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Lo zen e l'arte dello shopping

Creato il 02 marzo 2013 da Taccodieci @Taccodieci

Lo zen e l'arte dello shopping
Lunedì tornerò al lavoro e spero che questa sia la bella notizia che in tanti stavate aspettando.
Questa specie di lunga vacanza, iniziata non certo per mia volontà, volge al termine. Dopodomani appena inizierò un nuovo lavoro.
E' strano lo stato d'animo in cui mi trovo. Certo, sono strafelice perchè tutto è bene quel che finisce bene e la fortuna (oltre ad un mazzo tanto) ha voluto che questa piccola tragedia diventasse una strada per uscire da quell'aspirapolvere per futuro che è il precariato. Ma sospiro alzando gli occhi al cielo se penso che da lunedì non sarò più "il capo", ma l'ultima arrivata e qualcuno mi dovrà perfino mostrare dov'è il bagno e come si usa la fotocopiatrice. L'età della pietra, insomma.
Ma non è di questo che vi voglio parlare, perchè penso ve ne parleranno più che ampiamente i miei tweet di lunedì.
Forse per questo motivo, ieri mi sono svegliata con una strana ed impellente voglia di novità: vita nuova, Redaz nuova.
Ecco quindi che ho chiamato mia madre e la mia amica Rouge e siamo partite alla volta del centro di Città Vicina.
Dalle 9 alle 12 siamo state l'incubo delle commesse.
Rouge e mia madre si conoscono ormai da anni, da quando Rouge e la sua ansia pre-esame trascorrevano a casa nostra tutte le notti prima di un esame all'università, e fin da subito si sono coalizzate contro di me: io guardavo i vestitini corti e Rouge mi diceva "ti piace questa gonna premaman? Te la passo appena non mi serve più", io provavo un paio di tacchi e mia madre se ne usciva con un "hai visto che begli stivali bassi che ha Rouge? Devono essere così comodi con quel bel pancione".
Un incubo, insomma. Per ripicca io provavo tutto quello che di più corto (se parliamo di vestiti) o alto (se parliamo di scarpe) vedessi in giro. Ero uscita con l'idea di acquistare una borsa e qualche altra cosuccia e me ne sono tornata a casa con il parco intimo completamente rinnovato, un vestito nero cortissimo, una sottoveste grigia che sembra d'argento ed una borsa double face. Cercavo una borsa nera, che si abbinasse alle scarpe che porto spesso in questo periodo, ma quando mi sono trovata di fronte tutte le borse colorate per la primavera, non ce l'avrei fatta ad acquistare solo una borsa nera. Il rischio era che tornassi a casa con due borse, ma alla fine ne ho scovata una che è nera, ma che se rovesciata come un calzino diventa rosso acceso, un vero toccasana per l'autostima.
Intimo a parte, ecco alcuni dei miei acquisti di ieri.
Lo zen e l'arte dello shopping
Alla fine dello shopping abbiamo caricato tutto in auto, accompagnato a casa Rouge e sono andata a pranzo dai miei. Lungo la strada avevo un diavoletto tentatore appollaiato sulla spalla che mi bisbigliava insistentemente nell'orecchio, fino a che ho dovuto assecondarlo o non avrebbe più smesso: "mamma, mi tagli i capelli?".
Mia madre, che di professione è un'eccellente parrucchiera, mi ha guardata sull'orlo delle lacrime di commozione e ha risposto: "speravo proprio me lo chiedessi. Ho anche un colore che ti starebbe benissimo".
E così me ne sono tornata a casa ieri pomeriggio con mezzo guardaroba nuovo, i capelli neri ed un taglio che è una personale interpretazione di mia madre dei capelli di Meg Ryan.
Volevo una Redaz nuova e l'ho avuta.
Lunedì inizierò una vuova vita, che io lo voglia o no. Con un po' di amaro in bocca e di nostalgia per i miei ex colleghi, certamente, ma anche con tanta voglia di fare.
Non penso però che ci sia questo alla base della voglia di rinnovamento. Non solo della mia, ma in generale.
Prendere e partire per l'India per ritrovare se stessi la considero una emerita s*******a. "Mangia, prega, ama" è in assoluto il peggior libro che abbia mai iniziato a leggere e l'unico che non abbia terminato.
Tutte palle.
A parte che per mollare tutto ed andare alla ricerca di se stessi ci vogliono un bel po' di quattrini che la gente comune non ha, io penso che noi non cambiamo all'improvviso, ma cambiamo ogni giorno.
Gli esseri umani non sono immutabili, imparano (beh, alcuni no...) e si modificano in base all'esperienza quotidiana. Gli esseri umani sono continuamente in divenire.
Solo che è più comodo rimanere attaccati alle vecchie abitudini. Noi non siamo più gli stessi che eravamo ieri, eppure continuiamo a comportarci come se lo fossimo, a fare le stesse cose che facevamo ieri, a ripetere le stesse situazioni, a frequentare le stesse persone.
Questo perchè è rassicurante percorrere la strada già fatta, è sicuro.
Solo che ad un certo punto ciò che siamo e come ci comportiamo diventano due dimensioni talmente distanti che non possiamo più far finta di non vedere lo scarto e prendiamo provvedimenti drastici.
Un nuovo guardaroba, un nuovo taglio di capelli, un nuovo lavoro crediamo siano sistemi per cambiare vita, ma noi eravamo già cambiati, solo che non ce ne eravamo accorti, e quelli che consideriamo "cambiamenti" non sono che riallineamenti rispetto a ciò che siamo veramente.
Penso quindi, già prima dello shopping selvaggio e della seduta dalla parrucchiera, di essere diventata una ragazza dai vestitini corti, dall'intimo più femminile, dai capelli corti e neri, solo che ancora non lo sapevo.
Mi chiedo se sono già anche una ragazza dal brillante nuovo lavoro.
La Redazione

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