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Lo sport e l’Europa. Dal conflitto al dialogo

Creato il 06 ottobre 2010 da Sport24h

Lo sport e l’Europa. Dal conflitto al dialogo

foto:flickr

Nei giorni scorsi è uscito in libreria “Lo sport e l’Europa. Dal conflitto al dialogo” (editore Iacobelli, pag. 192, € 14,00) del collega (e amico) Antonio Felici. Il lavoro ricostruisce trenta anni di battaglie combattute dal mondo dello sport per il riconoscimento, nelle sedi politiche europee, della propria specificità. In particolare affronta le conseguenze della legge Bosman, la risposta dell’UE attraverso il Libro Bianco sullo Sport e i recenti sviluppi che vanno dal fair play finanziario alle regole relative ai calciatori stranieri e ai procuratori. Il libro si avvale della prefazione del presidente del CONI Gianni Petrucci e delle interviste ad importanti personalità del mondo dello sport e della politica europea, quali il commissario europeo con delega allo sport e il vicepresidente del CIO Mario Pescante.
In attesa di leggerlo, in base alla sintesi che lui stesso mi ha inviato, l’unico appunto che mi sento di fare ad Antonio riguarda la prospettiva troppo “calciocentrica” (brutto neologismo che però rende l’idea). Evvero che il calcio rappresenta, da solo, una componente fondamentale dell’economia nazionale ed europea, ma è anche vero che l’Europa si deve confrontare con la specificità dello sport anche in altre componenti non legate al mondo del pallone.
Faccio qualche esempio. Riguardano lo sport le regole antiduping varate dall’Europa e da poco abolite sull’importazione di materiale e bici cinesi e dell’est asiatico. Come queste hanno cambiato il panorama industriale e sportivo? Riguarda lo sport l’applicazione degli accordi di Schenghen sul flusso di persone, soprattutto provenienti dall’est europeo, che alimentano molti sport non professionistici (ciclismo, tennistavolo, badminton, ecc..). C’è per questi atleti un occhio di riguardo? Ancora, riguarda l’Europa e lo sport una gestione sovranazionale delle politiche della salute, della riduzione dell’impatto ambientale, dei controlli sugli atleti, di una legislazione uniforme nei confronti del doping, negli obblighi organizzativi, ecc… Non so se tutte queste cose sono trattate nel libro di Antonio Felici, che merita di essere letto se non altro perché inizia a ragionare sul rapporto Sport Europa, finora non affrontato da alcuno.
au


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