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Lo “spazio” cinese: proiezione geopolitica e interesse nazionale

Creato il 24 marzo 2012 da Bloglobal @bloglobal_opi

di Maria Dolores Cabras

“La realizzazione di programmi spaziali non è finalizzata all’invio degli uomini nello spazio “per sé”, ma a consentire invece agli uomini di lavorare normalmente nello spazio, e a prepararsi per l’esplorazione futura di Marte, Saturno e oltre ancora.”Qi Faren (Chinese National Space Administration), 2006Lo  “spazio” cinese:  proiezione geopolitica e interesse nazionaleÈ notizia di qualche giorno fa: la China Great Wall Industry Corporation ha consegnato lo scorso 16 marzo alla sua controparte nigeriana, la Nigeria Satellite Communication Limited(NIGCOMSAT), il satellite NigCom Sat1-R, già lanciato in orbita il 20 dicembre 2011 e posizionato nella sua orbita geostazionaria.L’utilizzo prioritario del NigCom Sat 1-R sarà canalizzato nel settore della comunicazione e della navigazione, per la radio-diffusione e per i servizi multimediali a banda larga. Questo evento segna l’inizio della piena commercializzazione del satellite a vantaggio della Nigeria e in effettidell’intero continente africano e della comunità globale, ha riferito il Presidente dellaNIGCOMSATTurner T. Isoun, plaudendo alla nuova stagione di cooperazione sino-nigeriana in campo extratmosferico e ai benefici ricavabili dallo sfruttamento del satellite che già copre tutta l’Europa da settentrione a meridione, spingendosi fino all’Asia Centrale.Il NigCom Sat1-R non è solo il simbolo del rafforzamento delle relazioni bilaterali tra i due Paesi, ma molto di più: è il riflesso della proiezione di potenza nello spazio cosmico della Cina, che inizia solo ora la sua scalata nell’arena internazionale anche come grande potenza spaziale.

I lanci e le missioni cinesi nello spazio

Dal primo lancio nel novembre 1999 del veicolo Lunga Marcia CZ-2F con la missione non abitata Shenzhou I, la Cina si è fatta strada nello spazio extratmosferico, fino a concludere con successo nel 2003 la missione abitata Shenzhou V, guidata dal taikonauta Yang Liwei, il primo nella storia del Paese, poi replicata nel 2008 con l’attività extraveicolare da Zhai Zhigang, Liu Boming e Jing Haipeng.Ma è nel settembre 2011 che il progetto di sviluppo nello spazio di Pechino comincia a realizzarsi pienamente con l’installazione in orbita del primo modulo di laboratorio spaziale Tiang Gong I al quale, per l’estate del 2012, è previsto l’attracco della missione abitata Shenzhou 9, che condurrà i tretaikonauti nel laboratorio.

Lo spazio extratmosferico e il diritto dello spazio

Findai primi anni Sessanta, la corsa alla conquista dello spazio con i lanci di capsule spaziali e satelliti oltre ai limiti dell’atmosfera terrestre e sulla superficie di altri pianeti, favorita in piena Guerra Fredda dalla competizione tra i due giganti tecnologici Stati Uniti e URSS, ha reso evidenti i vuoti normativi e l’inadeguatezza della disciplina regolamentare in materia.

Come razionalizzare le attività dirette all’esplorazione e all’utilizzazione dellospazio extratmosferico e dei corpi celesti? Quali sono i principi normatori?

Nella Risoluzione 1962, adottata dalle Nazioni Unite nel dicembre del 1963, formalizzata nel Trattato sullo spazioextratmosferico del gennaio 1967, è sistematizzata l’architetturaessenziale del diritto dello spazio:

·L’attività esplorativa e l’utilizzazionedello spazio cosmico e dei corpi celesti devono rispondere ad un interesse collettivo, finalizzato al bene indiscriminato di tutti i Paesi;·  Non può mai essere avanzata pretesa di sovranità sullo spazio cosmico e sulla superficie dei corpi celesti;·  È dichiarato il divieto assoluto di militarizzare o collocare armi nell’orbita terrestre o sulla superficie dei corpi celesti;·  Il mantenimento della pace, la promozione della cooperazione e la sicurezza sono interessi prioritari e i corpi celesti e la luna devono essere uttilizzati solo a scopo pacifico.

