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Lo Schiaccianoci

Creato il 13 gennaio 2015 da Cultura Salentina

Lo Schiaccianoci

13 gennaio 2015 di Dino Licci

Lo Schiaccianoci

Pëtr Il’ič Čajkovskij in una delle innumerevoli foto-ritratto della maturità. Questa è del 1888.

 

A molti di noi almeno una volta nella vita sarà capitato di ascoltare “Lo Schiaccianoci”, il celeberrimo  balletto  musicato da Pyotr Ilyich Tchaikovsky , ma credo che pochi sappiano da dove egli trasse l’ispirazione per realizzarlo. Allora dobbiamo pazientemente entrare nella vita del celeberrimo autore, tornare alla sua adolescenza vissuta nel mondo delle musiche popolari  tipiche di una borghesia romantica e delle danze contadine della Russia dell’ottocento, al suo amore per il teatro e per un mondo fiabesco ricco di simboli e suggestioni che calzavano a pennello con la sua personalità candida e ricca di evasioni fantastiche dalla realtà.

Quando questa sua naturale predisposizione verso il balletto, si sposerà con un famoso racconto di Hoffmann  Lo Schiaccianoci e il re dei topi” nella versione  voluta da Alessandro Dumas,  il genio del musicista esploderà in tutta la sua  prorompente  creatività aiutato in questo dal famoso coreografo Marius Petipa. Ma per gustare meglio la potenza espressiva del balletto, dovremmo ancora fare lo sforzo d’inquadrare l’autore del racconto, quell’Hoffmann che aveva già ispirato   Delibes a musicare “Coppelia” , il famoso balletto tratto appunto da un suo fantasioso quanto sinistro racconto “L’uomo della sabbia”.  La musica, in entrambi i casi, riflette quella ispirazione romantica  che ritroviamo nell’odierna robotica di creare un automa simile all’uomo, in quella ossessione  tutta umana di sentirsi simile a un dio, protervia sempre  mortificata dagli eventi futuri. Il racconto di Mary Shelley ( Frankenstein ) in letteratura, L’apprendista stregone in campo musicale ce ne danno conferma. Inoltre, sempre per gustare appieno un ascolto profondo del testo musicale che vi sto proponendo, dovremmo conoscere, almeno per sommi capi, la trama del racconto di cui stiamo trattando. Cercherò di riassumerla io evidenziando in corsivo le fasi salienti del racconto:

Una  sera del 24 di dicembre,   due bambini, Fritz e Maria, sono in attesa dei regali  natalizi chiacchierando con il loro padrino, il dottor Drosselmeier, e cercando d’indovinare cosa Babbo Natale porterà loro in  dono questa volta:

I bambini ricevono da mamma e papà molti Regali:  bambole, soldatini, dolci, libri e un cavallino di legno. Il padrino in particolare, ed entriamo nel tema,   ha regalato loro un castello meccanico, con figure che si muovono al suo interno come fossero vive.

Tra i doni c’è anche Schiaccianoci, un pupazzetto  di legno raffigurato come  un soldato che rompe le noci con i denti  quando si preme il suo mantello. Maria dovrà prendersi cura di lui;

Durante la notte, in camera di Maria, appare il re dei topi, che ha sette teste e sette corone. Egli è a capo di un esercito di roditori che attacca  Schiaccianoci, il quale,  divenuto generale dei soldatini, lo affronta in battaglia.

Ai soldatini si aggiungono altri pupazzi e comincia la battaglia che vedrà soccombere proprio Schiaccianoci. In un coacervo di fantasia e realtà, Maria si toglie la scarpa sinistra e la lancia contro il re dei topi, quindi cade a terra svenuta.

Il giorno dopo Maria si risveglia nel suo letto con   una ferita al gomito, che si è procurata urtando il vetro dello scaffale dei giocattoli. Il padrino, intanto, ha riparato Schiaccianoci, che Fritz aveva rotto la sera prima.

Il padrino inizia a raccontare ai bimbi  La fiaba della noce dura,   della principessa Pirlipat e di Frau Mauserinks:

Frau Mauserinks, volendosi per qualche motivo, vendicare del re e della regina, trasforma Pirlipat in un topo.  Intanto l’orologiaio Drosselmeier (antenato del padrino) ed un  suo amico astronomo si mettono alla ricerca della noce Cratatuc e del giovane che dovrà riuscire a romperla per sconfiggere   il maleficio di Frau Mauserinks. Nell’impresa riuscirà il nipote dell’orologiaio Drosselmeier ponendo così  fine all’incantesimo. Ma   calpesterà, uccidendolo,  Frau Mauserinks, che, prima di morire, lo  trasformerà  in Schiaccianoci. Suo figlio, il topo dalle sette teste, dovrà compiere poi la sua vendetta.

Dopo aver ascoltato la fiaba, Maria capisce che il padrino è l’orologiaio Drosselmeier e  che Schiaccianoci  non è altri che  suo  nipote..

Una notte il re dei topi ritorna nella camera di Maria costringendola  a consegnargli i suoi dolci e i suoi giocattoli. Fritz intanto si procura una nuova spada da un colonnello dei soldatini in pensione e con quella Schiaccianoci uccide il re dei topi.

Maria segue Schiaccianoci nel regno delle bambole, un paese fatto di dolci e giocattoli. Così visiterà  Castel Confetto e Castel Marzapane, dove conoscerà  le sorelle di Schiaccianoci. Scopre quindi di assomigliare moltissimo alla principessa Pirlipat.

Conclusione. Maria racconta del suo viaggio ai  suoi famigliari senza essere   creduta e quando  il dottor Drosselmeier le presenterà suo nipote, un giovanotto abilissimo nel rompere le noci coi denti,  lui le rivela di esser stato un tempo lo Schiaccianoci e le chiede di sposarlo. Maria accetta e diventa la regina del regno delle bambole.

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Non sono molto abile a raccontare le fiabe ma un’idea ve la sarete pur fatta,almeno quanto basta a gustare meglio la Suite che non la ricalca appieno. Essa si compone di tre parti fondamentali:

L’Ouverture il cui tono da fiaba viene realizzato con gli strumenti  più acuti dell’orchestra cui seguono le Danze caratteristiche che si compongono di sei brani:

  • La danza dei bambolotti attorno all’albero di Natale,
  • La danza della fata dei confetti che vede la fata ballare e lo Schiaccianoci rompersi a causa di una noce troppo dura ( fu usata la “ Celesta” per creare il clima fiabesco;
  • La Danza russa;
  • La danza araba che ha per protagonista il caffè;
  • La danza cinese che ha per protagonista il tè;
  • La danza degli zufoli ottenuta con tre flauti protagonisti di un gaio carosello.

 

A chiudere il tutto l’etereo Valzer dei fiori, la melodia che vi propongo oggi sperando di aver prolungato così atmosfera natalizia.

Le altre magari cercatevele da soli. Ancora buon anno, Dino


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