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Liti coniugali tramite Twitter

Creato il 08 gennaio 2013 da Ritacoltellese
Riporto questo graziosissimo articolo non per fare del pettegolezzo, ma perché l'ho trovato veramente ben scritto, rispettoso dei due coniugi e deliziosamente scherzoso su come cambia il costume grazie alla tecnologia. Per il resto mi dispiace per Mentana che stimo come giornalista ma, se le cose stanno così, forse almeno l'ultimo dell'anno poteva fare uno sforzo e stare con la sua famiglia. 

Da: Il Giornale.it

Lady Mentana, un caso Veronica ai tempi di Twitter

Negli scorsi giorni Twitter, non si sa quanto inavvertitamente, è diventato il citofono universale della famiglia Mentana

Luigi Mascheroni - Ven, 04/01/2013 - 07:47
È la conseguenza peggiore di Twitter e dei social network. Diventare il pianerottolo di egocentrismi e la tromba delle scale, con un effetto megafono devastante, di beghe casalinghe o familiari.
Negli scorsi giorni Twitter, non si sa quanto inavvertitamente, è diventato il citofono universale della famiglia Mentana.
Liti coniugali tramite TwitterAl netto di un eventuale, gigantesco «fake» (e la burla in tal caso sarebbe riuscitissima, dato che nessuno ieri ha smentito), il capofamiglia Enrico il 31 dicembre ha twittato l'augurio di un 2013 «libero e felice i cui giovani comincino a lottare davvero per scardinare un mercato del lavoro che nega i loro diritti». E subito dopo la moglie Michela Rocco di Torrepadula, invece che telefonargli, come si fa in questi casi, ha risposto con un tweet lapidario, che non ha neppure avuto bisogno di sfruttare tutti i 140 caratteri in dotazione: «Belle parole, peccato che hai lasciato moglie e figli a Pinzolo per festeggiare con i tuoi amici vip». Dopodiché, in un crescendo irresistibile che di Twitter sfrutta la velocità e la sintesi, e delle antiche beghe fra coniugi inaciditi, il rancore e la cattiveria, la moglie Michela Rocco di Torrepadula tracima, nel silenzio del marito e nella curiosità pettegola e spiona dell'Italietta vacanziera che coi social network ha trasformato il condominio in un intero Paese. È la versione web del caso Veronica Lario. In pochi anni si è passati dalla lettera a un quotidiano ai tweet: «Della tua numerosa prole non hai nessuno accanto, solo 4 amici di merda, ma potenti». E ancora: «Buon anno, il peggio deve ancora venire». E dopo: «Non sono a Cortina. Nemmeno a San Moritz. Non a Crans Montana. Sola coi miei figli. E tu con Ddv (Diego Della Valle, ndr) & Co. W i figli W la famiglia». Fino a un ironico: «La prossima volta mi rivolgo a Chi l'ha visto?» e, il 3 gennaio, un micidiale «la felicità dei miei figli non ha prezzo, per tutto il resto c'è... MasterCard no di sicuro».
La privatezza dei sentimenti famigliari, com'è noto, non ha prezzo. Per tutto il resto rimane il peggior gossip da primo dell'anno e l'amara dimostrazione che i tanto decantati e pubblicizzati social network, e in particolare Twitter, devastante per la velocità irrazionale con cui si pensa (?), si battono 140 caratteri e si invia a tutto il mondo il proprio non-pensiero, abbiamo perfezionato all'ennesima potenza le vecchie liti di «famiglia», dove la famiglia è qualsiasi micro-comunità, dall'ufficio alla redazione, dal partito politico alla squadra, mantenendo la stessa cattiveria, e amplificando il pubblico.
Dai vicini di casa si è passati al popolo della Rete. Il quale, a differenza dei primi, ha una memoria assoluta. E una lingua molto più lunga.

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