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“Lo scopatore di anime” di Pablo T: l’uomo non si arrende ad essere mediocre ed insorge

Creato il 13 aprile 2015 da Alessiamocci

“I libri veri non hanno bisogno di compiacere né di compiacersi. Non nascono nei laboratori dei Baci Perugina. Non pagano per essere applauditi, semplicemente insegnano, senza averne alcuna pretesa. Tutto il resto? Mediocrità, spazzatura, illusione patetica, insomma seghe veloci di pivelli che eiaculano troppo presto”.

Il romanzo di Pablo T, pubblicato nel 2013 dalla casa editrice David and Matthaus nella collana ArteMillennium, rappresenta sicuramente un’innovazione all’interno dell’attuale panorama letterario, e non lascia indifferenti. “Lo scopatore di anime” può piacere o non piacere, ma quella scossa alla coscienza alla quale l’autore mira, arriva forte e chiara. Pablo T si trasforma per noi in uno “scopatore di anime”, al fine di abbattere il qualunquismo che prospera nel mondo; feroce la sua indignazione si abbatte sulla mediocrità e sul fatto che l’uomo si sia uniformato ad un cliché che lo porta ad agire in massa.

Rendié, il protagonista, è un poeta che sta attraversando un periodo di crisi e non riesce più a comporre versi. Egli si sente diverso dal contesto che lo circonda, e rifiuta la compagnia dei colleghi di lavoro, così come quella dell’inquilino sordo col quale condivide il piccolo appartamento e, soprattutto, dell’anziana padrona di casa impicciona e logorroica. Ritenuto un asociale, viene licenziato dalla ditta di assicurazioni per la quale lavora.

Il fatto è che Rendié avverte la necessità di frequentare gente “vera”, che va a ricercare per strada. Per esempio, familiarizza subito col clochard Al, oppure con la prostituta “matta” Nadine. O ancora col giovane omosessuale Sam, che lo aiuterà a realizzare il suo piano. Perché queste sono persone ai margini, che hanno sofferto e patiscono ogni giorno le beffe della vita. Essi non si permetterebbero mai di non essere sinceri. Se ne fregano delle opinioni della gente, ed agiscono in maniera del tutto libera. Esenti dalle convenzioni sociali, appaiono i compagni ideali.

Nell’opera non vi sono riferimenti spazio-temporali precisi; possiamo solo immaginare questa cittadina, che fa da scenario alla storia, e che incarna il mondo intero, divenuto vittima dell’indifferenza e dei preconcetti.

Ovunque vada, Rendié è incapace di tacere la sua “missione”, anche se questo vuole dire sbattere la realtà in faccia a conoscenti di vecchia data, nel bel mezzo di feste o visite a gallerie d’arte.

Anche l’amore giunge nella vita del poeta, ed ha le gambe di gazzella di Regina, la sua anima gemella, finalmente ritrovata. Ma egli non riesce a condividere con lei il suo lato più intimo, e questo, si sa, le donne non lo perdonano.

E quando tutto sembra perduto, un atto estremo nei confronti dell’umanità pareggerà i conti con la sua anima così tormentata.

Devo dire che la lettura di questo romanzo, in principio, mi ha spiazzato. Seppur riconoscendo di trovarmi davanti ad un bravo scrittore, mi chiedevo cosa avesse questo Rendié di così tanto speciale, da atteggiarsi come uno dei personaggi di Charles Bukowski, senza averne, tuttavia, il fascino. Fumatore incallito, bevitore compulsivo di birra e di whiskey, fruitore di turpiloquio. Ebbene, nei primi capitoli, Pablo T gioca con le parole, riempie il lettore di frasi, lo inebria, lo stordisce. Mi sono poi resa conto che, semplicemente, lo “scopatore” era all’opera, si stava preparando. E poi, è stato tutto un crescendo. Rendié ha iniziato ad agire, non soltanto ad enunciare le sue teorie. Perché sono i fatti, che fanno la differenza.

Fino ad allora Rendié si era professato diverso, ma, di fatto, non lo era. Le sue erano un mucchio di elucubrazioni, che lo inducevano a non interagire. È stato invece quando ha iniziato a perdere, per così dire, la sua “superiorità” e a diventare più umano, che l’ho rivalutato. Da quando, in concreto, ha dato l’esempio.

Pablo T è Rendié, Rendié è Pablo T. Ed insieme incarnano l’ideale dell’uomo che non abbassa la testa, ma si ribella. Dell’essere umano che, in ogni tempo, dice “no” e lotta fino allo stremo delle sue forze, pur di ottenere un risultato.

Allora ho letto l’ultima parte, ed ho assaporato poesie di rara bellezza.

Adesso so chi è Pablo T, al di là dell’ironia e della rivoluzione intellettuale. È un poeta, come ce ne sono pochi.

Bambina, che sei nata tra flutti di mare in tempesta,

navigando senza rotta, accesa dai tuoi occhi, come fari nella notte

nuda e insensata,

seguendo l’alito di un vento straniero, che non ti ha concesso mai una

riva,

restituendoti vascello fantasma e stella a Oriente,

si riposa, nel porto della tua anima spoglia e depredata,

senza alcun rimpianto.”  (Brivido)

 

Written by Cristina Biolcati

 


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