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Lo sbrodolone

Creato il 16 dicembre 2009 da Lindaluna
Signori, che jattura gli sbrodoloni!
Quelli che masticano con le fauci spalancate, che succhiano dal cucchiaio o, peggio, dal bicchiere, quelli che degustano il boccone schioccando rumorosamente la lingua sul palato...
Purtroppo quasi tutti i miei ex appartenevano a questa categoria. Che dramma. "Tutto sommato non è poi così grave" mi dicevo. E invece lo è. Tempo fa lessi di una signora settantenne che aveva ammazzato il marito per questo motivo. Mangiare è la cosa che si fa più spesso insieme - soprattutto con il passare degli anni - e avere di fronte uno sbrodolone può essere una tragedia, a meno che non si diventi cieche e sorde.
Uno dei miei ex mangiava e sputacchiava qua e là, lasciando attorno al piatto un cimitero di cadaverini. Quando gli chiedevo di fare attenzione, faceva la faccia da labrador influenzato e cominciava a masticare con la bocca sigillata come al rallentatore. Chiaramente lo sforzo durava pochissimo.
Un altro macinava il cibo come un maniaco stile Shining: sguardo perso nel vuoto, sorriso vago e denti ben in vista. Ricordo la sofferenza nello stargli di fronte mentre masticava le fette biscottate a colazione.
Poichè era anche permaloso, quando glie lo facevo notare lui ribatteva con cose del tipo "beh, allora questo rossetto ti sta male". "Ok, può darsi, ma cosa c'entra?". Bofonchiava qualcosa e riprendeva la sua opera.
Ma il vero sbrodolone, quello che ha dato il nome alla categoria resta imbattibile. Per lui il cibo era poco più di un mero rifornimento organico. Mangiava senza assaporare, semplicemente infilava in bocca, impastava e ingoiava. Tutto con una lentezza estenuante. Soprattutto con la bocca semiaperta, cosicchè, masticando, pian piano resti alimentari fuoriuscivano e gli si spalmavano intorno alle labbra. Una volta andammo a pranzo da sua nonna. La poverina aveva fatto i fusilli con il tradizionale ragù di carne e pomodoro. Io sedevo di fronte allo sbrodolone e lo guardavo infilare i fusilli in bocca come filo di cotone nella cruna dell'ago. E tutto il sugo sparso attorno alla bocca. A metà piatto pareva Cicciolina con il rossetto sbavato.
Approfittai di un attimo di distrazione della nonna e gli suggerii di darsi una ripulita. Lui, linfatico, prese il tovagliolo di lino candido e vi stampò su una tenue strisciata rosso arancio. Con ribrezzo mi accorsi che la stessa strisciata era impressa sulla sua faccia. Era talmente molle nei suoi gesti che non sapeva nemmeno pulirsi il muso. Adesso pareva Cicciolina dopo un bacio con un procione lavatore! Ma l'apice si raggiunse quando la nonnina portò a tavola i bocconcini di mozzarella di bufala, quelli che quando li mordi devi stare davvero attento a tenere la bocca ben chiusa altrimenti il siero di latte schizza sulla faccia dei commensali.
Lo schifoso si inserì tra le labbra un bocconcino intero e subito il liquido biancastro cominciò a colargli lungo il mento, miscelandosi con il sugo di pomodoro. Ero ad un passo dal vomito. La cosa strana era che la nonna sembrava non accorgersi di quanto fosse rivoltante il suo nipotino. Forse iniziava a diventare cieca.
Al momento del dolce - una piramide di profitteroles cioccolato e panna - non ce la feci più.
Chiesi scusa, mi alzai, dissi che avevo bisogno di un po' d'aria e uscii sul balcone.
Lo sbrodolone si offrì di accompagnarmi, così con mezza faccia impiastricciata anche di cioccolato e panna. "No!" Urlai quasi. "Tu finisci il dolce, io fumo una sigaretta e poi andiamo a casa". Tu a casa tua, io a casa mia, aggiunsi mentalmente.

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