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Lo spettro della violenza e l’assenza di prospettive politiche

Creato il 07 ottobre 2011 da Bracebracebrace

Lo spettro della violenza e l’assenza di prospettive politiche

Chi ha paura della violenza?


Lo spettro della violenza e l’assenza di prospettive politiche

Tornano in piazza gli studenti e basta la vista di un po’ di sciarpe sul viso di alcuni diciottenni per far perdere la testa ai giornalisti.

La diretta di Corriere.it sulla manifestazione studentesca

La diretta di Corriere.it sulla manifestazione studentesca

«Condannate la violenza? Non ho sentito neanche una parola di condanna…tu hai una faccia pulita, ti dissoci?». Sono le domande di Nino Luca, in diretta da Roma per Corriere.it.

In un paese ormai in caduta libera, chiedere di condannare la violenza senza fare nulla per scongiurarne il ricorso è un esercizio quasi più pericoloso della violenza stessa. La violenza, in Italia, non è ancora arrivata. E non saranno certo gli studenti medi a sconvolgere il nostro paese.

Quando scoppierà la scintilla tra i 1400 operai colpiti dalla chiusura dell’Irisbus Iveco; quando i cittadini sardi che da un anno parlano di scendere in piazza «con i forconi» decideranno che è arrivato il momento; quando i profughi detenuti ingiustamente e gli altri migranti, sfruttati e sottomessi, anziché arrampicarsi sulle gru e sui tetti decideranno di ribellarsi;

quando l’esercito dei lavoratori atipici e dei giovani disoccupati, anziché competere tra loro o deprimersi nel privato scateneranno la loro rabbia per le strade, come i loro coetanei di Londra, Parigi, il Cairo o New York; allora potremo dire che in Italia è arrivata la violenza. Non sarà un bello spettacolo.

La diretta di Corriere.it

La diretta di Corriere.it

Il contrario della violenza è la politica. La crescita degli spazi di democrazia, il ritrovato rapporto con la politica a tutti i livelli, il rispetto per il nostro Parlamento e per le istituzioni repubblicane, un governo che in questa tempesta tuteli il lavoro, l’istruzione e la ricerca, la solidarietà sociale.

Per questo è necessario che tutti i soggetti democratici, i partiti, le realtà sociali, la stampa, i sindacati, facciano appello a tutte le loro risorse per far cadere questo governo. Inutile altrimenti preoccuparsi per la violenza alle porte. L’altra faccia della violenza che minaccia di travolgerci è l’occupazione a oltranza delle istituzioni da parte di Silvio Berlusconi e del suo governo.



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