, in ultimo, il licenziamento dei lavoratori presso la sede di Genova. Chi avuto pazienza e stomaco per seguire queste fasi (raccontate nei post) non può sorprendersi se il Centro Cooperazione e Sviluppo è in liquidazione e per il terzo anno consecutivo presenta i bilanci in rosso (perdita 2010 euro 700.000), dopo aver dilapidato le riserve accumulate in precedenti gestioni.

Adesso la prossima chiusura, ma prima la ristrutturazione (cioè licenziamenti più o meno, con ipocrisia, mascherati) “Volevano obbligarci a firmare contratti a progetto in sostituzione di quelli a tempo determinato”, mi scrive un neodisoccupato operatore della ONLUS “e allora abbiamo fatto vertenze lavorative per ottenere i nostri diritti e proteggere il posto di lavoro”. Non è nuovo questo andazzo nel mondo della cooperazione dove i contratti per gli espatriati sono sempre a progetto (durata pochi mesi) e quelli per gli operatori locali seguono le norme nazionali (quando esistono) che spesso non prevedono nessuna garanzia verso il lavoratore. Il 99% delle richieste di lavoro delle ONLUS\ONG sul sito Volint hanno durata inferiore a un anno. Poi magari il bel mondo delle ONLUS\ONG si scatena contro Marchionne.

Del resto” continua il neo-disoccupato,   “dal 2007 le attività dell’Associazione sono calate sia in qualità che in quantità e ciò è stato segnalato da molti sostenitori che hanno smesso di sostenere i bambini.” Dirà il vero o sarà, giustamente, un po’ incazzato. Andiamo a vedere. Nel sito costato un patrimonio ci facciamo strada (fra richieste di donazioni) fino alle news (che dovrebbero raccontare il meglio) e rileviamo che nell’ultimo anno sono state costruite 2 scuole, 2 classi, fatto un progetto di microcredito per 100 famiglie, pagate un centinaio di tasse scolastiche in Zambia, distribuiti un po’ di sacchi di riso a 100 bambini in Cambogia e poco altro con euro 2.800.000 donati dai sostenitori per i bambini.

Questo il  resto:12 ragazzi hanno iniziato a frequentare la scuola secondaria - Il corso ha l’obiettivo di istruire le mamme su come prendersi cura ed educare i propri figli, a partire dal periodo di gestazione (300 mamme)- In maggio, negli uffici di CCS Italia a Kathmandu, è stato realizzato un incontro con l’organizzazione locale Pahal, per discutere la fattibilità di un programma di stage rivolto alle studentesse dell’Asian Universtity of Women(3 studentesse)- operati due fratellini malati di ittiosi - Il Responsabile dell’ Educazione di CCS Nepal, ha facilitato una formazione sul processo di preparazione e creazione di materiale didattico (16 persone) -Con il supporto tecnico di questi studenti, CCS ha effettuato una prima formazione in favore di 20 membri di alcune comunità in Mozambico sul processamento e la conservazione dei prodotti agricoli locali (20 persone)- CCS ha organizzato un corso sulla disinfestazione intestinale e sull’integrazione di ferro in coordinamento con le autorità distrettuali delle Salute di Kavre;-Due scuole, la Shree Kalika Lower Secondary School e la Shree Dorje Ghyang Primary School, sono state visitate dall’equipe tecnica del nostro partner PDCH- CCS Italia ha organizzato dimostrazioni pratiche e sessioni nelle scuole sostenute in occasione della giornata mondiale per la pulizia delle mani.-E’ stata completata la costruzione di 10 forni per l’incenerimento dei rifiuti nelle scuole supportate da CCS. I forni, del costo di circa 200 dollari cadauno, sono atti ad incenerire carta e materiale organico.-A conclusione delle attività di salute scolastica del progetto 2010, CCS Vilankulos ha organizzato un incontro in ciascuna scuola beneficiaria per sensibilizzare i genitori su alcuni aspetti basici di salute e igiene.

Purtroppo” continua l’operatore” a rimetterci sono stati i più deboli, prima i beneficiari e il personale locale infine i dipendenti. della sede.  Il prossimo passo di questa ristrutturazione sarà la chiusura di diversi uffici nei paesi. Si salveranno alcuni dei responsabili di questo disastro: il Segretario generale (costo azienda euro 100.000, annui detto MM (minchia molle) per le sue capacità manageriali) e il Presidente Stefano Zara  (trombato di lusso) che continuerà a farsi un po’ di pubblicità come Vice Presidente della nuova fondazione ACRA . Nessuno ha ancora detto ai sostenitori quale sarà la fine dell’Associazione.  

Gli altri responsabili del disastro: l’ex-presidente Fernanda Contri (già fuggita dalla Presidenza) e altri 3 tirapiedi senza voce si preparano alla fuga, dopo aver distrutto l’Associazione e licenziato il personale. Eppure tante Associazioni vanno bene, non c’è stato un calo delle donazioni a livello nazionale e Il CCS che esiste dal 1989 aveva raggiunto grossi risultati fino al 2006 (2006, entrate euro 4.172.000; 2010 entrate euro 2.800.000) con importanti e innovativi progetti nei paesi sostenuti (Mozambico, Cambogia, Nepal, Zambia, Angola poi chiuso), prima che s’insediassero il gruppo di politici e loro portaborse. Fa tristezza pensare che tutto è finito e che le speranze e l’impegno di tanta gente serviranno solo a coprire i redditi calanti de gli stipendi di ACRA, una ONG in crisi .

Poi non capisco perché, se questo era il disegno”, continua l’anonimo disoccupato “ sono stati spesi oltre euro 80.000 per ristrutturare un ufficio che sarà chiuso, oltre 100.000 euro in parcelle per tre legali (Manzitti, Di Franco e Ghibellini; (ndr personaggi ben incollocati nel sistema politico-affaristico di Genova) che sono opportunamente diventati soci (insieme a loro parenti che approvano i bilanci) dell’Associazione, centinaia per consulenti di marketing, comunicazione, progetti e, negli ultimi tre anni, quasi 1 milione di euro per operazioni di marketing, come si è visto senza, senza risultati.  Hanno cercato di mimetizzare le spese di struttura trasferendo consulenze e stipendi come invii ai paesi beneficiari, come hai scritto tu in diversi post.”

 Accidenti,  ma sono tutti soldi donati per i bambini si domandano i sostenitori? Putroppo, sì. Il CCS (Centro Cooperazione Sviluppo ONLUS) è un microsistema che, visto al microscopio come si fa con batteri e parassiti, riporta a macrosistemi quali quello della cooperazione internazionale e la stessa nostra amata Italia. In realtà, concludo, la liquidazione non è coatta in senso tecnico ma coatti sembrano essere  gli amministratori, visti i risultati.



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