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Listopia II - La vendetta: I milleuno libri da leggere almeno una volta nella vita (#141-160)

Creato il 13 aprile 2015 da La Stamberga Dei Lettori

L'avevate amata. L'avevate richiesta a gran voce. Finalmente, dopo mesi di assenza, torna la versione riveduta e corretta di Listopia. I milleuno libri da leggere almeno una volta nella vita. Tranquilli, non vi riproporremo con gli aggiornamenti i cinquanta appuntamenti della vecchia versione, datata 2006, ma solo le aggiunte apportate e mantenute fino all'ultima, quella del 2012, che - vi anticipiamo - non si limitano a libri usciti dopo il 2005 ma rivoluzionano un po' anche le liste dei secoli precedenti.
Anche stavolta, forse più che mai, la vostra granitica certezza di aver letto di tutto ne uscirà scalfita e sanguinante: cimentatevi con noi a spuntare i libri già letti e a insultare quelli la cui presenza nella lista è assolutamente immeritata!


Listopia II - La vendetta: I milleuno libri da leggere almeno una volta nella vita (#141-160)

141. The Day of the Dolphin - Robert Merle (1967) [Aggiunto nella lista 2008]

Against the cool, precise backdrop of a government-sponsored laboratory in Florida, the Day of the Dolphin unfolds the drama of a brilliant and charismatic scientist on the brink of a world-shaking discoery. Intent upon his private dream he is unaware that he, his laboratory, and his accomplishments are pawns in a savage game of espionage and nuclear terror.


Listopia II - La vendetta: I milleuno libri da leggere almeno una volta nella vita (#141-160)

142. La fortezza - Isaac Bashevis Singer (1967) [Aggiunto nella lista 2008]

Dopo il fallimento dell'insurrezione del 1836, il conte Wladimir Jampolsky subisce la confisca delle sue terre e la deportazione in Siberia. Nel borgo di Jampol gli ebrei hanno da poco formato una piccola comunità e a Calman Jacoby, mercante di granaglie e notabile di quella comunità, si offre la possibilità di impossessarsi della tenuta del conte.


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143. Silenzio - Shūsaku Endō (1966) [Aggiunto nella lista 2008]

Nagasaki, 1633: l’indomito padre gesuita Cristóvão Ferreira, che da anni si batte in Giappone per diffondere il cristianesimo, ha rinnegato la vera fede ed è diventato un apostata: questa è la notizia sconvolgente che giunge a Roma. La Compagnia del Gesù decide allora di inviare in Oriente due giovani fratelli, Sebastião Rodrigues e Francisco Garrpe per compiere un’indagine all’interno della chiesa locale. I due gesuiti però, partiti pieni di ideali e di entusiasmo, si scontrano ben presto con la dura realtà del Giappone dei Tokugawa e delle persecuzioni. I sospetti cristiani vengono costretti dalle autorità giapponesi a calpestare immagini sacre: chi si rifiuta viene torturato e ucciso, mentre chi accetta viene deriso e costretto a vivere ai margini della società, rifiutato tanto dalla comunità cristiana quanto dai giapponesi. La vita in Giappone si fa sempre più difficile per Rodrigues che ora vive in prima persona le persecuzioni e che finisce, evangelicamente, per essere tradito dall’amico Kichijiro, il suo «Giuda», mentre implora Dio di rompere il suo «silenzio».


Listopia II - La vendetta: I milleuno libri da leggere almeno una volta nella vita (#141-160)

144. Señas de identidad - Juan Goytisolo (1966) [Aggiunto nella lista 2008]

Primera novela de la trilogía que habrían de completar «Reivindicación del conde don Julián» y «Juan sin Tierra», la publicación en México en 1966 de SEÑAS DE IDENTIDAD, con su autor exiliado entonces en París, marcó un hito en la novela española. Centrada en torno a la figura de Álvaro Mendiola -español en constante debate interno por su condición de tal- e inspirada por planteamientos sumamente innovadores, en ella Juan Goytisolo abordó con audacia la exploración de nuevos cauces narrativos, combinando con maestría las constantes referencias autobiográficas y las andanzas del protagonista, la crítica social y el análisis del hecho literario.


