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“Lo scemo e l’incapace" - di Alex Cariani

Creato il 20 gennaio 2013 da Tafanus

“Lo scemo e l’incapaceFantastico: non paghi di lasciare a Berlusconi ampie aree televisive, i prodi perditori del PD si impegnano a dargli anche strada nel programma di recupero del distacco. In effetti Bersani litiga con Casini avvertendolo che, nel caso in cui i centristi fossero determinanti al Senato, non potranno pretendere di imporre chicchessia quale presidente del Consiglio. Parallelamente Berlusconi impazza sulla televisione e grazie ai "geniali" comportamenti sia di Santoro che di Travaglio riceve regalie impressionanti in termini di voti tramite l'indiscussa competenza nell'uso della televisione.
Qualcuno obietterà che il Berlusconi visto in TV è antipatico, saccente, bugiardo, e soprattutto impedisce di fatto un confronto paritetico: fin qui niente di nuovo sul fronte occidentale, in effetti quello che sorprende è l'endemica incapacità dei "moderatori" televisivi di gestire correttamente un tale personaggio, oltre che del PD di rimanere assolutamente passivi davanti a questo scoperto gioco al massacro.
Gilletti, cuore d'oro, si terrorizza quando Berlusconi minaccia di andarsene se non potrà continuare il suo monologo, la D'Urso concorda le domande del padrone, Vespa striscia obbediente, Santoro va in escandescenze passando dalla parte del torto identicamente a quello che fa Travaglio, e tutta la compagnia cantante RAI si prostra davanti ad un bugiardo patologico senza contestare minimamente dati palesemente falsi.
E Bersani, che fa? Si gode evidentemente il presenzialismo televisivo dei due avversari politici (va chiarito che Monti lo è a tutti gli effetti) fatto di mutue punzecchiature trasversali senza nominare mai il PD: in altri termini, quello che non si nomina non esiste, e ciò che non esiste non si vota.
Sul Tafanus abbiamo detto svariate volte che il dilettantismo e la gestione criminale del bene pubblico ha condannato Berlusconi come statista (rigorosamente con la s minuscola) ma questa oggettiva deficienza non deve far pensare che l'uomo sia identicamente incapace nella gestione della comunicazione non esplicita televisiva: in effetti la sovraesposizione mediatica sviluppa effetti devastanti per gli altri politici mentre per lui pare sortire l'effetto opposto. In altri termini, non si faccia l'errore di pensare che la sovraesposizione di Berlusconi faccia il gioco della sinistra: al contrario lasciarlo libero di scorazzare nei palinsesti gli permette un recupero sostanziale, così come avvenuto nell'aprile 2006...
Bersani, ovviamente consigliato dagli spin doctors dei miei stivali a lui fedeli (rigorosamente parte della struttura di partito) prende scoppole a destra e a manca senza apparentemente reagire allo strapotere mediatico della concorrenza e senza nessuna credibile reazione. In aggiunta, come argutamente segnalato dal professor Odifreddi su Repubblica Odifreddi su Repubblica, la caratteristica italica di saltare sul carro dei vincitori non conosce crisi: non appena qualcuno (in particolare gli elettori orfani dc) annusa la possibilità che un personaggio come Berlusconi possa riemergere dai disastri da lui stesso causati (dando l'impressione di poter ritornare al governo), allora l'indicazione di voto cambia a suo favore.
In altri termini l'annuncio che la destra sta rimontando grazie a Berlusconi (profezia trasmessa dallo stesso Berlusconi) convince gli elettori di scarsa memoria che in effetti lui, di tasse, non ne ha mai messe, a differenza del vampiro Monti: in altri termini una bugia, raccontata migliaia di volte, alla fine diviene una verità.
