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Lo scrittore egiziano Muhammad Aladdin in Piemonte, ospite del festival “Una Torre di Libri”

Creato il 28 luglio 2014 da Chiarac @claire_com_

Lo scrittore egiziano Muhammad Aladdin è in visita in Italia in questi giorni. La settimana scorsa è stato ospite di un Festival letterario nella provincia di Torino, presentato da Elisa Ferrero che ha scritto questo articolo appositamente per il blog.

di Elisa Ferrero*

Giovedì 24 luglio, il festival Una Torre di Libri in corso a Torre Pellice (provincia di Torino), nel cuore delle Valli valdesi, ha ospitato il giovane scrittore egiziano – per la prima volta in Italia – Muhammad Aladdin (del quale Editoriaraba ha già pubblicato un’intervista e la traduzione di un suo racconto in questo post).

Elisa Ferrero (sin.) con Muhammad Aladdin (courtesy di E. F.)

Elisa Ferrero (sin.) con Muhammad Aladdin (courtesy di E. F.)

Anche per il festival è stata una “prima”. Ormai giunto alla settima edizione, e avendo avuto in cartellone ospiti italiani e stranieri di grande rilievo, quali – solo per citarne alcuni – Andrea Camilleri, Umberto Eco, Gioconda Belli, Marcello Fois, Jeffery Deaver, Wu Ming, Clara Sànchez, Gioele Dix e Dario Fo, il festival non aveva finora avuto occasione di incontrare alcun autore arabo.

Durante la serata, il pubblico ha avuto l’opportunità di conoscere l’opera di questo brillante ed eclettico scrittore, autore di romanzi, racconti, sceneggiature cinematografiche, satira e fumetti per ragazzi. Aladdin ha rotto il ghiaccio commentando l’abilità che più lo contraddistingue, cioè quella di mutare continuamente, talvolta radicalmente, stile e registro con ogni suo nuovo scritto. Aladdin, tuttavia, ha confessato di non saper individuare un’intenzione cosciente dietro il suo continuo sperimentare, sentendosi piuttosto trascinato verso un certo stile, o registro (colloquiale, informale, umoristico, solenne, ricercato, ecc.), dall’argomento del quale intende trattare di volta in volta.

Quel che è certo, è che nemmeno i rivolgimenti egiziani degli ultimi tre anni e mezzo hanno interrotto la sua produzione letteraria. Secondo Aladdin, in tempi di turbolenza si possono seguire due strade: ritirarsi e fuggire la scrittura, oppure utilizzarla per cercare di capire e approfondire, e lui ha scelto quest’ultima opzione.

Successivamente, con grande piacere del pubblico, sono stati letti il racconto La voce e un estratto de La stagione della migrazione ad Arkadia, recitati dall’attore Carlo Curto nella traduzione italiana di Barbara Benini. Ciò ha consentito di entrare nel vivo del mondo dei personaggi di Muhammad Aladdin, gustando, da un lato, l’ironia e l’umorismo che pervadono le loro storie, e penetrando, dall’altro, nell’humus umano e sociale che fa da substrato alle drammatiche vicende politiche egiziane degli ultimi anni, la cui comprensione resterebbe incompleta senza la dimensione personale e umana.

Infatti, attraverso le storie surreali e bizzarre dei suoi personaggi, Muhammad Aladdin analizza con acume, ma senza giudizi, le inquietudini, le idiosincrasie, le contraddizioni, le strutture relazionali, le paure e i sogni della società egiziana contemporanea. In La voce, per esempio, secondo l’autore c’è il dramma individuale di un uomo così solo da ricercare l’amicizia in una voce immaginaria, ma può anche esserci il dramma collettivo di una società alla ricerca di senso, in fuga da una realtà assurda o profondamente insoddisfacente.

E alla domanda sul perché, in La stagione della migrazione ad Arkadia e in altri racconti inediti in italiano, abbia scelto di raccontare la rivoluzione, alla quale ha partecipato con sentimento, attraverso gli occhi dei suoi detrattori o delle persone indifferenti, Aladdin ha risposto che questo modo di raccontare gli pareva il più onesto e autentico, l’unico che impedisse di cadere in una retorica dogmatica sulla rivoluzione.

Il tempo non si può vedere, ma se ne possono vedere gli effetti su cose e persone. Allo stesso modo, non si può vedere la “rivoluzione”, ma se ne possono osservare gli effetti sulle persone, soprattutto quelle comuni. Ed è così che Muhammad Aladdin ha scelto di scrivere della rivoluzione.

Quindi, interrogato sul perché fra i suoi personaggi non compaiano mai degli islamisti, molto presenti, invece, ogniqualvolta si parli dell’Egitto nel dibattito politico e mediatico, Aladdin ha rivelato che il suo prossimo romanzo vedrà fra i protagonisti proprio un islamista. L’autore, tuttavia, ritiene che classificazioni come queste siano di pertinenzadella sociologia, mentre la scrittura dovrebbe innanzitutto interessarsi alla persona. Pertanto, questo nuovo personaggio sarà, in primo luogo, una persona, con tutta la sua complessità.

Come nota conclusiva, l’autore ha ricordato che effettivamente la società egiziana ha, in generale, rifiutato gli islamisti, alcuni per il loro discorso religioso estremista, altri per il loro agire come un gruppo chiuso.


* Arabista, traduttrice dall’arabo di testi letterari e saggistica, blogger ed esperta di Egitto. Ha tradotto il romanzo Vedere adesso di Montasser al Qaffash (Claudiana, Torino, 2012), è autrice del libro Cristiani e musulmani, una sola mano (EMI, Bologna, 2012), coautrice di Le parole in azione – Volume I. Corso elementare di arabo moderno standard (Vita & Pensiero, Milano, 2013) e curatrice del blog Kushari per Terrasanta.net.

 


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