Magazine Cucina

Lisbona, 30 Aprile 2014

Da Elle_lx
Questo post l'ho scritto il 29 Aprile; lo pubblico soltanto ora, dopo, ora che ce l'ho qui accanto e anche se sono stremata dall'operazione e dalla degenza notturna solitaria, posso parlarvi di lui.
Di questo essere piccolo e meraviglioso che ha già rovesciato il mio senso del tempo, fin da quando ho sentito il suo primo pianto venire da lontano, da un'era primordiale e misteriosa, e ho pianto con lui guardando quell'orologio alla parete che segnava le 10.25.
La mente è svuotata, bianco resta il foglio su cui vorrei saper scrivere tante parole.Mancano poche ore al 30 Aprile.
Sono stati mesi lunghi ed emotivamente difficili.Il tuo arrivo è coinciso con l'arrivo della casa, ed i primi mesi li abbiamo vissuti dedicandoci molto a sistemarla, con passione. Il tuo arrivo non è stato celebrato con salti di gioia ed esplosioni di felicità, ma con lacrime composte e profonde di commozione ed anche di paura, di nostalgia e di mancanza, di sorpresa e di gratitudine.Ti chiedo scusa per questo, piccolo mio.Ti chiedo scusa per averti trasmesso tanta paura, perché le immagini tue si sovrapponevano con le altre di chi c'era stato prima; e c'è voluto del tempo per imparare a separarvi e a credere che stavolta potesse essere meglio, che tu potessi essere piú fortunato, che potesse non essere dolore.Guardandoti nello schermo ti sentivo reclamare la tua innocenza, non era colpa tua se era andata così, prima, ed Amore era tutto quello che chiedevi, quello a cui ti aggrappavi.
Sono passati i mesi, infiniti, uno stillicidio; il nostro è rimasto a lungo un segreto non rivelato, difficile da confessare, nessuna pancia da mostrare con fierezza, ma pudore e timore di esporsi troppo. Ti chiedo scusa per averti tenuto nascosto agli altri mentre tu c'eri prepotentemente.Mentre ti facevi spazio nella pancia e nel cuore. Un cuore che era già tuo, ma nella paura, come a voler risparmiarsi pur sapendo di aver perso in partenza quel tentativo.Ho cercato di trovare un contatto con te anche attraverso lo yoga, perché volevo che quei movimenti che sentivo dentro non fossero soltanto segnali di vita, ma motivo di gioia per me.Per quella me che faticava a sentirti al sicuro nella sua pancia, quella pancia che prima ha conosciuto un ruolo duro, assurdo, contro natura, così difficile da correggere, da ricostruire.
Sei voluto restare seduto, o non hai potuto fare altrimenti.Ho letto che, secondo alcuni studi di psicologia prenatale, spesso i bimbi restano podalici se la madre o una persona a lei molto prossima ha vissuto un trauma legato ad una gravidanza precedente; per quello che abbiamo passato e per tutte le volte che ti ho chiesto di non andartene, sei rimasto lì fermo per dirmi che non ti saresti mosso, che eri venuto per restare. E io ti voglio credere, anche se ancora oggi che mancano poche ore al tuo arrivo ogni tanto un'ombra mi attraversa la mente per togliermi la luce.
Non vieni per colmare i vuoti che ha lasciato chi c'è stato prima di te.Non vieni per prendere il suo posto.
Vieni per Amore.
Per guardare, stavolta coi tuoi occhi, i tramonti che tante volte abbiamo già visto insieme.

Lisbona, 30 Aprile 2014

Tre con l'orizzonte in un tramonto sull'oceano, Agosto 2013


Quegli occhi che immagino da sempre.

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