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Lo chiamavano Shinobi - Recensione - iPad

Creato il 12 gennaio 2015 da Intrattenimento

Lo sviluppatore indipendente Dopamine Reactor porta su iPhone e iPad un piccolo survival arcade in cui ci si veste da ninja

Lo chiamavano Shinobi
Al di là della romanzata tutina nera e dell'armamentario fatto di armi tanto eleganti quanto letali, c'è un motivo ben preciso per cui i ninja esercitano tutt'ora un innegabile fascino. L'abilità di diventare completamente anonimi, di nascondersi in piena vista, muovendosi in punta di piedi e sfruttando l'ambiente per mettere a segno l'assassinio perfetto. Ecco, Dojo Slash per iOS ignora del tutto l'arte furtiva del ninjutsu, focalizzandosi unicamente sui combattimenti. Il gioco dello sviluppatore sudcoreano Jinmann Kim è infatti una scazzottata caotica e disordinata tra un ninja e un intero clan, una sorta di film di Bud Spencer con musichette orientali, armi esotiche e tutine colorate.

twittalo! Dojo Slash è un piccolo arcade per iOS che vede un unico ninja contro un intero clan rivale

Il clan del dito

Dopo aver accolto l'utente con una bizzarra schermata d'avvio di DOS (o, per com'è chiamato nel gioco, il DOjoS), il piccolo action arcade di Dopamine Reactor spiega in un attimo le poche regole da tenere a mente per poi passare subito nel mezzo dell'azione. Nei panni di un ninja troppo spavaldo da essere entrato completamente da solo in un dojo rivale, il giocatore deve sopravvivere a ondate di nemici, eliminandoli uno a uno e schivando i loro colpi. Toccando un punto dello schermo si esegue un attacco in quella direzione, mentre tenendo premuto ci si sposta all'interno dello scenario. I controlli si limitano a questo, e non c'è molto altro da tenere a mente. Facendo piazza pulita di ninja nemici si accumula esperienza da spendere ogni volta che si sale di livello, scegliendo di volta in volta una tra le tre abilità proposte: queste vanno da power-up più tradizionali, come un aumento della salute, del danno inflitto o della velocità di movimento, ad altre più rare e particolari, come la possibilità di dileguarsi in una nube di fumo nel caso si venisse colpiti.

Lo chiamavano Shinobi
La particolarità sta nel fatto che ad ogni game over si perdono tutti i power-up raccolti e si riparte da zero, in maniera tale che, come in The Binding of Isaac o Rogue Legacy, la varietà di ciascuna partita dipende proprio dalla combinazione di potenziamenti scelti. Tuttavia, tra una partita e l'altra è possibile spendere le monete raccolte uccidendo nemici per acquistare nuove armi, che oltre a causare più danno aggiungono anche bonus permanenti. Ninja di colore diverso hanno un comportamento in battaglia differente: i verdi sono i più deboli e prevedibili da schivare, i gialli possono interrompere un attacco per riprendere a muoversi, i viola lanciano gli shuriken e così via. Ogni dieci ondate bisogna anche affrontare un boss più resistente e forte della media, ed è quindi palese che, nonostante la semplicità delle meccaniche di gioco, sia necessario un minimo di strategia se si vuole sopravvivere a lungo. In base ai tipi di ninja presenti su schermo, il giocatore deve rapidamente valutare quali attaccare per primi, sapendo che alcuni richiedono più colpi di altri e cercando allo stesso tempo di non temporeggiare troppo: dopo la prima decina di ondate basta infatti un attimo di esitazione e lo schermo si riempie di piccoli ninja colorati, come tanti coriandoli armati di katana, shuriken e sai. A quel punto, riuscire a schivare tutti gli attacchi diventa pressoché impossibile, e un attimo dopo il nostro ninja si accascia al suolo, con una pioggia di petali di ciliegio che annuncia il game over. Certo è che Dojo Slash finisce per scoprire tutte le sue carte in poche partite: probabilmente i giocatori andranno a privilegiare un paio di potenziamenti specifici, e ogni partita si fa via via sempre più simile a quella precedente finché, finalmente stanchi, decidiamo di appendere la katana al chiodo. Dojo Slash - Il trailer ufficiale
Lo chiamavano Shinobi - Recensione - iPad
Dojo Slash - Il trailer ufficiale

Pro

  • Gameplay semplice e intuitivo
  • Ideale per brevi partite
  • Modello free-to-play non invasivo

Contro

  • Poca varietà per durare a lungo
  • Un po' scomodo sul piccolo schermo di iPhone

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