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145. La stagione della migrazione a nord - Tayeb Salih (1966) [Aggiunto nella lista 2008]

Mediante uno schema narrativo di scatole cinesi questo libro racconta dell'avventura spirituale di una diaspora e un ritorno, e di un definitivo spaesamento. E la figura di un intellettuale arabo che vi è scolpita, bambino adottato al Cairo da una famiglia inglese, studi a Oxford e brillante carriera in Gran Bretagna, libertino che sulle donne vendica un suo senso di morte, fino all'ultimo incontro che lo forza a scegliere tra il suo essere occidentale e il suo essere arabo; il ritorno al villaggio sul Nilo, lo sforzo di dimenticare, e infine la catastrofe per lui, e indirettamente della sua comunità, è una figura indimenticabile, nel senso proprio che ha la letteratura di non dimenticare. Ma il tema del libro non è solo quello del disagio dell'intellettuale arabo diviso tra speranza e tradizione, tra valori della cultura e miserie materiali. Sembra piuttosto quello più alto dell'unità inevitabile, in una contesa antichissima di amore-odio, tra il mondo arabo e quello cristiano, tra il Nord e il Sud del Mediterraneo. "La stagione della migrazione a Nord" riecheggia nelle vicende di una emigrazione moderna, l'antico periodico andare degli uomini del deserto verso le oasi e le coste, inseguendo sogni d'amore, leggende, mercantilismi, a specchiarsi e contaminarsi con una cultura doppia e necessaria: ad arricchirla e uscirne più ricchi nello scontro. La storia del protagonista è quella dell'illuminante presa di coscienza che "io è un altro".


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146. Z. L'orgia del potere - Vassilis Vassilikos (1966) [Aggiunto nella lista 2008]


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147. A ciascuno il suo - Leonardo Sciascia (1966) [Aggiunto nella lista 2008]

Il romanzo dell'oscura, crudele Sicilia. Il dramma di un investigatore lucido che, quanto più indagava, tanto più "nell'equivoco, nell'ambiguità, moralmente e sensualmente si sentiva coinvolto".


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148. Il derviscio e la morte - Meša Selimović (1966) [Aggiunto nella lista 2008]

Ahmed Nurudin è uno sceicco, ovverosia il capo della comunità civile e religiosa in una cittadina della Bosnia al tempo della dominazione turca. Testimone più che partecipe degli avvenimenti che accadono attorno a lui, vive in un mondo di certezze assolute, di verità eterne, codificate dal Corano, che lo proteggono e lo isolano dal mondo degli altri uomini. Ma un giorno, suo fratello viene arrestato per un delitto che non ha commesso e ucciso con un atto di arbitrio totale. A nulla giovano la sua posizione, il prestigio sociale e le conoscenze potenti cui pensava di essere collegato a garanzia e a tutela dell'ordine e della legge. Spinto dall'odio e dal desiderio di vendetta Ahemed compie azioni che lo porteranno a sua volta a commettere ingiustizie.


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149. Treni strettamente sorvegliati - Bohumil Hrabal (1965) [Aggiunto nella lista 2008]

Come l’ordigno che alla fine esplode, questo romanzo fa sentire a ogni pagina il proprio ticchettio, sino all’ultima riga, quando, riposto il libro e a distanza di giorni, deflagra il capolavoro...
Molti conoscono la tenera storia del giovane Miloš, ferroviere in una stazioncina dell’Europa centrale, per averla vista in un film che vinse l’Oscar nel 1966. Miloš, Charlot boemo, diventa adulto tra i propri insuccessi amorosi e gli scintillanti successi del capomanovra Hubička (che stampa timbri sulle chiappe della telegrafista), tra il ricordo del nonno che voleva fermare i tank con l’ipnosi e quella bomba, quella “cosina” che lui, Miloš, deve infilare nel treno dei nazisti. «L’ironia praghese è un gioco apparentemente infantile, folle e stupido in senso superiore, è la battaglia contro una felicitante teoria dello stato e contro l’apparato burocratico. Naturalmente è anche coscienza della vanità di tale lotta. È l’abolizione di una soggettività che è giunta fino in fondo, è la più alta libertà possibile nel mondo senza dio».


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150. Tre tristi tigri - Guillermo Cabrera Infante (1965) [Aggiunto nella lista 2008]

Il caleidoscopio di personaggi di questo romanzo vive nell'Avana di Batista poco prima della rivoluzione di Castro: una società sospesa, sulla soglia della disgregazione finale, come sotto un vulcano che sta per esplodere. Ma, avverte ambiguamente lo scrittore che ha sempre impregnato i suoi libri di ben precisi odii e insofferenze, qualunque rassomiglianza fra la letteratura e la storia è accidentale. Il vero protagonista è il linguaggio, nel quale l'autore infonde un'energia, uno slancio e una vitalità gioiosa.


