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Lo psicologo a lavoro: questioni di stile

Creato il 13 febbraio 2012 da Irisimage
Lo psicologo a lavoro: questioni di stileCiao a tutti, cari colleghi psy!
Oggi vorrei parlarvi di un tema che mi sta molto a cuore: l'abbigliamento e il look consono per uno psicologo o una psicologa.
E' un tema che non potrà di certo esaurirsi in un unico post (ci speravate, eh? cari colleghi uomini!!), ma volevo iniziare a tracciare con voi qualche direzione generale, giusto per non perdersi!!
Di sicuro ognuno di noi ha un suo stile, o almeno pensa di averlo ( e se non si è mai fatto domande sulla questione, potrebbe essere un ottimo momento per farsene. Non sapete quante cose potreste scoprire di voi, da un'attenta analisi del metodo che usate per decidere in che condizioni uscire da casa, la mattina per andare a lavoro!!), e non siamo qui a imporre un genere di abbigliamento che si discosti totalmente dal vostro modo di essere, perchè non avrebbe nessun effetto!
Tuttavia a volte guardo con raccapriccio colleghi che si presentano ad una riunione con giacche che non vedono un ferro da stiro dall'89 o colleghe che  sembrano nutrire un profondo astio nei confronti dei parrucchieri!
Certo.. la vita moderna, tutto è una corsa.. e la famiglia, e la spesa, e la coda al semaforo..i mille impegni
lavorativi in cui i giovani colleghi sembrano muoversi, come in una sfrenata quadriglia, per arrivare a fine mese, con la speranza di aumentare i propri contatti, i clienti e la propria visibilità!
E già, la visibilità!! Ma non crediate che le vostre capacità e competenze siano sufficienti in qualsiasi contesto.
Pensatela un pò come vi pare, ma spesso basta una manciata di secondi perchè il vostro nuovo interlocutore si faccia un'idea di voi. Certo, avete il resto del tempo per dire cose illuminanti e mostrare le vostre capacità, ma se siete per giunta dei luminari della psicologia, con titoli ed esperienze, diventa ancora più incomprensibile capire perchè giriate con le scarpe piene di fango e un cappotto ormai informe.
Purtroppo solo ai grandi geni viene perdonato uno scivolone di stile e viene visto come un vezzo da intellettuale, mentre a tutti noi mortali rimarrà solo l'etichetta di persone trascurate.
Partirei oggi con la base iniziale: Trucco & parruco.
Cari colleghi, barba e capelli sono aspetti, noto con disappunto,  è il caso di dirlo, piuttosto spinosi. Lo psicologo dovrebbe avere un look "alla mano" (poi dipende dai contesti, ma io mi riferisco alla quotidianità fatta di appuntamenti, riunioni e lavoro principalmente a contatto con le persone) o almeno così ce lo vorremmo immaginare. Tuttavia se amate mantenere il capello lungo come quando eravate ancora all'università, vi invito almeno a legarli in modo discreto sulla nuca quando siete a lavoro.
Ovviamente acconciarsi i capelli rasta richiede un'aria quanto meno giovanile ed è perdonato solo ai colleghi under30, che comunque avranno l'accortezza di tenerli legati. Dopo i 30 sembrerete solo un pò grotteschi.
Ricordate che se non volete rinunciare ai capelli lunghi (che purtroppo , non offendetevi, ma sono terribilmente poco eleganti, sempre e comunque, a meno che non viviate nella laguna blu di brooke shildiana memoria ) diventa d'obbligo prestare massima attenzione e cura al resto del look: abbigliamento e barba in ordine. Infatti, cari amici, la barba lunga o medio lunga, sembra avere un misteriorso fascino per tutti i giovani psicologi che superano i 30. Comprendendo che si cerchi di avere un'aria più matura e credibile (così che possiate passare per psicologi competenti e di esperienza e non giovanissimi neolaureati), questo non vi autorizza a presentarvi in studio con il volto a mò di cactus. La barba lunga "deve" essere curata e accorciata con il regolabarba, così come collo e nuca devono essere rasati e puliti.
E ora passiamo alle dolenti note delle colleghe psicologhe. Eh sì, perchè niente è meno perdonato di una donna che non si cura minimamente, soprattutto quando è giovane e magari carina.
I capelli vanno curati con visite frequenti dal parrucchiere, soprattutto dove ci siano ricrescite imbarazzanti. O comunque, se volete fare economia, potete sempre dedicarvi a tempestive tinte casalinghe. Stesso discorso vale per l'estetista (peli superflui e pulizia viso). Per quanto riguarda il trucco ricordiamo che siete a lavoro quindi non è consentito nè trascurarsi senza un pò di makeup, nè uscire di casa con un aspetto tipo mascherone di carnevale. La sobrietà sia il vostro obiettivo. 
Perciò una buona crema idratante, preceduta da una detersione adatta alla vostra pelle, un fondotinta del vostro incarnato (evitiamo quegli stacchi netti tra il colore del viso e il collo bianco), ombretto e matita sfumata (scegliamo colori luminosi, il total black conserviamolo per altri momenti), blush, mascara e lucidalabbra, sono sufficienti a darvi un'aria ordinata e curata. Nulla vi vieta di portare con voi un pò di cipria per sistemare il trucco se diventa lucido e un rossetto da aggiungere in caso prolunghiate la giornata con un aperitivo di lavoro con i colleghi. Tuttavia ricordo alle colleghe più esuberanti di evitare sempre un trucco pesante o appariscente. Meglio abolire rossetto rosso fuoco o ombretti sgargianti o smookey pesanti quando lavoriamo, soprattutto chi lavora in uno studio clinico: siamo a contatto con persone che portano il loro fardello di disagio e dolore ed essere parate a feste, pronte per una serata in discoteca è davvero poco rispettoso, nonchè ovviamente per niente professionale.
Gli orecchini si chiamano tali per devono stare sulle orecchie, brillantini al naso e piercing come se piovesse sono principalmente passati di moda e , concedetemi questa licenza poetica, davvero"burini". Anche ai colleghi maschietti, suggerisco di mettere orecchini vari nel comodino: se in politica qualcuno si sente a suo agio con brillantini alle orecchie, lo psicologo che vuole apparire professionale ed elegante rinuncerà volentieri a questo vezzo, in cambio di maggior stile. Non ha molta importanza indossare una giacca di Burberry, se il giovane psicologo gira spavaldamente con un brillantino all'orecchio. Seppure uscito dalla gioielleria, rimane un elemento poco elegante.
Ultimo, ma non d'importanza, colleghi e colleghe fumatrici (e non) un giro annuale dal vostro igienista dentale è fondamentale. Perchè ostinarsi ad esibire lastre di tartaro ogni volta che aprite bocca? E' indolore e ha costi contenuti ed oltre a guadagnarci il sorriso, è un modo per fare un rivista delle vostre condizioni dentali.
Bene.
Per ora mi fermo qui.
A presto

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