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Little Miss Sunshine

Creato il 07 agosto 2012 da Misterjamesford
Little Miss SunshineRegia: Jonathan Dayton, Valerie FarisOrigine: UsaAnno: 2006Durata: 101'
La trama (con parole mie): Olive Hoover è una bambina appassionatasi ai concorsi di bellezza dopo un soggiorno dalle cugine, piccola protagonista di una famiglia a dir poco curiosa. Richard, suo padre, lavora ad un programma motivazionale in nove passi in cerca del successo, vessando la sua famiglia più di quanto sarà mai possibile con un pubblico. Sheryl, sua madre, sacrifica ogni giorno se stessa per tenere sulle spalle il peso delle responsabilità e di tutti loro. Il nonno, scopertosi eroinomane a settant'anni suonati, è il suo mentore per quanto riguarda la danza. Il fratellastro Dwayne, in silenzio da mesi a seguito di un voto pronunciato in nome di Nietszche e della carriera che vorrebbe come pilota d'aeronautica, odia il mondo. Lo zio Frank, invece, ha appena tentato il suicidio perchè privato del titolo di migliore studioso statunitense di Proust dal rivale letterario che gli ha portato via l'uomo della sua vita.Insieme partono alla volta della California per il concorso di Little Miss Sunshine.Sarà il viaggio più incredibile delle loro vite.
Little Miss Sunshine
Ci sono film che ho da sempre considerato oggettivamente Capolavori.
Ed altri che, a prescindere dal loro valore artistico ed effettivo, sono andati oltre lo schermo e divenuti parte integrante della mia vita: Gli spietati, Il grande Lebowski, Barry Lyndon, Hong Kong Express e, ovviamente, Little Miss Sunshine.
Potrei, in effetti, mettendomi la maschera del blogger recensore, parlare di un film Sundance style privo della spocchia dell'autorialità e costruito sulla sincerità di ogni suo personaggio, diretto con tocco leggero ed interpretato alla grande da un cast a dir poco perfetto - a cominciare dalla fenomenale mini-protagonista Abigail Breslin -, scritto magnificamente in modo da raggiungere ogni possibile fetta di pubblico - e non in senso negativo o buonista -.
Ma sinceramente, non mi frega nulla.
Mi piace invece ricordare il periodo in cui uscì in sala, nel pieno del mio anno più selvaggio e di perdizione, quando lo vidi per la prima volta sul finire dell'inverno, con un desiderio di primavera che quasi mi sfondava il cuore, rimanendo folgorato da quella piccola, paffuta bambina all'inseguimento di un sogno: onestamente, ho sempre pensato e sognato di essere padre, un giorno o l'altro, e questa pellicola è stata la prima - paradossalmente in un momento della mia vita in cui andavo in una direzione a dir poco opposta - a farmi capire che un giorno ce l'avrei fatta.
In quel periodo - forse il migliore degli ultimi anni, lavorativamente parlando - conobbi Julez, e da grandi amici quali diventammo da subito, le propinai ovviamente Little Miss Sunshine, divenuto un cult istantaneo in casa Ford, e giungemmo alla conclusione che, se nessuno ci si fosse presi, un giorno o l'altro ci saremmo regalati l'un l'altra una piccola Olive da crescere.
Guardando le cose con il senno di poi, ho dunque qualche motivo in più per amare un film meraviglioso come questo.
Ogni volta che me lo concedo, mi pare quasi di osservare una parte di specchio in ognuno dei personaggi: di vedere la determinazione di Richard - pur se male espressa -, la forza di Sheryl - magnifico il suo confronto con il marito da una parte all'altra dell'abitacolo del mitico furgone Volkswagen giallo -, la voglia di insegnare di Frank - come giustamente affermano i registi, il vero ponte tra il pubblico ed i protagonisti -, la volontà e la rabbia di Dwayne - che sarebbe un perfetto bottigliatore -, me stesso da vecchio - con l'alcool a sostituire l'eroina - nel nonno, un fordiano fatto e finito.
E poi, Olive.
Olive che sogna in un mondo di bambine rese mostruose dalla filosofia dei concorsi di bellezza fatti di trucchi, abbronzature e denti finti, di stupire con un ballo elaborato dal geniale grandpa la giuria di una gara che non potrebbe essere più distante da lei, dalla sua bellezza e dalla sua genuina semplicità.
Olive che non vede l'ora di mangiare le sue cialde "a la mode", che tiene le cuffie nel corso del viaggio per imparare il numero al meglio, che chiede al nonno se è una perdente perchè suo padre odia i perdenti, in una delle sequenze più potenti che il Cinema indipendente americano abbia regalato al pubblico negli ultimi dieci anni.
Olive che, con passo incerto, scende una collinetta per "andare a parlare" al fratello "muto" così da consolarlo dal trauma di una scoperta che lo porterà lontano dal suo sogno.
Olive che non dice nulla, e lo abbraccia soltanto.
E non c'è bisogno di più.
Perchè chiunque fosse stato seduto al posto di Dwayne non avrebbe avuto possibilità di rispondere altro se non "va bene".
Olive che balla. E non sarà mai sola.
Non dico nulla, perchè non ce n'è bisogno.
Basta lasciarsi travolgere da ogni singolo momento di questa piccola meraviglia.
E rimanere a bocca aperta, e sognare, con tutte le imperfezioni possibili, che un giorno la propria famiglia possa stare su un palco allo stesso modo degli Hoover.
E se mi immagino arrabbiato, spesso e volentieri ubriaco, guardingo e selvaggio come allora, seduto sul ciglio di una strada, so che non avrei armi sentendo avvicinarsi Olive, con il suo braccio attorno alla mia spalla e la testa appena appoggiata.
E so anche cosa le direi.
"Va bene, Olive. Sono pronto a diventare padre."
Tutto questo, oltre che per parlare di un film, anche per raccontare della vita che si mescola alle immagini e alle parole.
Tutto questo per dirvi, con tutta la felicità possibile, che tra qualche mese ci sarà un altro - o un'altra - Ford in giro in questo strano, grande mondo.
MrFord
"That girl is pretty wild now the girl's a super freak the kind of girl you read about in new-wave magazine that girl is pretty kinky the girl's a super freak
I really love to taste her every time we meet she's all right, she's all right that girl's all right with me, yeah she's a super freak, super freak."Rick James - "Superfreak" -

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