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151. Giardino, cenere - Danilo Kiš (1965) [Aggiunto nella lista 2008]

Profumo di vaniglia e semi di papavero, un vassoio nichelato con sottili mezzelune lasciate dal fondo dei bicchieri, piccoli tram azzurri, gialli e verdi che si rincorrono tintinnando, il cancello di un parco dietro il quale spuntano cervi e cerve, «come ragazzini di buona famiglia di ritorno dalla lezione di piano». All’inizio di questo romanzo c’è un pullulare di sensazioni, una nube tattile, olfattiva, onirica, che si sposta in una cauta esplorazione del mondo, come l’occhio del bambino Andreas, il narratore. La parola «morte» trafigge questa nube, è un numero fatale stampato sul buio. E il bambino gioca con il sonno, gli tende agguati, in preparazione alla grande lotta con la morte. Aveva deciso di «assistere un giorno consapevolmente alla venuta della morte e così vincerla», e nell’attesa voleva sorprendere l’angelo del sonno. Intorno ad Andreas, vediamo la sorella Anna, che piange la sera perché il giorno è finito e non torna più; e la madre Marija, seduta davanti a una imponente macchina da cucire Singer di ghisa nera. E soprattutto vediamo, seppure soltanto in apparizioni imprevedibili e balzane, il padre Eduard Sam, ispettore delle ferrovie a riposo, ma in realtà trickster decaduto, che non dispone più di molti poteri, eppure è ancora aureolato di eventi prodigiosi e irrisori. Autore di un Orario delle comunicazioni tranviarie, navali, ferroviarie e aeree che, arricchendosi di edizione in edizione, si trasforma in opera interminabile, come una mappa che volesse coincidere con il territorio rappresentato, Eduard usa mostrarsi con bombetta e redingote imbrattata, e sfida l’iniquità del mondo dietro occhiali con montatura metallica, stringendo in pugno un bastone. Compreso della sua vocazione di mistificatore, non è mai se stesso, ma il nebbioso ricordo di qualcos’altro, e il giovane Andreas, fantasticatore selvaggio, percepisce in lui la compresenza di molte vite: «Ed eccolo, mio padre, seduto nel carro accanto a una giovane zingara dalle poppe rigonfie, maestoso come il principe di Galles o, se volete, come un croupier o come un maître d’hôtel (come un illusionista, come un impresario di circo, come un domatore di leoni, come una spia, come un antropologo, come un maggiordomo, come un contrabbandiere, come un missionario quacchero, come un sovrano che viaggi in incognito, come un ispettore scolastico, come un medico di campagna e, infine, come un commesso viaggiatore, rappresentante di una compagnia occidentale per la vendita dei rasoi di sicurezza)». Un giorno, in un raro momento di sobrietà, Eduard accenna al figlio il suo segreto: «Non è possibile, giovanotto mio, e questo ricordatelo per sempre, non è possibile recitare la parte della vittima per tutta la vita senza diventarlo alla fine davvero». La storia si incaricherà presto di avverare la profezia. In una continua osmosi di sensazione e visione, questo romanzo raggiunge una precisione evocativa che penetra nelle fibre della mente, in un modo che ricorda Bruno Schulz. Qui, come una splendida carovana di stracci e paccottiglia, ci sfila davanti il mondo saturo di esperienze dell’Europa centrale mentre sta per abbandonarsi alla morte, visto con gli occhi del bambino sognatore e ribelle che alla morte voleva dare scacco. Giardino, cenere è apparso per la prima volta nel 1975.


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152. Terug naar Oegstgeest (Return to Oegstgeest) - Jan Wolkers (1965) [Aggiunto nella lista 2008]


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153. Anni di cani - Günter Grass (1963) [Aggiunto nella lista 2008]

Romanzo ambizioso e potente, "Anni di cani" fa i conti con le contraddizioni della coscienza tedesca. Lo fa montando una storia a tre strati, fittissima di eventi, di memoria, di figure umane e animali. Due i personaggi centrali: Eduard Amsel, il regazzzo mezzo ebreo, grassoccio, goffo, materasso della ragazzaglia, figlio di mercante, dotatissimo nella costruzione di spaventapasseri, più tardi pittore, poi coreografo e infine proprietario di uan miniera; e Walter Matern, il robusto rampollo di una dinastia di mitici mugnai, l'amico di infanzia e il fratello di sangue di Amsel, lo sbandato, l'ubriacone, l'ex comunista, l'attore, il milite SA, il nazista, il disertore, il cattolico, l'heideggeriano, l'antifascista che, accompagnato dal cane di Hitler, percorre la Germania del dopoguerra alla ricerca di colpevoli... Intorno a queste due vite parallele, un brulichio di personaggi: gli arcaici abitanti dell'estuario della Vistola, come il mugnaio Matern, che predice il futuro ascoltando i vermi della farina, come i paesani della Werder, i professori, gli SA, le nonne e, specialmente, la ragazzetta Tulla, sinistra, attraente, misteriosa, perduta.


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154. The Third Wedding - Costas Taktsis (1963) [Aggiunto nella lista 2008]

The German Occupation, the Civil War and life itself seen through the eyes of two Athenian women.


