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Liu Bolin, l’artista che “scompare”

Creato il 04 marzo 2013 da Sulromanzo

Liu BolinAltro giro, altro eccentrico artista cinese: Liu Bolin. Nato a Shandong nel 1973, si è diplomato come scultore all’Accademia Centrale delle Belle Arti di Pechino.

 

Le sue prime mostre furono allestite nel 1998 e da subito conobbe grande notorietà. In particolare, è spesso citato per via dei suoi “camuffamenti”: realizza infatti autoritratti fotografici in cui il suo corpo è mimetizzato con lo sfondo.

 

Supermercati, sculture, piazze, strade, poltrone di teatri, murali, chiese, in giro per il mondo. Si fa davvero fatica a pensare a qualcosa con cui Liu Bolin non si sia mimetizzato.

 

Particolarmente nota e apprezzata la sua serie Hiding in New York, in cui gli angoli della Grande Mela hanno fatto da sfondo al nascondersi dell’artista.

 

Per le opere più complesse da realizzare, possono volerci anche tre o quattro giorni. C’è qualcosa di profondamente “pop” nell’opera di Liu Bolin, poiché lo spazio viene quasi introiettato dal soggetto delle fotografie. L’esterno, e spesso si tratta di luoghi significativi della storia o della memoria comune, o posti legati al sistema capitalistico (anch’esso un sistema di segni) fagocitano quasi l’autore, tenendolo nascosto mentre cerca di rappresentarsi dentro la sua stessa opera.

 

Nella storia dell’arte vediamo di continuo, soprattutto nelle arti più spiccatamente figurative, esempi di autorappresentazione; che sia fatto in maniera più esplicita, come nel Ritratto dei Coniugi Arnolfini o sfuggente e adombrata come in Las Meninas.

 

Liu Bolin percorre la stessa strada, battendola con indubbio eclettismo.

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