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Lo studio online ha valore?

Creato il 22 novembre 2012 da Fioridilylla @c_venturini

Lo studio online ha valore?

Strumenti di studio indispensabili: caffè ed e-reader

Fino a qualche tempo fa, in molti mettevano in dubbio la validità dei corsi di formazione, di laurea o di specializzazione in rete. La crisi ha messo in discussione queste perplessità; gli studenti, così come i professionisti, hanno iniziato a guardare con curiosità questo genere di istruzione. Complice la libertà, i costi a misura d'uomo, il superamento delle barriere istituzionali, l'accesso alle forme di studio in rete è una realtà che interessa un gran numero di utenti. Alcune università statali hanno aperto corsi esclusivamente online, accettando l'idea dell'innovazione, la quale include anche l'evidenza dell'esistenza degli studenti lavoratori e a distanza, i quali potrebbero pagare una retta senza l'obbligo del timbrare il cartellino nelle proprie aule. I siti web hanno dato il via a canali di studio ricchi di materiali e di esercitazioni multimediali. I costi, in molti casi, sono quasi del tutto abbattuti perché la formazione gratuita di qualità è molto più accessibile e praticata. L'accesso a fortissimi sconti, alla rateizzazione dei costi è un motivo in più per non accantonare la propria cultura.  La rivoluzione digitale ha reso palese che l'istruzione può essere realmente ad appannaggio di tutti, molto più di quanto non sia stato in grado di garantire il Ministero per l'Istruzione Pubblica. Non solo. La rivoluzione digitale sta dando un senso allo studio, portando il lato operativo nella teoria. Vi porterò la mia esperienza, solo per comodità pratica. Come sapete, in questi anni ho studiato molto grazie al web. Ho seguito molti webinar (gratuiti e a pagamento), corsi settimanali o mensili sul social media marketing, corsi di specializzazione online, acquistati attraverso Groupon con lo sconto del 70%, che mi hanno dato attestati di partecipazione spendibili sul curriculum. Non ho mai investito più di 200,00€ per la formazione in rete e, come ho scritto nel post delle scorse settimane, ho trovato moltissimo sui social media, su Amazon e all'interno dei profili dei colleghi.  Come sapete, ho deciso di prendere la seconda laurea in una università che permette sia il corso in presenza, sia esclusivamente online, sia misto. Ho scelto l'esclusivamente online perché non ho tempo per seguire le lezioni tradizionali. Ho scelto l'opzione dello studente part time e questo mi ha permesso di dimezzare i costi, moltiplicando gli anni: purtroppo, questa è l'unica strada percorribile in questo momento di lavoro ballerino. Inoltre, questa università mi ha dato una cosa che le altre, a cui avevo chiesto informazioni, non mi hanno dato. Mi sono stati riconosciuti sei esami, all'interno dei quali la mia esperienza lavorativa è divenuta parte integrante del mio percorso. Sia la precedente laurea, che il master, hanno trovato riconoscimento. Non ho dovuto fare la prova d'ingresso e ne sono lieta perché dopo una laurea e un master mi pare palese la mia attitudine allo studio. Nelle altre, il regolamento è molto rigido e poco vicino alle persone. Ormai sono diversi anni, quindi, che studio in rete. E' valido questo percorso formativo? Direi di sì, visto e considerato che le mie conoscenze e competenze operative sono tangibili, spendibili e appetibili sul mercato.  Il valore aggiunto dei corsi si può individuare nel capitale umano che forma il corpo docente. Gli insegnanti, infatti, sono persone non (più) accademiche. Questo fa la differenza. Perché hanno idea di che cosa sia la vita fuori dall'università, quali possono essere le necessità di una persona che lavora (sia in termini di tempo che di strumenti). Sono aggiornati e propongono contenuti al passo con i tempi. Non hanno la pretesa di avere ai propri piedi una massa di pecore genuflesse, pronte a pendere dalle loro labbra e a subire qualsiasi angheria, impotenti. Non hanno accordi con le case editrici quindi non ti obbligano all'acquisto del volume più costoso (pena la bocciatura all'esame) per avere un guadagno sulla tua posizione "inferiore". I docenti 2.0 hanno la percezione di offrire un servizio, anche quando si tratta di un corso gratuito e sanno benissimo che, se non saranno contenutisticamente all'altezza, saranno "impiccati" su Twitter senza pietà. Il web è bestiale, sotto questo punto di vista. Gli equilibri di potere sono cambiati. L''insegnante non detiene il potere del Verbo. E' molto probabile che si trovi davanti persone formate, scaltre e attente. Un corso in rete significa internet a disposizione: ogni frase può essere confutata all'istante. I software permettono di scavalcare l'annoso problema dei fondi scolastici