Magazine Diario personale
Non so se avete seguito qualche giorno fa la twit-bufera sugli OneDirection (e chi sono, direte voi? Non lo so, credo una boyband). Riassunto: uno dei membri ha cancellato il suo account su Twitter e le twit-fan si sono rivoltate per farlo ritornare. Poi sono arrivate le fan di Justin Bibier a insultarle (perché tra di loro si odiano). Poi sono arrivati gli adulti a insultare entrambi i gruppi perché intasavano Twitter di merda. Io ho assistito solo di striscio perché seguo qualcuno del terzo gruppo (gli adulti).
Poi mi arriva la Titanic Box e vengo catapultata nel 1998.
Sì, lo so che la rete è affollata di questi post flash back e che io arrivo per ultima, essendo la blogger più disconnessa del mondo, ma abbiate pazienza, sono tre giorni che vivo in un flash back personale e non potevo scrivere prima.
Immersa tra il dvd, il blu ray e la versione 3D, seduta sul libro fotografico che mia sorella sbava per avere ("Perché a te regalano le cose?"), mi chiedo cosa avrei fatto io se Twitter e i social media fossero esisiti allora. Nel 1998 avevo sedici anni (che sono i tredici di oggi, età media delle fan di cui sopra). Non mi ricordo come sia nato tutto il buzz attorno al film, forse un'onda anomala del successo degli USA, sommata alla coda di Romeo+Juliet, che considero ancora oggi un capolavoro, con il condimento di tutti quei Cioé...boh. Allora non c'era Twitter su cui creare l'hashtag #LeodiCaprioquantoseifigo e far parlare le bimbeminkia di tutto il mondo.
Resta il fatto che insieme alla mia migliore amica decido di andare a vederlo, gasata come una bottiglia di Coca-Cola appena agitata. Andiamo al secondo spettacolo della sera, perché fa tanto "grandi". Grosso errore, perché la mattina dopo c'era scuola e il film dura solo quelle 3 orette. Ancora più grosso perché se vai al secondo spettacolo, entrando incontri le persone uscite dal primo, in particolare una stronza che grida all'amica: "Però che triste alla fine quando lui muore."
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!!
!!@$!!
Maporcaputtanavaccastronza.
Confesso che non le ho creduto, volontariamente.
Mi sono illusa fino alla fine. Ma poi ho dovuto arrendermi alla dura realtà: il film è stato scritto da un idiota. Un senza accento, perché si tratta per forza di un uomo. O di una lesbica.
Perché nessuna donna sana di mente farebbe morire un bellissimo ragazzo, giovane, in salute, simpatico, che ha già fatto i conti con la vita e balla pure il reel(!), per fare vivere una stronza bambina viziata che si fa fregare dalla mamma, dal fidanzato cercatore di mummie e chissà da chi altro. E che non ha trovato UN CAZZO DI SPAZIO SUL QUEL CAZZO DI PEZZO DI LEGNO.Non mi sono mai identificata in Rose, non potevo, avevo troppa stima di me. Quindi nel 1998 non sarei mai diventata follower di Kate Winslet, se non per scriverle ELLEVATI, CAZZO!
Ma Leonardo, l'avrei seguito? Sì. Sono andata a vedere il film un'altra volta al cinema (unica volta nella vita) e tra le due proiezioni ho letto tutto il leggibile: da Oggi a Gente, da Ciak a Top Girl, per sapere tutto sul film. Diciamo che la seconda volta è stata più una proiezione scientifica. Da vera maniaco-ossessiva, da Titanic sono risalita a tutta la sua filmografia precedente: La stanza di Marvin, Poeti dall'inferno, Buon compleanno Mr Grape...ore di ricerca in biblioteca per trovare le vhs, prenotazioni in edicola per avere le versioni in inglese per sentire la Sua Vera Voce... oggi avrei passato ore su internet.
Poi La maschera di ferro mi ha un po' inquietato.
The Beach è stata la fine della nostra storia. Da qui la curva di inchiattimento di Leo assume una forma di iperbole, mentre quella di Kate Winslet ha una andamento opposto. Defollow immediato. Sì, sono venale e mi ero innamorata di lui solo perché era magro e figo e biondo e con gli occhi azzurri. Vietato dissentire. Qui il Cavaliere Impavido inizia a impallidire, perché anche lui era magro e biondo (senza meches, eh!). Resta comunque figo e con gli occhi azzurri, ma teme che io lo defollowi.
Adesso mi ritrovo con il dvd, il blu-ray e il 3D, lo posso vedere in tutte le lingue che voglio, incluso il finale alternativo. Posso continuare a sognare che lui mi aspetti sulle scale del ponte centrale per ballare con me. Come mi sono guadagnata la Titanic Box? Con 14 lunghi anni di permanenza della locandina del film nel mio armadio. Ormai quando apro l'anta manco la vedo, per quello ha resistito tanto. In un angolo, all'epoca avevo scritto: 25 gennaio 1998.
E' una locandina originale del cinema, che la mia amica Ross era andata a mendicare supplicando il cinemista. In realtà puntavamo al cartonato di Leonardo, ma la locandina ci è andata bene lo stesso.
Oggi Ross non è più la mia migliore amica, perché io sono una brutta persona, ma non nel senso che pensate. Anni fa si è avvicinata ad un'altra ragazza, e io, pur bruciando di gelosia, l'ho lasciata andare. Ero troppo pigra per andare da lei tutte le sere, mentre l'altra era la sua vicina di casa, aveva vinto in partenza. Ad un certo punto entrambe erano senza tipo (si diceva così nei primi anni 2000) e condividevano ogni cosa. Ho pianto serate intere. Sono quasi impazzita. Ma non ho detto nulla. Lei era contenta, si vedeva, e io non ho lottato.Cosa dovevo fare? Tornassi indietro, cosa farei? Ancora oggi non lo so. Questo è quello che mi fa piangere, non Titanic. Forse è per quello che non tolgo la locandina. Perché la morale della favola è che la vita non ti regala niente e se vuoi un pezzo di legno devi lottare contro le culone, altrimenti resti con il tuo culo gelato.
Per rientrare nello spirito da persona perbene di questo blog, voglio che sappiate che la stesura ha richiesto un notevole sforzo di concentrazione. Come sapete il lunedì è serata "Squadra Antimafia" e ogni volta che compare in scena Marco Bocci cado in stato catatonico. Claudia Mares smettila di rognare e limonalo. Fallo per tutte noi. Infondo sei gravida a causa del fatto che lo hai conosciuto biblicamente, quindi, porco cazzo! adesso limonalo per tutte noi davanti alla telecamera.
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