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Litigare su Twitter

Creato il 26 agosto 2014 da Dave @Davide

A scanso di equivoci: non mi interessa, qui, parlare dell’oggetto del discorso che ha innescato il flame, né in particolare del comportamento specifico dei suoi vari protagonisti. Non mi preme stabilire chi ha avuto torto e chi ragione (cosa peraltro indagabile da sé, senza input esterni), o perlomeno non quanto dimostrare che ciò che è successo meriterebbe analisi più approfondite. I mezzi di comunicazione dicono molto di noi, probabilmente più di ciò che siamo disposti ad accettare. E i social network – lo dico per esperienza, con convinzione – non fanno eccezione. Un po’ di spigolature su questa querelle, di seguito.

  1. Dando per buono il vecchio adagio sul carattere umano dell’errore, io credo che si possa ammettere una formula semplice e purificante senza temere ripercussioni: “ho sbagliato”. “Sono andato oltre”. “Volevo dire un’altra cosa”. Una banalità, ma non lo fa nessuno, perché a nessuno va di concedere un centimetro in quella che è diventata un’assurda (e francamente buffa) guerra di posizione. Ma sarebbe vitale che qualcuno iniziasse a non vergognarsi delle suddette paroline magiche;
  2. Il cinismo non va confuso con la brillantezza intellettuale. E davanti a certe cose, anche lasciando da parte l’etica, cercare la battuta a effetto è degradante. Tutti siamo d’accordo nel ritenere Louis C.K. un grande artista, così come siamo tutti consapevoli che talvolta lo sfottò è inopportuno per tempismi e occasioni. E che humour nero, l’hating e quant’altro sono codici espressivi che funzionano in certi ambienti, dietro taciti accordi tra chi li usa e chi li apprezza;
  3. La forza delle proprie tesi non si misura dalla hybris con cui le si supporta, né dalla perseveranza con cui ci si arrocca sulle proprie posizioni. Anzi, sono sempre più convinto del fatto che stia tutto nel sapere aggiustare il proprio pensiero, affinarlo, aprirlo e renderlo potente in quanto persuasivo, ragionevole, mitigato, onnicomprensivo;
  4. Ha ragione Luca Sofri, per me, quando scrive sul suo blog che Twitter è un ecosistema fatto anche di chi «non ama litigare con le opinioni, ha bisogno di litigare con le persone, di odiarle, di sentirsene migliori, di “batterle”. Di pensarle cattive e malintenzionate». Questo è vero, e più passa il tempo più ne sperimento riprove. Il grillismo (consapevole e inconsapevole) macina consensi, e noi ci adeguiamo. Al di là dei casi specifici dei singoli coinvolti in questo caso, su cui come ho detto preferisco non soffermarmi, c’è una vasta fetta di utenti che non vedono l’ora di passare dal “la penso diversamente” al “sei un servo”. Fateci caso, se non l’avete già fatto: noterete gruppi di persone legate in modo lasco da una ragnatela di rapporti di conoscenza, amicizie e vicinanze politico-ideologiche che lo fanno con la regolarità di un secondo mestiere: attaccano (meglio se in massa), deridono la persona al posto di smontarne le opinioni (giuste o totalmente campate per aria che siano), insinuano dando per scontate connivenze, appartenenze, paralleli che significano loschi intenti: mirano sempre alla gola, per l’appunto. E il fine è ogni volta lo stesso: ribadire che ci sono i Buoni e i Cattivi. Cosa, per quanto mi riguarda, quasi mai vera;
  5. L’episodio in toto potrebbe essere un case study di qualche corso a tema comunicazione e social network: non esistono distanze e sfumature, o, se esistono, risultano difficili da mantenere. Se si vuole discutere (a maggior ragione se si è un personaggio conosciuto), a mio modesto parere bisogna partire con l’idea che il mezzo ha certe specifiche e limitazioni, e usarlo richiede un’implicita spunta sulla loro accettazione. Un bel tacer non fu mai scritto, certo, però Twitter è anche fatto di bellissimi scambi, opinioni che arricchiscono, confronti aperti e leali tra professionisti e intellettuali con posizioni agli antipodi. Una volta finito il tempo delle battute a effetto, le guerre di posizione, le cacce all’uomo pseudo-ideologiche e i troll che smammano chissà, magari ce ne accorgeremo anche noi.

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