Come afferma Odifreddi, "Anche se false, quel genere di profezie finiscono per incidere sulla percezione degli elettori, che credendoci si convincono a votare per il partito che starebbe rimontando, finendo col farlo rimontare per davvero. Le elezioni si vincono, e si perdono, anche conoscendo scientificamente come va il mondo, e non illudendosi ideologicamente che vada invece come si vorrebbe che andasse. Se lo ricordi Bersani, se non vuole ricevere amare sorprese da Casini e Monti o, Dio non voglia, addirittura da Berlusconi."
Va detto che il rischio che corre il centrosinistra è quello non già di perdere le elezioni al parlamento, ma di incontrare grosse difficoltà al senato grazie ad una legge "porcata" che favorisce smaccatamente il centrodestra, oltre che la casta politica: la speranza che in qualche modo la regione Lombardia possa passare al centrosinistra appare oggi sempre meno probabile attesa, la completa mancanza di incisività televisiva da parte dei componenti dello schieramento PD-alleati.
Basta guardare l'effetto televisivo (o meglio la sua mancanza degli ultimi mesi) per capire come il "Movimento 5 Stelle" abbia visto erodere il suo potenziale elettorato tramite la semplice mancanza di presenza televisiva: una scelta sinceramente suicida, atteso il fatto che la crescita costante delle preferenze per Grillo era direttamente collegata alle interviste (rigorosamente senza contraddittorio) rilasciate dallo stesso lìder maximo. Capita la lezione, e partita l'operazione di boicottaggio televisivo da parte dei partiti, Grillo cala fisiologicamente verso un consenso che è attestato attorno al 6-7%, cioè circa il 40% del numero di elettori che tendono ad utilizzare la rete come riferimento per l'informazione.
Parimenti, come correttamente presentato dal Tafanus, risale il PDL recuperando i cosiddetti elettori "banderuole" mentre il superpresenzialismo televisivo di Monti drena voti al centrosinistra.
Siccome noi ricordiamo i tempi in cui Bettino Craxi dettava legge col dieci per cento dei voti, e Spadolini di farlo addirittura con il due o il tre per cento, siamo davvero sconcertati dall'inerzia (e, se permettete, anche dall'incapacità di molti "comunicatori" del PD) che porta a simili situazioni: se, come evidente nell'analisi storica, la preponderanza TV è l'arma per sconfiggere prima la verità dei fatti e poi gli avversari politici, ci auguriamo che qualcuno che di comunicazione se ne intende prenda prima o poi le redini di un marketing finora disastroso per il PD.
La rimonta berlusconiana c'è e non potrebbe non esserci, grazie agli indecisi che stanno (come sempre) diminuendo all'avvicinarsi delle elezioni: dai dati appena forniti da Ballarò erano oltre il 40%, ora sono stimati intorno al 33%, e gran parte di questi sono elettori del centrodestra.
Fintantoché le elezioni rimangono distanti, dopo le delusioni dei loro referenti (Lega e PDL), esprimono il loro qualunquismo intrinseco attraverso l'astensione o l'antipolitica di stampo grillino, ma con l'avvicinarsi delle elezioni (vissute come pericolo che qualcuno si intrometta nei loro orticelli piccoli e grandi) questi elettori, fondamentalmente chiusi nelle loro posizioni di mantenimento dei loro privilegi, sono pronti a raccogliere il potente richiamo del Re della TV: senza spuntare quest'arma, basata principalmente sulla menzogna, difficilmente si sfuggirà all'obiettivo dichiarato da Berlusconi, e cioè un sostanziale pareggio al Senato. Spuntate l'arma e diventerà facile gestire in maniera democratica le elezioni.
Il piccolo particolare è che servirebbero degli esperti non politicizzati per gestire questa fase, e non sembra affatto che il PD disponga di questa arma: al contrario, pare di vedere approssimazione e superficialità, che non vediamo invece in Berlusconi, che fa il leone e potrà vantarsi del fatto che, senza di lui, l'armata Brancaleone del centrodestra sarebbe stata annientata. E, purtroppo, avrebbe ragione da vendere."

Alex Cariani

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