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Lo spettro dell'Ebola non è debellato e si segnalano altri probabili casi riguardanti cittadini europei

Creato il 25 agosto 2014 da Marianna06

Ebola

 

Il Consolato italiano a Istanbul segue "con attenzione" il caso della giovane italiana ricoverata ieri nella città turca dopo essersi sentita male a bordo di un aereo proveniente dalla Nigeria, con sintomi simili a quelli dell'Ebola.

Lo comunica la Farnesina.

 La donna, che ha  23 anni, era proveniente dal Ciad e aveva fatto scalo con il suo aereo a Kano ,dove però non è scesa a terra.

Sono in corso gli accertamenti medici.

Prima della sua partenza le era stata diagnosticata la malaria e ci si augura che la diagnosi sia quella esatta.


Un cittadino britannico, che vive in Sierra Leone, è risultato positivo invece ai test per il virus dell'Ebola.

 

 Lo rendono noto le autorità sanitarie nel Regno Unito. Il ministero britannico della Salute fa sapere che la situazione e' al vaglio dei medici ''per assicurare le cure adeguate.

 

Sta di fatto che il pericolo “ebola”  non è scongiurato nonostante il successo, nell’immediato, dovuto all’utilizzo del siero con cui sono stati  curati ad Atalanta (Usa) il medico e l’infermiera, provenienti entrambi dalla Liberia, dove sul posto di lavoro avevano contratto il virus,

 

Esso rappresenta, semmai, una pericolosità  elevata a livello internazionale a causa dei frequenti spostamenti in aereo, di cui si connota il mondo moderno.

 

Molti stati africani ormai sono molto guardinghi e impediscono ovviamente l’accesso a cittadini provenienti dai Paesi dove l’infezione si è ampiamente propagata.

 

E controlli non mancano nemmeno in Europa e negli Stati Uniti. E anche altrove dove si sa.

 

Le morti in Africa, d’altro canto,  mentre scriviamo, continuano a crescere di numero per  carenza di mezzi adeguati (si spera che presto i farmaci promessi con l’intervento degli Stati Uniti nella persona di Obama arrivino lì dove necessitano) e di ignoranza della gravità del fenomeno da parte delle popolazioni.

 

Questo accade, come sappiamo,  per un fatto propriamente culturale.

 

Le persone, infatti, in particolare i familiari, tendono a nascondere il malato piuttosto che denunciarlo alle autorità sanitarie del luogo.

 

Peggio ancora quando si tratta di casi che si verificano nei villaggi rurali, lontani dai grandi centri.

 

                    a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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