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155. La morte di Artemio Cruz - Carlos Fuentes (1962) [Aggiunto nella lista 2008]

Artemio Cruz è l'uomo della rivoluzione che conquista il potere e, invece di adoperarlo a fini liberatori, lo usa per opprimere e soppraffare; l'idealista che diventa profittatore. Ora è sul letto di morte, tra il lezzo del sudore e l'afrore dei medicinali, i bisbigli della moglie e della figlia, le insistenze del prete, le trame dei suoi seguaci. Ripensa alla sua esistenza tumultuosa, progetta quello che avrebbe potuto essere, soffre la sua agonia. E intorno a lui si affollano i fantasmi delle donne che ha amato, i compagni sacrificati, Villa, Zapata...


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156. La città e i cani - Mario Vargas Llosa (1962) [Aggiunto nella lista 2008]

Così rispondeva l'autore a chi, al momento della pubblicazione, gli chiedeva se La ciudad y los perros - bruciato in piazza dai militari, considerato dalla critica il migliore tra i suoi romanzi, - fosse un romanzo «sulla violenza». E la violenza - fisica e non - fa da sfondo al microcosmo del Collegio Leoncio Prado di Lima dove avviene l'educazione del protagonista-alter ego dell'autore. Un collegio retto da militari secondo una disciplina militare in cui confluiscono sia i figli delle classi inferiori ammessi per merito sia quelli delle classi alte mandati lì dalle famiglie nella speranza di domarli, e dove la sopraffazione, la forza bruta, il dispotismo sono le leggi della convivenza, a dispetto di regolamenti e norme. «Ero un bambino viziatissimo, presuntuosissimo, cresciuto, faccio per dire, come una bambina... Mio padre pensava che il Leoncio Prado avrebbe fatto di me un uomo, - ricorda Vargas Llosa, - ma per me fu come scoprire l'inferno». [La nostra recensione]


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157. Nessuno scrive al colonnello - Gabriel Garcí­a Márquez (1961) [Aggiunto nella lista 2008]

Nessuno scrive al colonnello" costituisce un prezioso tassello di quel ciclo di Macondo che troverà la sua grande sintesi in "Cent'anni di solitudine". Il vecchio militare in attesa da quindici anni di una pensione che non arriva mai e che sacrifica persino i magri pasti per allevare un gallo da combattimento da cui si aspetta scommesse e guadagni, appartiene alla galleria di ritratti maschili di cui è ricco l'universo di Macondo. La sua semplicità ne fa uno tra i più riusciti personaggi dello scrittore.


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158. Il cantiere - Juan Carlos Onetti (1961) [Aggiunto nella lista 2008]

Cinque anni dopo esserne stato esiliato con disonore, Larsen ritorna nella città portuale di Santa María, e ha un piano per il suo riscatto sociale: intraprende un serrato quanto patetico corteggiamento di Angélica Inés, la figlia del potente Jeremías Petrus, e al contempo si fa assumere da questi come capo del cantiere navale di sua proprietà. Scoprirà ben presto che il cantiere è solo un cadente involucro al centro di un deserto, dove nulla accade da anni. Un nulla di cui però Larsen diventerà l’irreprensibile Direttore Generale...


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159. Memorias de un niño campesino - Xose Neira Vilas (1961) [Aggiunto nella lista 2008]

Yo soy Balbino. Un rapaz de aldea. Como quien dice, un nadie. Y, además, pobre. Porque de la aldea también es Manolito y no hay quien se le atreva. “Memorias de un niño campesino” es un texto clásico, uno de los más leídos de la literatura infantil-juvenil gallega, editado por primera vez en 1961 y traducido a numerosas lenguas. Una obra incuestionable, con cientos de miles de ejemplares vendidos, un testimonio literario de la Galicia rural.


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160. La ragazza di Bube - Carlo Cassola (1960) [Aggiunto nella lista 2008]

Mara è una giovane di Monteguidi, piccolo paese della Val d'Elsa, che all'indomani della Liberazione conosce il partigiano Bube, eroe della Resistenza, e se ne innamora. Questi, tornato alla vita civile imbottito di precetti di violenza e vendetta, ha commesso un delitto e, dopo un periodo alla macchia, viene catturato e condannato a quattordici anni di carcere. Mara, maturata proprio grazie alla forza del sentimento per Bube e divenuta ormai donna, decide di aspettare l'amato con animo fedele e ostinato. Con questo romanzo - pubblicato nel 1960 e seguito nel 1963 da una celebre versione cinematografica interpretata da Claudia Cardinale - Cassola si aggiudica il premio Strega e raggiunge il successo anche internazionale. "La ragazza di Bube" segna una profonda cesura nella narrativa italiana del dopoguerra: benché ispirato a una vicenda realmente accaduta, il romanzo si arricchisce di elementi psicologici e lirici superando le istanze neorealiste, tanto per il linguaggio quanto per il rifiuto dei dogmatismi ideologici. "Il romanzo" sostiene infatti Cassola "viene prima di ogni interpretazione della realtà, è la ricerca continua della verità degli uomini."



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