per l'attrezzatura di un'aula studio multimediale. Si possono effettuare esercitazioni grazie a Moodle, test d'apprendimento, role playing e quant'altro. Si possono condividere documenti e le aule virtuali permettono l'apertura di dibattiti e gruppi di lavoro anche a continenti di distanza. Le registrazioni delle lezioni sono una manna dal cielo: a meno che lo studente non sia munito di registratore, nella stragrande maggioranza delle università, le lezioni si ascoltano una volta soltanto, nell'ora prestabilita. Se non sei presente, hai perso un'occasione. Online, invece, puoi caricare i file nel lettore mp3 o su smartphone e ascoltare e riascoltare le registrazioni ovunque, per tutto il tempo che ritieni necessario, tutte le volte che ti serve. Il prof. è sempre con te e il suo sapere non ti è negato. Lo puoi usare per prepararti all'esame, per ripassare, per conoscere. Questo è un servizio che le università classiche dovrebbero poter dare agli studenti, uscendo dalla dinamiche: "O vieni alla mia lezione o niente". Infondo, chi paga è lo studente, in tutti i sensi. Considerato quanto costano le rette universitarie, qualche servizio in più non sarebbe male. Si potrebbe andare incontro alle nuove esigenze dei ragazzi, piuttosto che bollarli a priori come scansafatiche o indifferenti. Vi rendete conto di quanto sia rivoluzionario tutto ciò, a partire dalla mentalità? Cambiamento, si può definire solo così.  Vogliamo parlare, poi, dei social media come gruppi di studio, confronto e aiuto per gli studenti stessi? Dopo aver partecipato a un corso sul social media marketing, mi sono unita a un gruppo su Facebook, nel quale sono presenti colleghi. Non avete idea del valore aggiunto di questo gruppo. Non siamo amici, ma c'è solidarietà. Quel genere di solidarietà che costruisce un gruppo di lavoro con i fiocchi. Ci aggiorniamo, ci mettiamo in gioco, chiediamo supporto, consiglio e confronto. Condividiamo informazioni, slide, pdf. Approfondiamo il nostro apprendimento grazie alle reciproche conoscenze. E' molto utile e supera le barriere tipiche di certi gruppi: non sei giudicato per come ti vesti, per il partito che voti, se sei contro o a favore della Palestina, non sei rifiutato se non hai l'ultimo Iphone o la borsa di Prima Classe. A nessuno importa tutto questo. Esiste solo il contenuto. Quello che puoi dare. Quello che puoi prendere. Ciò che sai. Come lo doni. C'è ancora una cosa da dire: studiare in rete permette di trovare un significato operativo al proprio impegno mnemonico. Questo implica il capire che si può ottenere molto di più dal proprio lavoro e che è possibile accrescere la propria impresa grazie allo studio. La cultura è necessaria. La rete sta rendendo palese un'altra cosa: non esiste più alcun motivo per non curare la propria istruzione. Anche le barriere economiche sono state abbattute. Anche i poveri hanno diritto ad apprendere qualcosa in più e diventare ancora più formati. Non c'è distinzione di reddito, sesso, età, religione, condominio, quartiere. Non ci sono liste d'attesa oppure test per valutare se sei sufficientemente idoneo, se appartieni alla razza giusta, se sei del partito più forte.  E' un esercito di nuove menti, quello che si sta formando nell'ombra. Menti positive, che sanno dare valore e importanza all'istruzione e che, sempre di più, si contrapporrà all'altro esercito, quello del "W l'ignoranza. Studiare è una perdita di tempoCon la terza media si sta bene". No, non si sta bene nell'ignoranza. Nella bassa scolarizzazione può nascere solo arretratezza, dittatura e povertà. L'Italia ha tassi di istruzione ridicoli, forse anche per questo partiti politici fondati da comici raggruppano tanto consenso; sono ancora troppo pochi i laureati e ancora troppo molle è la coscienza dell'importanza della cultura. Molto si potrà fare per questo nostro Paese, a partire dalle università stesse, se solo si accettasse l'idea di svecchiare i modelli diventando più dinamici, facendo realmente ricerca e sfruttando tutti i nuovi canali per raccogliere fondi, sfruttare meglio l'ammontare delle tasse richieste. In fin dei conti, al giorno d'oggi, lo Stato non è l'unico punto di riferimento per la sopravvivenza di un ente. Esistono così tanti canali e strumenti, che è una colpa non prenderli in considerazione e rifiutarsi di svincolarsi dal modello per comodità e abitudine. La formazione online ha molto valore, soprattutto per i cambiamenti che sta portando nella società. Forse sono ancora  poco visibili, ma tempo cinquant'anni avranno mostrato tutto il loro potenziale. Il nuovo passa anche attraverso il dare un valore all'apprendimento. Quello che non si evolve, per natura, è destinato a morire. Darwin avrebbe molto da dire al riguardo. 

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