I test anti-satellite condotti dalla Cina

Paesi firmatari del corollario dei limiti normativi delle attività nello spazio cosmico sono Stati Uniti, Russia, India e Cina, che se formalmente ribadiscono la volontà di utilizzare lo spazio solo a scopi pacifici, in realtà affinano la tecnologia ASAT (Anti-Satellite) e realizzano sistemi d’arma anti-satellite all’avanguardia basati a terra, in grado di intercettare e neutralizzare i satelliti-bersaglio militari deicompetitors in orbita.Il test missilistico anti-satellite condotto dalla Cina nel gennaio 2007 su un satellite meteorologico è foriero non solo della nuova politica di potenza di Pechino nello spazio, ma anche del livello di sofisticazione tecnologica e scientifica oramai raggiunta dal Dragone.Dal centro di lancio satellitare di Xichang fu spedita in orbita un’arma ad energia cinetica in un missile multistadio a combustibile solido che intercettò consuccesso il satellite Fēngyún FY-1 ad un’altitudine di 865 km, realizzando un precedente superato solo da un simile test anti-missile sperimentale condotto nel 1985 dagli Stati Uniti.Secondo le fonti di intelligence, la Cina aveva provato già nel 2005 con due diversi tentativi a portare a termine il lancio di armi ASAT, tuttavia non se ne ebbe notizia fino all’abbattimento del satellite meteorologico del 2007, che ha rivoluzionato gli equilibri e lo status-quo nello spazio extratmosferico, scuotendo nervi scoperti ed evidenziando come la militarizzazione dello spazio sia in realtà in piena fase di sviluppo.Non c’è bisogno di sentirsi minacciati per questoLa Cina non parteciperà a nessun tipo di corsa agli armamenti nello spazio, dichiarò Liu Jianchao, portavoce del Ministero degli Esteri cinese, subito dopo il lancio del satellite-killer nell’orbita. Eppure, il test cinese ha destabilizzato i piani strategici spaziali delle grandi potenze militari del mondo, rivelandosi la più grossa minaccia agli interessi globali e all’assetto pacifico dello spazio e lasciando una scia dipiù di 2000 detriti che tutt’oggi viaggiano nell’orbita e rischiano di abbattersi e danneggiare la Stazione Spaziale Internazionale e gli altri satelliti.

Shashoujian: la chiave di volta della strategia cinese nello spazio

“Shashoujian” è la chiave di volta per comprendere e spiegare gli orientamenti strategici cinesi nello spazio. Per ritrovare l’origine del termine “shashoujian” occorre fare un salto nel passato fino al periodo della dinastia Tang (618-907 dC): il concetto è atavico e strettamente radicato nella cultura cinese, anche se è stato recentemente reinterpretato alla luce dell’evoluzione storica e dei costumi.Shashoujian,come sottolinea l’analista della US-China Economic and Security Review Commission Jason E. Bruzdzinski, indica “semplicemente il mezzo o le modalità con cui si supera un ostacolo apparentemente insormontabile. In questo contesto, implica un’azione o una qualità che offre un vantaggio strategico quando impiegato in un modo particolare, in un momento chiave di opportunità per la realizzazione di un obiettivo specifico”. Pertanto, shashoujian è un’arma segreta, un sistema di dissuasione, uno strumento per la conquista della vittoria militare, politica o anche psicologica“attraverso un unico colpo decisivo in combattimento”, è arma e stratagemma nel contempo.Lo sviluppo di un sistema elettronico ed informatico di tecnologia aerospaziale, di un sistema di difesa strategica e contro-attacco a laser ottico e microonde, lo studio della microgravità, deimateriali spaziali e dell’astronomia, rientrano nel piano di shashoujian cinese, di pianificazione della strategia difensiva e di dissuasione di Pechino allo scopo di eliminare l’efficacia dei sistemi di sorveglianza, spionaggio e intercettazione satellitari degli antagonisti Stati Uniti, Russia e Giappone, e respingere le loro invasioni di campo e l’accesso alle informazioni e alle reti di comunicazione cinesi.La disputa per l’affermazione della sovranità nel Mar Cinese Meridionale, il confronto con Taiwan, la competizione sino-statunitense nella regione dell’Asia-Pacifico sempre più al centro degli interessi geopolitici nel XXI Secolo, sono tutti nodi irrisolti e focali che Pechino tenta di controllare soprattutto attraverso la sua strategia di shashoujian nello spazio cosmico. L’obiettivo cinese è quello di colmare il gap scientifico e tecnologico in ambito spaziale con Stati Uniti e Russia per proporsi agli occhi del mondo come grande potenza con un grande vantaggio competitivo, acquisire credibilità e stima internazionale e consolidare i meccanismi di confidence-buildings per promuovere attività esplorative di cooperazione.Il rapporto della China National Space Administration elenca tra i propositi prioritari del Paese, a medio e lungo termine, quello di installare una stazione spaziale indipendente entro il 2015 e anche quello di collocare un equipaggio sulla Luna (l’orbiter Chang’é-1 èstato lanciato nel 2007 nell’orbita lunare), un piano ambizioso che pone nuovi interrogativi sullo status internazionale del corpo celeste, riconosciuto nel Trattato sulla Luna e gli altri corpi celesti del 18 dicembre 1979 come “patrimonio dell’umanità”, tutta.* Maria Dolores Cabras è Dottoressa in Relazioni Internazionali (Università di Firenze)

Riferimenti:

United Nations Office forOuter Space Affairs, Treaty on PrinciplesGoverning the Activities of States in the Exploration and Use of Outer Space,including the Moon and Other Celestial Bodies United Nations Office forOuter Space Affairs, Declarationof Legal Principles Governing the Activities of States in the Exploration andUse of Outer Space 1962(XVIII)A.Barzi,Militarizzazionedello spazio e sicurezza nazionale – aspetti geopolitici e geoeconomiciTesi di dottorato

Jason E. Bruzdzinski, Sessionon Military Trends in the Cross-Strait Relationship, US-China economic and  security Review Commission


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